Al Museo del Sannio ora fanno bella mostra i 22 reperti databili dal VII al II secolo d.C. donati da Antonio Pietrantonio | ||
L’ex sindaco e’ stato definito da Elio Galasso come un “donatore seriale” per i doni che riusci’ a fare all’Istituto di piazza Santa Sofia. Poi la comitiva si e’ spostata all’Emeroteca di corso Garibaldi che da oggi e’ intitolata alla memoria di Giovanni Fuccio, giornalista ed editore Nostro servizio |
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Al Museo del Sannio di piazza Santa Sofia, è stata scoperta la teca all’interno della quale sono stati riposti i 22 reperti archeologici di epoca sannitica, di notevole fattura e praticamente intatti, che l’ex sindaco Antonio Pietrantonio ha voluto donare all’Istituto. Questi reperti, ha detto il presidente della Provincia, Nino Lombardi, giungono nell’anno del 150esimo anniversario dalla fondazione del Museo del Sannio che peraltro celebreremo adeguatamente alla presenza del ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano. In questa stessa sala, ha proseguito Lombardi, ci sono altri reperti della stessa epoca (databili dal VII al III secolo a.C.) e questi di Pietrantonio, la cui cura scientifica è stata affidata ad Elio Galasso, per circa 34 anni direttore del Museo del Sannio, sono stati donati con l’impegno che essi fossero messi esposti per modo che potessero essere fruiti dal pubblico dei visitatori. A prendere la parola è stato quindi lo stesso Pietrantonio che ha ringraziato Lombardi per essersi interessato nel far chiudere questa pratica di donazione. L’idea è nata negli anni 80, ha continuato l’ex sindaco, allorquando stavamo organizzando con l’ingegnere Giulio Cesare Pedicini, (presente all’incontro) un convegno sui Sanniti, auspice il ministro dei Beni Culturali dell’epoca, il sannita Ferdinando Facchiano. Portavamo avanti questa idea con uno dei massimi archeologi del tempo e che invitai a casa. Questi quando vide i reperti, riposti peraltro in maniera disordinata, mi chiese se sapessi della loro importanza. Autentici o meno, gli dissi, sono molto belli ed è questo quello che mi interessa. Elio Galasso, ha sottolineato invece come questi reperti provengano dalle colonie greche. I Sanniti non dipingevano la terracotta mentre i greci sì. Ne abbiamo trovati migliaia di questi vasi nella zona di Caudium, a Montesarchio proprio perché i Sanniti ne compravano molti in quanto erano affascinati da essi oltre che per la loro quotidiana utilità. In cambio davano lana e manufatti di legno. Le ceramiche sono in realtà molto semplici, poco elaborate, ma molto raffinate. Nei miei 34 anni da direttore del Museo del Sannio, ha detto ancora Galasso, ho avuto sempre il conforto di Pietrantonio sindaco che interveniva nel giro di qualche ora con operai del Comune a ripulire il Museo dalle erbacce anche quando visite importanti erano annunciate nel giro di qualche ora. Io l’ho sempre definito il donatore seriale. Tra i reperti che con il Comune riuscì a regalare al Museo certamente c’è la bandiera del Liceo Classico “Giannone” che all’epoca pagammo dieci milioni di lire ad un’asta, bandiera che demmo proprio al Liceo che la conservò nell’Aula Magna mentre oggi è nella presidenza, e poi una moneta d’oro di Arechi II che contesi all’asta ad un giapponese. Aumentai di 50mila lire ogni rilancio mentre lui aumentava di 1milione di lire. Poi si stancò ed io riuscii ad acquistarla per 6milioni e 50mila lire. Sin qui la cerimonia di acquisizione al Museo dei reperti donati da Pietrantonio. Poi la comitiva si è recata all’Emeroteca presso la Biblioteca Provinciale dove è stata scoperta la targa che intesta a giovanni Fuccio l’intera struttura che conserva i giornali.
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