Il governo Meloni semplifica il fisco: ecco il decreto che rivoluziona tutto
23 Ottobre 2023
Dalle dichiarazioni dei redditi semplificate al nuovo calendario delle scadenze cambia la mappa degli adempimenti con minori costi, burocrazia e un maggiore contributo del digitale. Ecco tutte le novità
Lorenzo Grossi
Il Consiglio dei ministri vara la riforma fiscale. Il governo di Giorgia Meloni punta tutto sulla rimodulazione del Sistema tributario e, attraverso due decreti legislativi del viceministro dell’Economia Maurizio Leo, intende semplificare il rapporto tra cittadini e Agenzia delle entrate. Tanti i punti analizzati dalla riunione operativa dell’esecutivo. Una delle novità principali riguarda l’introduzione di una rata aggiuntiva – il 16 dicembre – per potere versare le rate di saldo e di acconto delle imposte, con un ampliamento – da 25 euro a 100 euro – del limite per i versamenti minimi dell’Iva e delle ritenute sui redditi di lavoro autonomo.
E ora il governo rivoluziona il fisco
Cambia il calendario degli adempimenti fiscali, con l’obiettivo di mettere in sicurezza soprattutto il periodo estivo, su cui oggi gravano oltre un centinaio di scadenze fiscali: dal primo al 31 agosto e dal primo al 31 dicembre sarà sospeso l’invio degli atti dell’Agenzia delle entrate – in particolare le comunicazioni degli esiti dei controlli automatizzati e di quelli formali – e le comunicazioni degli esiti della liquidazione delle imposte dovute sui redditi assoggettati a tassazione separata.
La novità del calendario
In base al provvedimento, i titolari di partita Iva dovrebbero effettuare i versamenti rateali entro il giorno 16 di ciascun mese, mentre per gli altri contribuenti la scadenza è la fine di ciascun mese. L’anno prossimo le dichiarazioni dei redditi delle persone fisiche e delle società dovranno essere inviate entro il 30 settembre e non più entro il 30 novembre. Mentre, a partire del 2025, si anticipa ancora: quelle cartacee devono pervenire tra il 1° aprile ed il 30 giugno, quelle in via telematica tra il 1° aprile e il 30 settembre dell’anno successivo a quello di chiusura del periodo di imposta. Le società presentano la dichiarazione tra il 1°aprile e il 30 settembre. I sostituti di imposta e gli intermediari potranno presentare la dichiarazione tra il 1° aprile e il 31 ottobre di ciascun anno.
Anche per quanto riguarda poi le compensazioni di crediti d’imposta Iva c’è una novità: l’obbligo del visto di conformità del professionista partirà da 70mila euro (adesso scatta dai 50mila). Per i crediti Ires, Irpef e Irap il limite salirà invece da 20mila a 50mila euro. Tra le altre misure della riforma fiscale al vaglio del governo c’è poi una semplificazione della dichiarazione dei redditi per i lavoratori dipendenti e pensionati.
La precompilata
Dal prossimo anno, chi non ha una partita Iva aperta potrebbe presentare la propria dichiarazione 730. La possibilità si allarga quindi anche a chi, ad esempio, è titolare di redditi diversi di natura finanziaria ovvero che abbiano effettuato investimenti all’estero. Sarà un provvedimento del direttore dell’Agenzia delle Entrate, ogni anno, a stabilire le tipologie reddituali che avranno la possibilità di utilizzare il modello semplificato. Dal 2024, anche chi paga le tasse tramite sostituto di imposta – vedi i lavoratori dipendenti – può versare al Fisco quanto dovuto direttamente tramite il modello di pagamento F24, entro il 30 giugno, e non più quindi ogni mese con trattenuta mensile in busta paga.
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Non solo: dal primo gennaio 2024 arriva anche, in via sperimentale una nuova modalità digitale di presentazione della precompilata: non solo per pensionati e dipendenti, ma anche per i titolari di redditi diversi e per i titolari di partita Iva. Il Fisco renderà disponibili ai contribuenti “le informazioni in proprio possesso“, che saranno poi confermabili o modificabili dagli interessati in un’area apposita sul sito dell’Agenzia delle Entrate seguendo un percorso semplificato. ci sarà la possibilità di effettuare tutti i versamenti dovuti tramite F24 anche attraverso il servizio PagoPA.
Regole del fisco rivoluzionate
Viene prevista una revisione dello Statuto dei diritti del contribuente. La volontà del governo presieduto da Giorgia Meloni è proprio quello di consolidare questo insieme di disposizioni, così da renderle il punto di riferimento da tenere in considerazione in caso di dubbi interpretativi sulle norme fiscali. Il nuovo dl introduce poi un cambio di paradigma nel rapporto tra cittadino e Agenzia delle entrate, con un aumento degli obblighi per quest’ultima: da adesso in poi, gli atti che l’ente fiscale invia ai contribuenti dovranno sempre essere fondati su dati certi. E non, come è avvenuto fino ad ora, su semplici presunzioni di comportamenti scorretti o irregolari. In base al “principio di proporzionalità” arriva così il Garante nazionale del contribuente, “organo monocratico con sede a Roma che opera in piena autonomia e che è scelto e nominato dal ministro dell’Economia e delle Finanze per la durata di quattro anni, rinnovabile una sola volta tenuto conto della professionalità, produttività ed attività svolta“: Il Garante verrà scelto tra magistrati, professori universitari di materie giuridiche ed economiche, notai, avvocati, dottori commercialisti e ragionieri.
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C’è poi il capitolo sanzioni, che secondo il vice di Giancarlo Giorgetti sono troppo onerose e, soprattutto, non allineate con il resto dei Paesi Ue. Nel resto dell’Unione Europea, infatti, si sostiene che non si possa andare oltre due sanzioni sulla stessa violazione, mentre in Italia esistono cinque tipi di sanzione: quella penale, amministrativa, l’accessoria, quelle previste dalla legge 231 (la responsabilità amministrativa/penale a carico delle imprese per gli amministratori) e la confisca per sproporzione. Adesso si si applicherà il principio di proporzionalità: l’azione amministrativa “non dovrà essere eccedente rispetto ai fini perseguiti” e “non limitare i diritti dei contribuenti oltre quanto strettamente necessario al raggiungimento del proprio obiettivo“. “Interverremo sulle sanzioni e sull’accertamento, sul concordato, tutto in tempi molto rapidi“, assicura Leo. Si definiscono, dunque, meglio i contorni dell’autotutela: in caso di errore evidente da parte dell’amministrazione finanziaria la stessa, di propria iniziativa o su istanza del contribuente, può provvede a ritirare l’atto più velocemente rispetto a prima.
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