Potere e vita quotidiana
È tutta questione di… parlare chiaro.
Il potere è presente a tutti i livelli della vita sociale, inclusi i rapporti che intratteniamo con i nostri familiari e con gli amici, con i nostri docenti e professori, con i nostri superiori, le forze dell’ordine e quindi con il Governo.
I meccanismi comportamentali legati all’esercizio del potere entrano in gioco anche nella vita domestica. Vi sono maltrattamenti che sfociano in abusi sessuali, forme di violenza che mirano ad affermare il proprio controllo sulla realtà esterna e le persone, proprio per acquisire il potere di agire secondo la propria volontà.
Esistono diverse forme di potere e cerchiamo di evidenziare le più importanti.
Il potere della gratificazione è il controllo che un individuo esercita su risorse ritenute preziose, ossia su ciò che può essere utilizzato con lo scopo di fornire incentivi positivi. I genitori possono, ad esempio, acquisire potere sul comportamento dei figli offrendo loro la paghetta settimanale.
Il potere coercitivo è la capacità di punire, o, negando alcune risorse indispensabili, oppure infliggendo un maltrattamento verbale o fisico. Questo avviene, ad esempio, da parte delle forze di polizia, le quali riescono quasi sempre a farsi obbedire, proprio perché possono effettuare arresti e persino sparare quando necessario.
Il potere cosiddetto legittimo è esercitato da coloro che fanno leva sul senso del dovere; le persone dovrebbero obbedire sulla base di valori culturali condivisi, oppure in nome del rispetto che si nutre per il ruolo formale che alcune persone occupano nella struttura sociale. Ad esempio, all’interno di un ufficio non è possibile agire senza fare riferimento all’esercizio del potere del proprio superiore.
Il potere carismatico, oppure referente, si basa, invece, sull’identificazione, sull’affetto e sul rispetto che si nutre per un’altra persona, la quale potrebbe non necessariamente voler influenzare il prossimo. Un collega molto stimato all’interno di una struttura organizzativa può esercitare un potere referente, perché le altre persone lo ammirano, lo considerano un modello e un punto di riferimento.
Il potere esperto nasce dalla convinzione che un individuo possegga le conoscenze necessarie per essere considerato importante nel proprio settore. L’avvocato possiede un potere esperto in materia legale nei confronti del proprio cliente. Una persona, considerata un’autorità nel proprio campo professionale incarna un certo tipo di potere esperto, indipendentemente dalle sue effettive conoscenze. Allo stesso modo, chi conosce a fondo una disciplina non ha potere esperto se le altre persone non ne riconoscono la competenza.
Il potere informativo si basa invece sull’uso che un individuo può fare dei fatti, dei dati oppure di altre evidenze, per argomentare razionalmente o persuadere. I detentori di informazioni possono accrescere la propria influenza mettendole in comune, conservandole per uso proprio, oppure organizzandole efficacemente per manipolare e falsificare la realtà.
Bene, penso che vi siano elementi sufficienti perché ognuno di noi possa classificare, sulla base delle proprie esperienze di vita, in quale tipo, oppure tipi, di potere siamo immersi oggi.
Alessandro Bertirotti si è diplomato in pianoforte presso il Conservatorio Statale di Musica di Pescara e laureato in Pedagogia presso l’Università degli Studi di Firenze. È docente di Psicologia per il Design all’Università degli Studi di Genova, Scuola Politecnica, Dipartimento di Scienze per l’Architettura ed è attualmente Visiting Professor di Anthropology of Mind presso l’Universidad Externado de Colombia, a Bogotà e presidente dell’International Philomates Association. È membro della Honorable Academia Mundial de Educación di Buenos Aires e membro del Comitato Scientifico di Idea Fondazione (IF) di Torino, che si occupa di Neuroscienze, arte e cognizione per lo sviluppo della persona. Ha fondato l’Antropologia della mente (www.bertirotti.info).