La diversità culturale
Tutta questione di… differenze naturali e necessarie.
Esistono al mondo pratiche culturali che sono difficili da comprendere, specialmente per coloro che appartengono a culture che presentano pratiche altrettanto specifiche.
Ad esempio, presso alcune tribù di nativi americani, esattamente come accade nella cultura giapponese, in quella hawaiana e in alcune altre, lasciare un bambino da solo nella propria stanza è una forma di abbandono. Le persone che appartengono a queste culture tendono a mantenere uno stretto e continuo contatto con il bambino, poiché considerano la vicinanza fisica essenziale per lo sviluppo sano e affettivo dell’infante.
Inoltre, in queste stesse culture è normale che un genitore lasci ai nonni le decisioni che riguardano l’educazione dei nipoti: affidare i bambini alle loro cure non è considerato abbandono, ma espressione di rispetto verso i più anziani della famiglia. Peraltro, in ottica filogenetica, esiste la famosa Teoria della nonna, con la quale si afferma che le figure femminili tendono a vivere più a lungo proprio per l’eventualità che possano diventare un’occasione di aiuto nell’educazione dei nipoti.
Alcuni compiti sociali come, per esempio, la preparazione del cibo, procurarsi un riparo e l’allevamento dei figli sono espressioni universali in tutte le culture, benché i metodi utilizzati varino notevolmente. Il sistema della cultura, quindi, è estremamente diversificato, modificandosi non solo nel corso del tempo, ma anche fra società differenti e persino all’interno di una stessa società. Tale varietà è il motivo essenziale per cui sarebbe importante, all’interno di uno stile di vita ragionevole, basarsi su ciò che viene definita consapevolezza culturale.
In effetti, nell’era dell’attuale globalizzazione, comprendere le diversità delle culture in società differenti è decisamente importante. Rispetto al passato, quando viaggiare era difficile, costoso e pericoloso, oggi, la mobilità diffusa e il progresso tecnologico hanno permesso a molte persone di culture diverse di stabilire contatti più frequenti e continui. Con tutti i pro e i contro, ovviamente.
In particolare, i mass media, la televisione e Internet, ci mostrano idee, immagini, suoni e pratiche culturali molto diverse da quelle che ci appartengono, e riusciamo così ad avere una nozione generale di ciò che è diverso da noi, pur non conoscendo la lingua parlata dai membri di quelle società.
In sintesi, ecco perché comprendere l’impatto della diversità culturale diviene sempre più essenziale, per destreggiarci meglio all’interno della nostra stessa società, e comprendere le reciproche posizioni culturali, e come esse interagiscono in un mondo che diventerà sempre più multiculturale.
Alessandro Bertirotti si è diplomato in pianoforte presso il Conservatorio Statale di Musica di Pescara e laureato in Pedagogia presso l’Università degli Studi di Firenze. È docente di Psicologia per il Design all’Università degli Studi di Genova, Scuola Politecnica, Dipartimento di Scienze per l’Architettura ed è attualmente Visiting Professor di Anthropology of Mind presso l’Universidad Externado de Colombia, a Bogotà e presidente dell’International Philomates Association. È membro della Honorable Academia Mundial de Educación di Buenos Aires e membro del Comitato Scientifico di Idea Fondazione (IF) di Torino, che si occupa di Neuroscienze, arte e cognizione per lo sviluppo della persona. Ha fondato l’Antropologia della mente (www.bertirotti.info).