Cronache dal brigantaggio e dintorni di Valentino Romano (V)

Cronache dal brigantaggio e dintorni di Valentino Romano (V) di Valentino Romano

Posted by altaterradilavoro on Feb 20, 2025

Il fiume della Storia trascina e sommerge le piccole storie individuali, l’onda dell’oblìo le cancella dalla memoria del mondo; scrivere significa anche camminare lungo il fiume, risalire la corrente, ripescare esistenze naufragate, ritrovare relitti impigliati sulle rive e imbarcarli su una precaria Arca di Noè di carta.

Claudio Magris

Anche questa volta li abbiamo fatti fessi!

Bagnara, aprile del 1861 e dintorni.

Il capitano Giovanni Hawdrige, a dispetto del cognome estero, comanda una compagnia dell’italianissimo 29° Reggimento Fanteria, dislocata nella zona di Bagnara per assicurare l’ordine: viene avvertito che nella notte dal 31 al 1° corrente gran rumore si faceva sentire nella parte superiore di Bagnara. Plastica è la descrizione che ne fa nel rapporto che invierà ai superiori: tamburi battenti scorrevano le vie, colpi di pietra andavano [sic] contro le porte, la popolazione si agglomerava nella strada gridando Viva Garibaldi. Viva Vittorio Emanuele…

Beh, pensa sulle prime, meno male! Almeno questi non sono reazionari che manifestano per il Borbone.

Ma la soddisfazione dell’ufficiale è di brevissima durata perché subito dopo avverte distintamente un’altra frase che compia di gran lunga la situazione: vogliamo  la divisione delle terre comunali! Accidenti! Questi sono rivoluzionari autentici, mica lazzaroni e basta come i briganti del deposto sovrano: adesso ci si mettono pure con le rivendicazioni sociali. Di questo passo dove andremo a finire?

Scatta immediatamente l’allarme generale: All’istante feci armare il distaccamento e giunsi verso le 3 di notte ove tal chiasso  succedeva. All’avvicinarsi della truppa, de’ R. Carabinieri che pure mi accompagnarono e dei Signori Francesco Celacano, Francesco Toti e Rosario De Leo, che sempre stettero meco, il trambusto immediatamente cessò.

Però – annota – la popolazione restò nella strada. Ancora! Vediamo che cosa vogliono: risposero quasi ad una voce che volevano la divisione delle terre comunali state usurpate dai galantuomini.

Caspita la faccenda è più seria di quanto avesse pensato l’ottimo ufficiale: questi morti di fame rivendicano le terre dei proprietari, mica quelle di nessuno. Bisogna calmarli ad ogni costo: allora cominciai a parlar loro dicendo, come il Governatore aveva già domandato al Ministero autorizzazione per poter effettuare questa divisione, come tale autorizzazione non poteva tardare a venire e che allora sarebbero paghi i loro voti. Hawdrige spiega con le parole più dolci di cui dispone il suo vocabolario che lui, essendo un regio ufficiale (e quindi tenuto alla difesa dell’ordine pubblico), non può che disapprovarli per la condotta in questa notte tenuta, perché indegna di un popolo civile.

Aggiunge che non è quello il modo di far valere i propri diritti, specie quando si ha la fortuna di essere retti da un Governo costituzionale ed avere alla testa un Re buono e imparziale.

I contadini di Bagnara hanno un attimo di esitazione: nella turba serpeggia un deciso “meno male che le abbiamo tutte queste fortune, figuriamoci se non le avessimo …

Hawdrige sa comunque come prendere questa gente sempliciotta, conosce la sottile arte della diplomazia e adotta sapientemente la strategia del bastone e della carota: dopo averli invitati al lavoro e all’ordine, ed averli dati tutti quei buoni consigli che la circostanza richiedeva.. imposi loro di ritirarsi.

E perché la popolazione non creda ad un sopruso della forza ne spiega – con il cuore in mano – le motivazioni: onde risparmiare alla truppa il dolore di dover inveire contro i propri fratelli.

Qualcuno più sveglio tra gli astanti sicuramente, a questo punto, avrà ricordato il vecchio adagio “fratelli…coltelli” (magari adattandolo con un più appropriato “fratelli… baionette”), ma si guarda bene dal profferire parola. E, del resto, con certi “fratelli” come gli si può dare torto?

Obtorto collo, i contadini di Bagnara se ne tornano a casa, giusto in tempo per recarsi nei campi (degli altri s’intende) per un’altra giornata di fatica. Hawdrige non sta nella pelle, gongola all’idea del rapporto che farà subito ai superiori. Vuoi vedere che ci scappa una promozione o una medaglia? Non fa in tempo, ahilui, a gustarsi la cosa che arriva trafelata una staffetta a guastargli la festa: dai paesi vicini (Pellegrino e Ceremiro) stanno muovendo altri contadini per aggregarsi agli ammutinati di Bagnara, irrompendovi gridando vogliamo la divisione per quindi compiere atti di vendetta contro alcune ricche famiglie da loro segnalate. È giocoforza allora muoversi nuovamente e, riarmata la truppa, si dirige alla volta dei villaggi ribelli: una parte della truppa percorre la via maestra che unisce Bagnara ai villaggi, l’altra li raggiunge per scorciatoie, di fatto accerchiandoli.

Entrai in Pellegrino al passo di corsa, premendomi prendere alle spalle una banda di moltissime persone, che a tamburro battente con bandiere sortiva dal paese dalle parti opposte da quelle da dove io entravo.

Nel paesello Hawdrige scorge un altro gruppo di persone, circa un’ottantina d’uomini allo scopo  (a quanto sembrò) di riunirsi agli altri. Questi però senza dir nulla, alla vista della Truppa fecero a gara di rientrare e di sbarrarsi nelle case più vicine.

La banda che si dirige verso Bagnara viene raggiunta e, prima che se ne possa render conto, circondata. Hawdrige intima ai componenti di questa di posare le armi: questi forse perché stupefatti non ubbidiscono. A questo punto Hawdrige si fa prendere la mano, ma più dalla penna che dai fatti però. Scrive infatti  gridai: Savoia! I soldati lo ripeterono con voce … sonora e prolungata e spianando le baionette presero la corsa in avanti.  Va beh, se si può sorvolare sull’eroismo delle baionette spianate e sull’involontario umorismo della corsa in avanti, non si può tacere sul fatto che l’aggettivazione sonora e prolungata più che come rafforzativo del grido di guerra savoiardo si è sempre usata per descrivere l’intensità di … un irriverente sberleffo.

Come che sia gli ammutinati, vedendosi circondati gettarono a terra tamburro, bandiera e molti anche l’accetta e il bastone che tenevano alla mano e si diedero a corsa precipitata fra le balze che vanno a terminare al mare.

Tanto per non smentire la nobiltà d’animo dell’esercito savoiardo Hawdrige dichiara che, oltre agli arresti che eseguì sul posto, ritenne pure e consegnò ai Carabinieri il ragazzo Musico Giovanni di anni 12 di Bagnara, perché figlio del capo perturbatore, da esso essendo facile scoprire qualche verità.

Il Capitano è incontenibile, dopo l’operazione di polizia passa a quella politica: piomba nel centro del paese, ordina al sindaco di riunire tutta la popolazione, sale su un muretto e conciona la massa: voi ben sapete quanto costò al popolo delle Due Sicilie li sottrarsi da uno stato di cose in cui il capriccio non frenato di un uomo e la prepotenza di una classe privilegiata forse giustificava gli eccessi da voi questa mattina commessi. Orbene, ora che l’ordine interno è solidamente assicurato da un Governo imparziale, voi turbate quest’ordine… qualunque in questo momento e d’ora innanzi sieno le vostre ragioni, vi esorto ad astenervi per farlo valere da quei mezzi che sono indegni di un popolo civile… E ve ne esorto tanto più in quanto che ciò non facendo porreste nel tristissimo caso i vostri fratelli soldati di agire con voi come nemici.

La motivazione ultima commuove certamente la massa dei contadini: mai potrebbero portare sulla coscienza l’aver costretto i propri fratelli soldati ad ammazzarli! Troppo rimorso!

E stanno per tornarsene mogi mogi alle loro case quando Hawdrige li esorta ad un’ultima invocazione collettiva: gridiamo viva colui che ripose nel caso di veder rispettati i vostri diritti senza ricorrere ai mezzi illegali. Viva il Re. Fragorosi evviva seguirono questa ultima mia parola.

Scommettiamo che i fragorosi evviva furono anch’essi … sonori e prolungati?  E volete pure sapere come finisce la storia?

Ebbene, il comandante del reggimento, Angelino invia il rapporto del subalterno al Comando Generale in Napoli, sostenendo che è stato ristabilito l’ordine turbato da alcuni facinorosi che pretendono in comune il reparto dei possessi demaniali.

Detto più chiaramente: li abbiamo ricondotti facilmente alla ragione e ancora una volta li abbiamo fatti fessi! Non sappiamo comunque se, alla fine della fiera, verrà riconosciuta una medaglia: a rigor di logica gli spetterebbe. Tenendo infatti presente il suo sbandierato concetto di fratellanza, sicuramente gli spetta un premio per aver arrestato il … nipote dodicenne.