Il dominio
È tutta questione di… verità.
Le persone possono concordare oppure discordare a tutti i livelli della vita sociale.
Per esempio, un genitore decide di punire il figlio adolescente non facendolo uscire di casa, ma quest’ultimo si oppone alle sue decisioni; un’azienda vuole costruire un capannone nel quale stoccare rifiuti tossici vicino ad un insediamento urbano, ma gli abitanti della zona protestano furiosamente; un partito politico propone una normativa che è particolarmente contrastata da un altro partito; infine, un commentatore di questo blog non condivide l’opinione di un altro partecipante e si crea un alterco linguistico fra i due.
Sono innumerevoli le occasioni in cui le persone, le istituzioni e le organizzazioni non vanno d’accordo fra loro, ma questa è la nostra esistenza.
In tutti questi casi, il tentativo di realizzare un desiderio o progetto incontra un’opposizione, generando un conflitto. Ecco perché, dal punto di vista delle scienze sociali, il potere può essere definito come la capacità di ottenere un risultato desiderato, anche andando contro l’opposizione altrui. In quest’ottica, il potere è l’esercizio di atteggiamenti di dominazione: la persona A possiede un potere sulla persona B, nella misura in cui può indurre quest’ultima a fare ciò che altrimenti non farebbe.
Questo tipo di potere, che è alla base della realizzazione di un dominio, esiste a qualunque livello della società umana. Si pensi ai matrimoni combinati, che caratterizzano ancora l’espressione di molte culture, riflettono sia una dominazione a livello individuale che le disuguaglianze a livello della società in cui essi si verificano.
Inoltre, sono molti i casi in cui le disuguaglianze di potere, presenti a livello macroscopico in una determinata cultura, giocano un ruolo decisamente importante nell’influenzare i comportamenti della vita quotidiana delle persone.
Negli ultimi tempi della nostra storia contemporanea, abbiamo assistito a molti esempi di questo dominio, in cui le élite tentano di mantenere i propri privilegi sugli altri membri della società.
Nasce spontaneamente la domanda: come riusciamo a contrastare queste forme di potere/dominio? Con la nostra consapevolezza, innanzi tutto, senza della quale non si è conseguentemente in grado di proporre una alternativa, sia di tipo professionale che esistenziale.
Siamo tutti chiamati a fare la nostra parte, ma è necessario sapere e decidere da quale parte stare… e, in genere, il potere, ossia il suo esercizio, attira molti individui.
Forse, troppi.
Alessandro Bertirotti si è diplomato in pianoforte presso il Conservatorio Statale di Musica di Pescara e laureato in Pedagogia presso l’Università degli Studi di Firenze. È docente di Psicologia per il Design all’Università degli Studi di Genova, Scuola Politecnica, Dipartimento di Scienze per l’Architettura ed è attualmente Visiting Professor di Anthropology of Mind presso l’Universidad Externado de Colombia, a Bogotà e presidente dell’International Philomates Association. È membro della Honorable Academia Mundial de Educación di Buenos Aires e membro del Comitato Scientifico di Idea Fondazione (IF) di Torino, che si occupa di Neuroscienze, arte e cognizione per lo sviluppo della persona. Ha fondato l’Antropologia della mente (www.bertirotti.info)