A Morcone, adagiata sulle falde del monte Mucre, sulla cui cima svettano i resti di un castello, simbolo di continuità storica millenaria, rivivono le due anime dei Sanniti: quella Caudina, più colta, legata al piacere del Simposio, la discussione colta intorno ad una tavola imbandita, e quella Pentra, combattiva e dura come le pietre che, sapientemente sparse sul territorio, da Sepino a Pietraroja, da Pontelandolfo a Cerreto, ne narrano la storia millenaria. Direi che i Pentri erano il braccio e i Caudini la mente di una coalizione fortissima che tanto fece penare Roma.
E nel magnifico centro storico c’è un’elegante dimora: palazzo Sannia, in parte di proprietà di Gaudenzio di Mella, ove sono stato invitato a fare quattro chiacchiere, un periodico simposio con altri amici della Valle del Tammaro…e oltre, a caccia di beni immateriale che ci caratterizzano. Collocato proprio in cima al centro storico, per arrivarci ho scelto l’unico mezzo di trasporto che amo quando “passeggio e penso” tra antiche mura: i piedi. Così ho scoperto strade pavimentate in pietra, una meravigliosa opera di mastri-muratori, ho rivisto un timpano che custodisce una ceramica cerretese. Il tutto in un percorso “ad ostacoli” che non poteva non farmi pensare a quella tipicità unica dei sanniti: le alture trincerate, i muri a secco sui quali si ergevano i fieri pastori-guerrieri dei monti per lanciare la loro arma preferiva: la Sannia. L’origine del nome “Sannio” io la vedo proprio nel magico giavellotto, una tipicità che istintivamente ci identificava. Un toponimo. Secondo me. Grazie Valle del Tammaro, Grazie Carlo Perugini, l’ingegnere che ha partorito l’idea. E grazie Aniello Andreotti, Daria Flaviana Dadà Lepore e Tommaso Paolucci. Raro politico autentico che, come dice il nome, ha amato e ama la “polis”, la comunità! Un grazie, infine, alle pazienti e partecipi padrone di casa, vere anime del simposio.
Lorenzo Morone