Il Fuoco dentro: Nencini racconta Oriana e Firenze
“Firenze brucia. E io l’ho perdutamente amata…”. La storia di Oriana Fallaci è legata a doppio filo a quella della sua città, ma non è una storia facile: ci sono amore e odio, passioni che bruciano, rotture e riconciliazioni. Lo racconta Riccardo Nencini nel suo libro “Il fuoco dentro. Oriana e Firenze” (Mauro Pagliai Editore, pp. 176, euro 10), che esce nel decimo anniversario della morte della scrittrice e giornalista. Il libro sarà presentato in anteprima mercoledì 23 marzo alle 17.00 a Roma a Palazzo Antici Mattei, sede del Centro Studi Americani (via Michelangelo Caetani, 32) alla presenza dell’autore. Riccardo Nencini, politico e scrittore, vice ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, è stato amico intimo e confidente di Oriana Fallaci, tanto da pubblicarne nel 2007 un toccante ritratto considerato un testamento morale: intitolato “Morirò in piedi”, il libro ha superato le centomila copie vendute ed è in corso di trasposizione cinematografica.
Nencini si concentra ora su uno degli aspetti più problematici e affascinanti della vita di Oriana, il suo legame profondo e tormentato con Firenze, a partire dalla nascita in Oltrarno e dall’adolescenza segnata dalla guerra. In primo piano le tante battaglie combattute per la città, in difesa della sua storia e del suo patrimonio artistico. Dal libro emerge una Firenze a due facce, quella dell’establishment e quella del popolo, l’una ostile, l’altra vicina alla scrittrice che parla senza mezzi termini, sfida le convenzioni, non guarda in faccia a nessuno. Oriana può essere solo amata o odiata, in ogni caso fa discutere: appare chiaro già nel 2001, anno dell’attacco alle Torri Gemelle e della pubblicazione de La rabbia e l’orgoglio. È in quell’occasione che i nemici si moltiplicano, tanti indecisi si schierano contro Oriana e contro le sue posizioni su Europa e Islam, sul terrorismo e sul pericolo di uno scontro tra civiltà. La rottura si fa insanabile: quando la grande scrittrice morirà nel settembre del 2006 solo in pochi andranno al suo funerale e Firenze, madre e matrigna, non le riconoscerà mai il Fiorino d’Oro. Tra i pochi a ricordarla, oltre allo stesso Nencini, l’allora presidente della Provincia Matteo Renzi che mesi dopo le dedicherà proprio la sala stampa della Provincia. L’autore ricostruisce, con stile accattivante e profonda partecipazione, la figura di una donna, che l’autore definisce “dal carattere difficile, aspro, ‘assoluto’”, che ha conosciuto molte guerre e molte ne ha combattute, non ultima quella contro la malattia che si è impossessata di lei negli ultimi anni di vita. Il libro rende così omaggio a uno dei più grandi testimoni nel Novecento, e ci accompagna allo stesso tempo in un viaggio emozionante nel cuore tormentato di Firenze.