ANNO 1799 LA RIVOLTA DEI LAZZARI IN NOME DI FERDINANDO IV DI BORBONE
by altaterradilavoro on Feb 19, 2024
Napoleone Bonaparte invase l’ Italia nel 1796, entrando in Piemonte, marciando verso la Lombardia e Veneto.
Fu una conquista fulminea, ma ciò che si conosce meno è che ovunque arrivassero i francesi e si istituissero Repubbliche Giacobine, le popolazioni insorgevano in massa contro i rivoluzionari in difesa della Civiltà Tradizionale Italiana.
Fu’ così nel 1796-97 nel nord Italia, nel 1798 nei territori dello Stato – Pontificio, sarà così nel 1799 nel Regno di Napoli.
Ma veniamo ai fatti del Regno di Napoli, la situazione era la seguente, dal febbraio 1798 lo Stato Pontificio non esisteva più, al suo posto era nata giacobina Repubblica Romana.
Nel novembre del 1798 Re Ferdinando IV decise di attaccare la Repubblica Romana per riportare il sovrano Pontefice sul leggittmo Trono e cacciare il giacobinismo e l’ invasore napoleonico dell’ intera penisola.
In un primo momento Ferdinando IV entrò trionfatore a Roma, ma il generale napoleonico Championnet che in un primo momento fu’ costretto a ritirarsi, contrattacco, costringendo l’esercito napoletano a ritirarsi verso Napoli, consegnando ” senza colpo ferire” ai francesi tutte le fortezze dei territori settentrionali del Regno,compresa quella considerata ” inespugnabile” di Gaeta.
Ferdinando IV, 8/01/1798 emanò da l’ Aquila un Proclama, con il quale invitava tutti i sudditi a difendere in armi il Regno, e la Religione contro l’invasore rivoluzionario. Mai proclama fu’ più preso alla lettera.
Championnet, mentre tranquillamente marciava verso Napoli con tre diversi eserciti, trovò sulla sua strada l’inattesa e ferocissima resistenza degli insorgenti abruzzesi e del basso Lazio. Furono questi, decine di migliaia di persone pronte ai più grandi atti di eroismo a costo del sacrificio della vita, a ritardare di settimane, l’ arrivo dei Francesi nella Capitale.
Uno dei protagonisti, fu’ Michele Pezza di Itri, meglio conosciuto e temuto col nome di Fra Diavolo, il più celebre e coraggioso di tutti i capi massa insorgenti che darà la vita al servizio della causa cattolica e Borbonica.
Il 22/01/1978 il Re Ferdinando IV, lascia Napoli per Palermo, in quanto come egli stesso ebbe a rispondere alle suppliche di che voleva convincerlo a restare ” fra questi spiccava la figura del Cardinale Ruffo dei duchi di Boranello e Bagnara ” che vedendosi tradito dalle più alte gerarchie dell’ esercito, a partire dello stesso generale Mack che con un esercito di 60.000 uomini ben armati, abbandonò il Regno allo invasore senza sparare un sol colpo.
Napoli rimase in mano al Vicario Pignatelli Strongoli, che per la sua incapacità, fu esautorato dal suo incarico dal giovane Antonio Capece di Mutolo principe di Canosa, strenuo difensore della legittimità Borbonica.
Alla notizia che anche la fortezza di Capua si era arresa ai napoleonici , i lazzari, decine di migliaia di popolani napoletani, persero il controllo della città, pronti a combattere fino alla fine contro i francesi in difesa del Trono.
La rivolta dri LAZZARI ebbe inizio il 13/01/1799 e quando Championnet decise di attaccare Napoli, i lazzari eroicamente iniziarono una impossibile resistenza che durò fino al 23 e costò 10.000 morti più 1000 Francesi . Il 21 mentre l’ intera città combatteva e moriva contro gli invasori, pochi decine di giacobini asserragliati in Castello S. Elmo proclamavano la nascita della Repubblica Partenopea.
Alla fine dell’ impari lotta, Championnet prese la città e per venire a capo della resistenza popolare, i tre eserciti francesi dovettero ricorrere alla mostrosuita ‘ di dare fuoco alle case del popolo per fare venire fuori la gente e fucilarli sul colpo Riguardo ai Lazzari, sempre descritti come barbari fanatici da tutta una storiografia nazionale di questo secolo, a partire da Benedetto Croce, in poi, si riporterà il giudizio di chi li conobbe veramente e li combatte e li sconfisse, vale a dire i generali Championnet e il generale Bonnamy ; giudizio ” al di sopra di ogni sospetto” ed imparziale.
Scrive Championnet in un dispaccio al Direttorio:
” Mai combattimento fu più tenace ; mai quadro più spaventoso. I lazzaroni questi uomini stupendi, sono degli EROI rinchiusi a Napoli dove si batterono in tutte le vie ; si contende il terreno palmo a palmo. I lazzaroni sono guidati da capi intrepidi. Il forte S. Elmo li fulmina; la terribile baionetta li atterra, essi ripiegano in linee ordinate , ritornano alla carica , avanzano con audacia , guadagnando spesso il terreno”
Fu altrettanto esplicito il generale Bonnamy
“Lazzaroni, questi uomini meravigliosi, si difendono come leoni . Sono respinti , sono vincitori. L’ accanimento dei combattimenti raddoppia, si fanno da entrambi le parti, prodigi di valore”.
Questi furono i giudizi dei generali napoleonici sui Lazzari.
Nei giorni seguenti alla presa di Napoli e l’ instaurazione della Repubblica Giacobina, un Cardinale della Chiesa, Principe ed appartenente ad una delle più antiche Famiglie del Regno, Fabrizio Ruffo dei duchi di Boranello e Bagnara , al tempo direttore della Colonia di San Leucio, di sua iniziativa si diresse a Palermo per domandare al Re uomini e navi per riconquistare il Regno: ma questa è un’ altra eroica pagina dei figli del sud e il loro attaccamento alla loro terra e al Re che fu’ ” La presa di Napoli da parte del Cardinale Ruffo” che con una Armata da Lui chiamata Cristiana e Reale, formata da calabresi e da altri uomini del Regno, da Lui guidati, Tolse Napoli ai francesi mettendoli in fuga. Fu la prima sconfitta di Napoleone nella campagna d’ Italia.
Onore ai Lazzari e al Cardinale Ruffo.
Prof Francesco Renne