Biden e l’illusione della soluzione dei due Stati

L’amministrazione Biden e l’illusione della soluzione dei due Stati

di Bassam Tawil 28 dicembre 2022

Pezzo in lingua originale inglese: Biden Administration and the Two-State Delusion
Traduzioni di Angelita La Spada

Members of the Ezz-Al Din Al-Qassam Brigades, the armed wing of the Palestinian Hamas movement, parade on trucks with rockets in a street in Khan Yunis, in the southern Gaza Strip on May 27, 2021. - A ceasefire was reached late last week after 11 days of heavy Israeli bombing of Gaza and rocket fire from the Hamas-run Palestinian coastal enclave into Israel. (Photo by THOMAS COEX / AFP) (Photo by THOMAS COEX/AFP via Getty Images)
Members of the Ezz-Al Din Al-Qassam Brigades, the armed wing of the Palestinian Hamas movement, parade on trucks with rockets in a street in Khan Yunis, in the southern Gaza Strip on May 27, 2021. – A ceasefire was reached late last week after 11 days of heavy Israeli bombing of Gaza and rocket fire from the Hamas-run Palestinian coastal enclave into Israel. (Photo by THOMAS COEX / AFP) (Photo by THOMAS COEX/AFP via Getty Images)

I risultati di diversi sondaggi di opinione pubblica, incluso il più recente, dimostrano ciò che la maggior parte dei palestinesi vuole: uccidere più ebrei e annientare Israele. La crescente popolarità di Hamas fra i palestinesi è un chiaro segno che la maggior parte di loro si identifica con l’obiettivo del gruppo islamista di distruggere Israele. Nella foto: uomini armati di Hamas sfilano su camion con a bordo razzi, in una strada a Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza, il 27 maggio 2021. (Foto di Thomas Coex/AFP via Getty Images)

Alcuni giorni dopo che il segretario di Stato americano Antony Blinken ha riaffermato l’impegno dell’amministrazione Biden per la “soluzione dei due Stati”, i palestinesi hanno risposto reiterando il loro rigetto dell’idea e il sostegno a intensificare le azioni terroristiche contro Israele.

La risposta palestinese è arrivata attraverso un sondaggio di opinione pubblicato il 13 dicembre dal Centro Palestinese per la Ricerca Politica e d’Indagine (PCPSR) e le dichiarazioni di Hamas, il gruppo islamista palestinese che controlla la Striscia di Gaza.

Il sondaggio ha rilevato che il 69 per cento dei palestinesi ritiene che la “soluzione dei due Stati” non sia più funzionale né fattibile. Un altro 72 per cento è convinto che nei prossimi cinque anni le opportunità di creare uno Stato palestinese a fianco di Israele sono scarse o inesistenti.

In breve, i palestinesi dicono a Blinken e all’amministrazione Biden che entrambi possono continuare a fantasticare sulla soluzione dei due Stati per tutto il tempo che desiderano, ma il popolo palestinese preferisce “la lotta armata” e il terrorismo ai negoziati di pace con Israele.

Alla domanda sui mezzi più efficaci per costruire uno Stato indipendente, il 51 per cento dei palestinesi intervistati ha risposto: la “lotta armata”. Un altro 55 per cento si è detto favorevole a una recrudescenza degli scontri armati e a un’intifada (una rivolta) contro Israele.

Ancora più preoccupante è che il 72 per cento dell’opinione pubblica palestinese è a favore della formazione di gruppi terroristici come Lions’ Den, i cui membri negli ultimi mesi hanno condotto nel nord della Cisgiordania attacchi con armi da fuoco contro soldati e civili israeliani.

All’inizio di questo mese, Blinken ha dichiarato in un discorso alla J Street National Conference che l’amministrazione Biden continuerà a lottare per “realizzare l’obiettivo duraturo di avere due Stati”. E ha aggiunto:

“Appoggiamo questa visione perché è pragmatica. Continuiamo a credere, come ha detto il Presidente durante il suo viaggio in Terra Santa della scorsa estate, che i due Stati, creati entro i confini del 1967, con scambi mutualmente concordati, rimangono il modo migliore per raggiungere il nostro obiettivo di israeliani e palestinesi che vivono fianco a fianco in pace e in sicurezza”.

Il mese scorso, nel corso di una telefonata al presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas, il segretario di Stato americano ha ribadito il sogno dell’amministrazione Biden di dare un riscontro concreto alla soluzione dei due Stati, soprattutto lungo i confini notoriamente indifendibili stabiliti con l’armistizio del 1949, dove i combattimenti all’epoca finirono per fermarsi.

I risultati di diversi sondaggi, incluso il più recente, dimostrano che Blinken e il suo team s’illudono o semplicemente non riescono a comprendere né a vedere ciò che la maggior parte dei palestinesi vuole: uccidere più ebrei e annientare Israele.

Questo non è il primo sondaggio che mostra che la maggioranza dei palestinesi si oppone alla “soluzione dei due Stati”. Ciò è dovuto al fatto che essi chiedono a gran voce uno Stato palestinese non al fianco di Israele, ma al posto di Israele.

Inoltre, questo non è il primo sondaggio che mostra che la maggior parte dei palestinesi continua a sostenere Hamas, il gruppo terroristico il cui statuto invoca apertamente il jihad (la guerra santa) e l’eliminazione di Israele.

Lo statuto di Hamas cita quanto asserito dal fondatore spirituale dei Fratelli Musulmani Hassan al-Banna: “Israele esisterà e rimarrà in esistenza finché l’Islam non lo annienterà, così come ha annientato altri prima di lui”.

La crescente popolarità di Hamas tra i palestinesi è un chiaro segno che la maggior parte di loro si identifica con l’obiettivo del gruppo islamista di distruggere Israele.

Come Hamas, questi palestinesi vogliono rimpiazzare Israele con uno stato islamista i cui confini si estendono dal fiume Giordano al Mar Mediterraneo.

Secondo l’ultimo sondaggio, se oggi si tenessero nuove elezioni presidenziali dell’Autorità Palestinese, l’interlocutore palestinese preferito dall’amministrazione Biden, Mahmoud Abbas, otterrebbe il 36 per cento dei consensi e il leader di Hamas Ismail Haniyeh riceverebbe il 54 per cento delle preferenze. Inoltre, il 75 per cento ha dichiarato di volere le dimissioni dell’87enne Abbas.

Sarebbe stata una buona idea se Blinken avesse ascoltato quanto chiaramente affermato dai leader di Hamas nei giorni scorsi durante i comizi per celebrare il 35° anniversario della fondazione della loro organizzazione. I dirigenti di Hamas hanno reiterato le loro minacce di “sradicare il nemico sionista” da Israele attraverso il terrorismo. Hanno anche elogiato i gruppi terroristici in azione nelle aree della Cisgiordania che stanno compiendo attacchi contro gli israeliani.

In occasione dell’anniversario, il 14 dicembre, Hamas ha rilasciato una dichiarazione che sostanzialmente confuta le affermazioni di alcuni occidentali secondo cui è diventato un gruppo “moderato” pronto ad accettare “la soluzione dei due Stati”:

“Nel 35° anniversario della sua fondazione, il Movimento di resistenza islamica [Hamas] conferma quanto segue: la Palestina, dal suo fiume [Giordano] al suo Mare [Mediterraneo], è la terra del popolo palestinese. Continueremo ad aggrapparci assolutamente, e ad appigliarci al nostro diritto legittimo di difenderla e liberarla con tutti i mezzi possibili, soprattutto la resistenza armata”.

Se i palestinesi avessero voluto davvero avere il proprio Stato a fianco di Israele, avrebbero potuto farlo molti anni fa. Invece, Mahmoud Abbas e il suo predecessore, Yasser Arafat, hanno rifiutato tutte le offerte di pace ricevute dai leader israeliani negli ultimi 22 anni, senza nemmeno avanzare una controfferta.

“Il rifiuto palestinese ha vinto ogni volta che una partizione concreta era all’ordine del giorno, come quella proposta dall’ex primo ministro Ehud Barak nel 2000 o quella ventilata dal premier Ehud Olmert nel 2007”, ha affermato Efraim Inbar, presidente del Jerusalem Institute for Strategy and Security. “Qualsiasi Stato palestinese sarà insoddisfatto dei suoi confini e intenzionato a usare la forza per raggiungere i propri obiettivi”.

La proposta fatta da Barak a Yasser Arafat comprendeva la creazione di uno Stato palestinese su circa il 92 per cento della Cisgiordania e sul 100 per cento della Striscia di Gaza, nonché l’istituzione di una capitale palestinese a Gerusalemme Est. Arafat rifiutò.

Blinken e i suoi consiglieri potrebbero imparare molto dall’ex presidente degli Stati Uniti Bill Clinton, che ospitò il vertice per la pace del 2000 a Camp David. In quell’occasione, Arafat respinse la generosa offerta ricevuta da Barak. Al suo rifiuto, Clinton perse le staffe e disse: “Stai portando il tuo popolo e la regione alla catastrofe”.

Da allora, i palestinesi hanno fatto del loro meglio per adempiere la profezia di Clinton. Continuano a ricorrere al terrorismo, glorificano i terroristi, sostengono finanziariamente le loro famiglie e appoggiano Hamas nel suo jihad volto a distruggere Israele.

Chiunque sostenga la creazione di uno Stato palestinese spianerebbe la strada ai palestinesi per utilizzare la Cisgiordania e la Striscia di Gaza come trampolino di lancio per attaccare e distruggere Israele.

L’ultima cosa di cui Israele e i suoi vicini arabi hanno bisogno è uno Stato terroristico controllato dall’Iran in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza che verrebbe usato per lanciare attacchi sia contro gli israeliani sia contro gli arabi. Un tale Stato sarebbe una ricetta per la guerra, e non per la pace in Medio Oriente.

Oggi, è evidente che per molti palestinesi il desiderio di uccidere gli ebrei e di eliminare Israele resta immutato, più importante della costruzione di uno Stato che vivrebbe in pace e in sicurezza al fianco di Israele. È giunto il momento che l’amministrazione Biden si renda conto del fatto che Clinton aveva capito più di venti anni fa che il rifiuto dei leader palestinesi sta trascinando il popolo palestinese e l’intero Medio Oriente verso un futuro sanguinoso e senza prospettive.

Per capovolgere il problema, la comunità internazionale, a cominciare dagli Stati Uniti, deve insistere sul fatto che qualsiasi aiuto sia strettamente condizionato all’abbandono da parte dei palestinesi dei loro appelli al terrorismo, che ora infestano l’intera società palestinese, anche nei cruciverba. In caso di mancanza di ottemperanza alle norme, i pagamenti devono essere bloccati. Se una persona va in banca a chiedere un prestito, ci sono delle condizioni connesse, e allora perché questo non vale per gli aiuti finanziari? Diversamente, tutti i sostegni finanziari che non “scompaiono” verranno apertamente utilizzati per finanziare il terrorismo, il jihad e l’uccisione degli ebrei.

Bassam Tawil è un musulmano che vive e lavora in Medio Oriente.