Ridateci i telai di Padre Pio!
Ho scritto in più occasioni e diverse volte a mezzo stampa, che il beato Padre Pio da Pietrelcina, nel 1955, tra le molte filande dei paesi della provincia di Benevento, scelse quella della mia famiglia. i Rubbo in Pontelandolfo. inviando ambasciatrici da San Giovanni Rotondo, proprio da me, Elda, e da Gioconda Rubbo, a dire di interessarsi dei telai Jacquard che aveva ricevuto in dono da Cles, Trentino.
Oggi chiediamo perdono a Padre Pio, soprattutto la sottoscntta, per avere allora, nel 1955 tanto sminuito l’importanza della proposta; dell’onore della scelta fatta e dell’incarico a noi dato.
Forse che Padre Pio, venerato e conosciuto in tutto il mondo, anche da non cattolici, non avrebbe potuto, ad esempio, donare al Ciad dove esistono vescovi e missionari cappuccini della stessa provincia monastica nostra (appartentgo anch’io, terziaria trancescana a questa provincia), per far lavorare giovani? O non avrebbe potuto offrirli ai suoi devoti dell’India dove molti quasi bambini di 8, 9, 10 anni, annodano, seduti per terra, i tappeti, dando loro la possibilità di migliorare il loro lavoro? oppure in altre regioni d’Italia?
Perdonaci Padre Pio se non pensammo di essere state prescelte nel mondo e non solo in provincia di Benevento. Fortunate e privileglate noi, Elda e Gioconda, fummo accolte con tanta benevolenza a Cles, nel Trentino, perché eravamo le inviate di Padre Pio da Pietrelcina! E i telai furono impiantati tutti e presto qui in Pontelandolfo, presso la filanda Rubbo. in una comunità. che, purtroppo intenta ad impianti di moderni telai meccanici e persino automatici (ultimo ritrovato della tecnica tessile), disprezzò quasi. i telai di Padre Pio.
A mio avviso, però, il più grave ritardo storico della renitente comunità è stato questo: aver attaccato le foto di padre pio sui muri delle stanze della casa comunale, con trent’anni di ritardo. Nel 1968, il giorno delle esequie di Padre Pio, i gonfaloni di quasi tutti i paesi della provincia di Benevento, con i rappresentanti del proprio comune. in uniforme e non, sfilarono a San Giovanni Rotondo – mancava, però, il comune di Pontelandolfo che lasciò giungere il pullman da settanta posti, con le sole 28 dipendenti del laboratorio Rubbo.
Ecco il vero, storico ritardo e la manchevolezza che nel nostro Paese ha fatto dimenticare i “doveri di coscienza civile”, continuando in questi trent’anni, ad infierire contro la sottoscritta fino ad oggi che, sempre alieni, estranei, determinati, non ci pagano né la proprietà espropriata venti anni fa né, udite, udite!, il danno della distruzione (per fortuna non totale) dei sopra detti telai, dono di Padre Pio ad Elda e Gioconda Rubbo. Nel luglio 1995, il direttore del mensile “Specchio dei Sannio”, con un atto, direi di carità e comprensione, scrisse in calce ad uno dei miei scritti: ‘Debito di riconoscenza per Padre Pio”: “Fin qui Elda Rubbo. persona garbata e seria oltre che artista nel suo settore.
Certo il suo interrogativo è anche il nostro: quella sorta di “contagio” che impedì ad alcune diecine di persone, di onorare un impegno di presenza che nessuno aveva imposto, resta, un impenetrabile mistero perché sicuramente dovette circolare in quei giorni per Pontelandolfo un qualche “untore”.
Non sarebbe troppo tardi se qualcuno al corrente dei fatti, volesse far luce su un episodio rimasto oscuro. Circa la omertà cui la Rubbo fa preciso riferimento, vale lo stesso discorso. Siamo certi che sulla distruzione dei telai verrà fuori, anche grazie a questa testimonianza-accusa. la verità”.
Purtroppo, anche allora, la renitente comunità. tacque. Ed ecco allora il mio ennesimo grido: le foto che avete messo con ritardo nelle stanze della casa comunale non vi suggeriscono che è a Padre Pio che dovete atti di riparazione ai danni, descritti persino in un libro, fatti alla famigha Rubbo? Dove avete messo la macchine Jacquard che, essendo in ferro non è stato possibile bruciare, come probabilmente è accaduto per i telai? Dove avete sotterrato i piccoli “maglioni’, aghi che io vorrei recuperare in quanto reliquie per me e per tutti quelli che, da sempre, hanno amato e venerato Padre Pio? Spero dopo alcuni decenni di ottenere una risposta!
Elda Rubbo
della rinomata azienda artigiana di Pontelandolfo (BN)