Candida proposta per i migranti

𝐂𝐚𝐧𝐝𝐢𝐝𝐚 𝐩𝐫𝐨𝐩𝐨𝐬𝐭𝐚 𝐩𝐞𝐫 𝐢 𝐦𝐢𝐠𝐫𝐚𝐧𝐭𝐢
Un ragazzo che chiamerò Candido, in omaggio a Voltaire e a Guareschi, mi ha esposto una sua proposta ingenua e radicale per affrontare i flussi migratori che si annunciano crescenti in modo preoccupante, soprattutto dalla Tunisia e con la bella stagione.

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Candida proposta per i migranti
di Marcello Veneziani
Pubblicato il 25 Marzo 2023

Un ragazzo che chiamerò Candido, in omaggio a Voltaire e a Guareschi, mi ha esposto una sua proposta ingenua e radicale per affrontare i flussi migratori che si annunciano crescenti in modo preoccupante, soprattutto dalla Tunisia e con la bella stagione. E’ una proposta a cui non ho saputo rispondere, e ancora non so se considerarla irrealizzabile, stravagante nella sua ovvietà, suggestiva, necessaria. Mi limito a esserne il latore: ambasciator non porta pena.
Dunque, dice Candido che l’Italia, l’Europa dovrebbero cambiare atteggiamento verso i migranti, ma non diventando più accoglienti o più respingenti; semmai più realisti, cambiando le regole del gioco. Visti i tanti morti nelle traversate, visto il traffico di umani da parte di scafisti senza scrupoli, visto il business allestito su questo esodo, visti gli alti rischi del viaggio e del suo esito positivo, i nostri governi dovrebbero lanciare una campagna nei paesi di partenza e nei mass media, con un preciso messaggio: se volete sperare di essere accolti, e se volete viaggiare senza rischi e senza dare soldi agli scafisti, imbarcatevi semplicemente su navi, traghetti, treni, aerei di linea e venite a chiedere asilo. Se siete davvero profughi di guerra, e potete dimostrarlo, avete l’alta probabilità di essere accolti e regolarizzati, senza il calvario della clandestinità e tutte le incertezze di una vita border line o da homeless. Se non lo siete, presentatevi col proposito di venire a lavorare da noi, magari dicendo ciò che sapete o potete fare.
Certo, ci sarebbero da istituire, o da rafforzare, uffici d’accoglienza, gestiti da forze dell’ordine, militari e funzionari, nei principali porti, frontiere e aeroporti. Appena sbarcate coi vostri documenti vi mettete in fila presso quegli uffici per il vostro riconoscimento, poi con l’aiuto del personale compilate una scheda e in un colloquio spiegate la vostra situazione, se avete minori al seguito, cosa sapete fare, cosa avete studiato. Insomma fatevi conoscere e identificare e fate richiesta d’asilo.
Se tutto è in regola, compatibilmente con le nostre possibilità di ricezione e di assistenza, verrà rilasciato un permesso di soggiorno provvisorio, per esempio della durata di sei mesi, durante i quali frequenterete qualche corso per conoscere di più la nostra lingua, le nostre regole, il nostro Paese e potrete proporvi per il lavoro. Poi verrete smistati in località e strutture in grado di assistervi, vigilare e se possibile istradavi. Naturalmente la pratica è possibile se i flussi saranno regolati e non saranno esodi biblici, ingestibili. A sei mesi la verifica e se positiva la regolarizzazione.
In caso negativo sarete rimandati indietro, con lo stesso mezzo di trasporto preso in partenza e pagato decisamente meno di quello che chiedono gli scafisti. Qualche centinaio di euro, non migliaia, come con quegli scafi, per giunta sobbarcandovi a un alto rischio.
Chi non seguirà questa trafila, o cercherà di aggirarla, non richiedendo asilo né presentandosi ai checkpoint, chi si affiderà alla clandestinità e ai suoi traghettatori, sarà respinto e rispedito indietro. Scegliendo invece la via diritta, legale, alla luce del sole, crescono le possibilità di essere accolti, regolarizzati e aiutati. Soppesando rischi e prospettive, conviene molto di più tentare la diritta via.
Fantastico. Perché non ci abbiamo pensato prima? Ma non era così che si faceva ai tempi delle nostre emigrazioni? Forse oggi è irrealizzabile? Magari ora non puoi imbarcarti semplicemente pagando il biglietto e avendo un documento d’identità, ci saranno mille ostacoli? Oppure, noi in Italia e in Europa preferiamo evitare la diritta via, perché così chi non li vuole può fare le sue battaglie per respingerli, incassando una rendita elettorale; e chi li vuole non può fare le sue battaglie per accoglierli, incassando profitti elettorali e non solo; perché, come è noto, senza la via diritta ci sono mille intermediari, associazioni, reti, racket, ong, speculatori travestiti da umanitari che ci marciano.
Certo, occorrerebbe saper governare i flussi migratori, concertare una linea strategica a livello europeo, anche per gli smistamenti; e poi monitorare le situazioni sociali e lavorative, programmare inserimenti e gestire integrazioni effettive. Occorrerebbero Stati autorevoli, funzionanti, con vere capacità di gestione pubblica.
Non sono in grado di dire se la candida proposta sia più stupida o più geniale, più sensata o più fuori dalla realtà. Però alle volte conviene cimentarsi; e tra tanti arabeschi contorti per affrontare i flussi migratori, chissà che la cosa più ovvia, semplice, diretta, onesta, possa essere la più efficace o la meno impraticabile. Candido, come l’inguaribile ottimista del romanzo di Voltaire, o come l’omonima, combattiva testata di Giovannino Guareschi, ha il fervore dell’uno e l‘ardore dell’altro, è serafico e costruttivo. Ha capito, in ogni caso, che la questione non si risolve con un pronunciamento ideologico e con un calcolo politico, ma guardando in faccia la realtà, stroncando il traffico clandestino, cercando una soluzione sul campo, la meno dolorosa, la più umana, e non a chiacchiere; la più concreta. Alla fine, è una proposta evangelica: bussate e vi sarà aperto. Non sfondate la porta ed entrate in massa o aggirate i divieti, ingrossando l’illegalità e il caos. Per una volta rovesciamo la cinica massima di Andreotti: a essere candidi spesso si sbaglia, ma a volte si azzecca.

(Panorama n.13)