L’immortalità e la carta igienica

L’IMMORTALITÀ E LA CARTA IGIENICA
Istituire un gruppo di ricerca per svelare l’immortalità è pura follia. Ma negli Stati Uniti, a Riverside, qualche anno fa, si decise di finanziare davvero una ricerca scientifica e filosofica sull’immortalità. Si investirono 5 milioni di dollari per dare una risposta alla condizione umana, alle religioni e al principale dilemma dell’umanità. Non sappiamo come sia andata a finire quella ricerca pluriennale così inutile e così necessaria; vorremmo proprio saperlo ora che sono passati alcuni anni e i risultati dovrebbero arrivare, anche se una ricerca sull’eterno può durare in effetti per l’eternità. Pensate che la stessa cifra, tradotta in euro, fu spesa dal Parlamento italiano per acquistare, nello stesso arco di tempo della ricerca californiana, la carta igienica e materiali affini per i suoi due rami e due glutei. Non mi sognerei mai di paragonare l’immortalità agli onorevoli orifizi. Lo faccio per evidenziare due sistemi di pensiero agli antipodi. Ambedue si occupano di quel che resta del corpo, ma in sensi opposti. Chi dei due sperpera di più? Non so se sia sensato devolvere borse di studio a inseguire lo Spirito, testare l’Anima e stanare l’Eterno, facendo stalking al Creatore. Ma vi confesso che non saprei che esito augurarmi per la ricerca sull’immortalità: spaventa pensarsi sia estinti una volta per tutte che eterni ovvero senza fine. Il “per sempre” è per noi inconcepibile e ci sgomenta in ambo i casi, sia nel finire che nel durare. Viviamo incastrati tra due assurdi, è la tragica condizione umana. So già la risposta della gente: meglio pensare allora alla carta igienica e ai suoi rotoli infiniti, almeno secondo la pubblicità. L’unico infinito a portata di mano.

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