RICERCA EFFETTUATA SU “GOOGLE LIBRI” DAL LIBRO “CONSIDERAZIONI SUI MEZZI DA RESTITUIRE…..DI Carlo Alfan De Rivera ” seconda edizione VOL.II -Napoli-1833
Da pag. 401 a 404
[…] Intanto questi ggravissimi difetti delle nostre antiche strade tracciate nelle montagne, le rendono disadatte al trasporto delle derrate voluminose con sommo svantaggio dell’agricoltura, dell’industria e del commercio. Tali danni che gravitavano su la massa de’produttori, finora non si sono messi a calcolo, o si sono valutati di poco rilievo, mentre formavano il principale ostacolo dei miglioramenti che si avea la mira di operare per mezzo delle strade. All’incontro, avendo il dovere di prendere in matura considerazione questi gravi inconvenienti, abbiamo da gran tempo atteso a raccogliere dati per istituirne per approssimazione il calcolo che qui ci facciamo ad esibire.
La strada di Puglia da Napoli al ponte di Bovino fu una delle prime a costruirsi. Seguendosi quasi sempre l’antico sentiero, si valicò un ramo della catena, e si passò per Monteforte con pendii così ripidi che i carretti e le carrozze venendo da Avellino debbono prendere l’aiuto de’buoi per montare su l’alto.
Dopo Avellino prolungandosi la strada per picciolo tratto nella valle del Sabbato, attraversa salendo e discendendo ripidamente le diverse diramazioni de’ monti che si innalzano tra le valli del Sabbato, del Calore e dell’Ufita.
Tra le altre la salita dal Calore sino all’alto di Venticane è così erta che le carrozze ed i carretti sogliono attaccar i buoi. Dalla valle dell’ Ufita la strada per cinque miglia sempre con forti pendii monta sopra Ariano, il qual comune è situato sopra uno de’più elevati dorsi della catena. Dalle vicinanze di Ariano la strada discendendo con ripidi pendii si dirige alla valle del Cervaro e la costeggia fino al ponte di Bovino. Questa strada che dal miglio 21 al di là delmiglio 6o presenta successive aspre salite e discese e monta sopra uno de’dorsi i più eminenti della catena, è sommamente disadatta al commercio.
Essendo della più alta importanza la comunicazione delle Puglie con la capitale e con la provincia di Terra di Lavoro, si sentiva la necessità di costruire un’altra strad, secondo un più opportuno andamento, e si pensò di seguire a un di presso quello dell’antica via Egnazia.
Verso il 1790 s’intrapresero i lavori dalla parte di Troia e da quella di Montesarchio, per andarsi ad incontrare insieme nella valle del Calore. Benchè la ripidezza de’pendii fosse la principal cagione per la quale si voleva abbandonare l’antica strada di Puglia, pure da Troia per salire su gli Appennini la nuova strada si tracciò con pendenze all’otto per cento e in alcuni tratti fino al sedici. Anche dalla parte di Benevento verso Arienzo si trovano diversi tratti con pendenze all’otto per cento e con altri difetti di traccia.
In occasione della proposizione fatta dal Consiglio provinciale di Capitanata per una strada che dalle vicinanze di Troia andasse ad incontrare la Sannitica, con somma diligenza ne facemmo determinare l’andamento, e con l’espressa condizione di non doversi mai oltrepassare il cinque per cento.
La strada in progetto fu divisa in due tratti; l’uno che da Troia giugneva a Tre Fontane, e l’altro da questo luogo a Pontelandolfo. Il primo tratto è comune tanto se la strada si dirigesse ad incontrare la Sannitica, quanto se si conducesse a Benevento. Per la direzione di Pontelandolfo, che avea per oggetto la comunicazione con gli Abruzzi, la strada dalle vicinanze di Troia a Napoli sarebbe risultata di poche miglia più lunga di quella pel Vallo di Bovino, per Ariano e per Avellino. L’anzidetta comunicazione or va ad ottenersi più direttamente per la strada in costruzione, la quale partendo da Lucera per Volturara incontrerà la Sannitica presso Vinchiaturo, donde si distende quella de’Pentri che presso Isernia si congiue con la strada degli Abruzzi. Diminuendosi perciò l’importanza del ramo da Tre Fontane a Pontelandolfo, resterebbe per ora a costruirsi soltanto l’altro che per le vicinanze di Benevento menasse a Napoli. Questa strada da Troia fino alla capitale con pendenze che non oltrepassassero il cinque per cento, risulterebbe di alcune miglia più breve dell’altra che si distende pel Vallo di Bovino, per Ariano e per Avellino con ripidissime salite e discese. .
Deve per certo destare la più alta sorpresa che una strada, le cui pendenze soltanto nel tratto che traversa la catena, giungessero al cinque per cento come massimo limite, risultasse più breve di quella che presenta quasi continue ripide salite e discese dall’otto fino al quindici per cento. (i) È questa una delle luminose prove della somma differenza che , come tra la luce e le tenebre, passa tra il sapere e l’ignoranza nelle cose dipendenti dalla scienza e dall’arte. La determinazione di una buona traccia in un paese di montagne di grande estensione richiede somma abilità, istruzione, sperienza e lungo abito nelle operazioni geodetiche. Per potersi stabilire i punti obbligati e determinanti, è necessario che l’ingegnere abbia l’occhio assuefatto allo studio della campagna per conoscere nelle lughe investigazioni che deve fare, le difficoltà ed i vantaggi che si presentano, ed abbia gran pratica nell’ eseguire le livellazioni in grande […]
(i) Se nella rettificazione delle nostre antiche strade a traverso delle regioni montuose dovessimo seguire il medesimo andmento, forse se ne raddoppierebbe la lunghezza per ridurre al cinque le pendenze che sono all’otto -fino al quindici per cento. Ma l’ignoranza de’metodi di tracciare le strade di montagne era accompagnata da gravi difficoltà morali. Su i sentieri che battevano i corrieri ed il procaccio trovandosi stabilite le osterie di pertinenza de’baroni, costoro dispiegavano tutta la loro influenza per ottenere che quelle fossero considerate come punti determinanti pe’quali dovesse passare la nuova strada. Mal giudicandosi dello scopo delle strade rotabili, che per la facilità delle comunicazioni doveano promuovere l’agricoltura e l’industria nelle contrade che attraversano e far sorgere nuovi abitati ne’siti i più acconci a tali miglioramenti, si credeva dar un vantaggio alle strade medesime, facendole passare per le osterie e per ogni meschino abitato. Infine si solevano incontrare grandi opposizioni per parte de’ proprietari nell’occupazione de’loro fondi per una nuova traccia. Per queste cagioni riunite le antiche strade seguono quasi
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