Vedrai, la luce tornerà

VEDRAI, LA LUCE TORNERÀ
Mi elettrizzava da bambino l’avvento del buio per un improvviso collasso della luce artificiale. Mi piaceva il ritorno primordiale della notte e la restituzione delle cose al mistero delle origini, finalmente sottratte alla banalità dell’evidenza; mi intrigava la magia delle stanze oscure, la riconquista delle ombre, il ridursi delle presenze domestiche a sagome, il caricarsi denso delle parole separate dalle immagini, la percezione acuta dei rumori e dei fruscii, il disporsi delle candele, il raccogliersi intorno a poche, intense fonti di luce tremolante che disegnavano i volti e gli sguardi di una segreta animazione, sconosciuta alla luce profana. La vita indaffarata si fermava e riassaporavi il piacere calmo dell’invisibile, affacciato nel balcone dell’interiorità. Un’interiorità condivisa, in un’inconsueta comunione di anime denudate dal favore del buio. Il gergo della vita bisbigliava nell’oscurità. Soprattutto mi piaceva l’euforia dell’attesa. La luce tornerà, così i grandi rassicuravano i bambini e se non tornerà quella elettrica verrà poi quella del giorno. Coricarsi con quella promessa nutriva l’incanto della notte. La bellezza del mondo si prendeva il suo congedo, ritirandosi agli sguardi e facendosi più preziosa nell’assenza e nel presagio del suo trionfale rientro. Nel ricordo della luce che si faceva promessa di tornare, trovavo l’essenza profumata della vita, il senso del mondo e la nostalgia di Dio, la morte e la rinascita. Vedrai, la luce tornerà.

(Ritorno a sud, Mondadori, 2014)