Il celulare? Agisce come una droga

Il celulare? Agisce come una droga: così modifica il cervello dei giovani

12 Marzo 2024
Iperconnessione, mancanza di sonno, uso smodato di social e videogiochi: le abitudini digitali dei giovani agiscono come una droga e stanno modificando i loro cervelli

Luca Romano

Iperconnessione, mancanza di sonno, uso smodato di social e videogiochi: le abitudini digitali dei giovani agiscono come una droga e stanno modificando i loro cervelli. Ecco perché è indispensabile una rivoluzione culturale che, prima di ogni altra cosa, regolamenti l’uso degli smartphone durante le ore di scuola in particolare, nelle classi dei ragazzi di età compresa tra i 6 e i 17 anni, come già avvenuto in passato per fumo e cinture di sicurezza in auto. Si parlerà di tutto questo all’incontro dal titolo Come sta cambiando il cervello dei giovani? Sonno, ipeconnessione, dipendenze e aggressività in programma giovedì alle ore 18 al Tennis Club Milano Alberto Bonacossa (in via G. Arimondi, 15 a Milano) con Luigi Gallimberti Psichiatra e Tossicologo, con un contributo letterario di Nina Nasilli su testi di Ottiero Ottieri (modera la giornalista Serena Coppetti).

Nuove dipendenze

Luigi Gallimberti, medico psichiatra e tossicologo, si occupa da anni di dipendenze: è stato il primo, non solo in Italia, a utilizzare la Stimolazione Magnetica Transcranica (TMS) per la disintossicazione da cocaina. Anni di studio, di ricerca sulle dipendenze lo hanno portato a creare una Fondazione, Novella Fronda, che lavora, oltre che sulla ricerca clinica anche nel campo della prevenzione.

“Potenzialmente ognuno di noi può diventare dipendente – spiega Gallimberti – è sufficiente esporre il proprio cervello a un piacere molto intenso e per un periodo prolungato di tempo. Questa esposizione altera determinati neurocircuiti cerebrali e la persona perde il controllo sulla quantità di piacere che ricerca, diventando dipendente da quel piacere. Il piacere che porta alla dipendenza si può ottenere assumendo determinate sostanze, quali eroina, alcol, cocaina o particolari farmaci. E qui siamo nell’ambito delle vecchie dipendenze, quelle da sostanze appunto. Ma, dopo l’avvento del web, si è andati incontro ad un’altra forma di dipendenza, non meno grave, che non richiede la presenza di sostanze. In maniera analoga a quanto avviene per la compulsione nel gioco d’azzardo, per fare un esempio, lo stesso può accadere ‘compulsando’ continuamente i social network. Ed è proprio su queste dipendenze comportamentali, oggi purtroppo sottovalutate, sui cui dobbiamo intervenire con urgenza”.

Trasformazioni cerebrali

Recenti studi hanno evidenziato come lo spessore della corteccia prefrontale sia tanto più sottile quante più sono le ore che un “cervello” trascorre davanti a uno schermo. Un assottigliamento che risulta direttamente proporzionale all’incapacità di controllare molti impulsi, primo fra gli altri l’aggressività, con le relative conseguenze, oggi, spesso al centro di drammatici fatti nelle nostre cronache. “Queste modificazioni cerebrali e comportamentali interessano soprattutto la generazione alfa, ossia i ragazzi nati dal 2010 in poi, i quali presentano danni causati da uso eccessivo di smartphone, energy drink e da mancanza di sonno che somigliano sempre di più ai nostri pazienti dipendenti, invece, da altre sostanze come la cocaina”, spiega il professore Gallimberti.

I dati

Uno studio realizzato dall’Istituto Superiore di Sanità, in collaborazione anche con Fondazione Novella Fronda, denominato Dipendenze comportamentali nella generazione Z su un campione di circa 8.700 studenti (tra gli 11 e i 17 anni d’età) ha dimostrato che quasi 100 mila ragazzi (per la precisione 99.632, pari al 2.5% del campione) ha una social media addiction cioè il bisogno compulsivo e irrefrenabile di accedere ai propri social network per trasferire materiale ad altri; 480 mila ragazzi (478.177, pari al 12% del campione) ha un internet gaming disorder caratterizzato da un gioco persistente e irrefrenabile su Internet, spesso per molte ore al giorno; quasi 66 mila ragazzi (65.967, pari al 1,6% del campione) ha sviluppato una tendenza al ritiro sociale; infine, un dato senza dubbio molto significativo ed allarmante, più di un milione di studenti (1.152.308, pari al 28,8% del campione) caratterizzati da una food addiction, ovvero dal consumo compulsivo ed eccessivo del cosiddetto “cibo spazzatura”.

La petizione

“La deprivazione di sonno e l’iperconnessione, stanno provocando danni enormi per la salute pubblica, che ormai interessa ampi settori della popolazione giovanile”, incalza Gallimberti. La Fondazione Novella Fronda sta per presentare una petizione ai ministeri dell’Istruzione, della Cultura, dell’Università e degli Interni, nonché alle Camere, affinché vengano adottate misure per regolamentare l’uso dei dispositivi elettronici nel contesto scolastico e, in particolare, nelle classi dei ragazzi di età compresa tra i 6 e i 17 anni. “Sappiamo che è un obiettivo complesso da raggiungere – conclude Gallimberti – ma, in verità, non meno complesso di quelli che sono stati raggiunti alcuni anni fa nel contesto di iniziative simili a tutela della salute pubblica, portando, come sappiamo, ad ottenere la regolamentazione del fumo di tabacco nei locali pubblici e l’uso delle cinture di sicurezza nella circolazione stradale. Inizialmente in pochi credevano che quelle istanze avrebbero avuto successo e, invece, l’hanno avuto, e le misure adottate sono diventate per tutti la normalità, entrando così a fare parte della cultura comune in tema di sicurezza e salute”.

 

https://www.ilgiornale.it/news/nazionale/celulare-agisce-droga-cos-modifica-cervello-dei-giovani-2295731.html