Anche gli uomini potranno partorire

𝐀𝐧𝐜𝐡𝐞 𝐠𝐥𝐢 𝐮𝐨𝐦𝐢𝐧𝐢 𝐩𝐨𝐭𝐫𝐚𝐧𝐧𝐨 𝐩𝐚𝐫𝐭𝐨𝐫𝐢𝐫𝐞
Cambieremo la storia della medicina e dell’umanità, i diritti non si possono fermare: anche gli uomini potranno partorire.

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Anche gli uomini potranno partorire

Cambieremo la storia della medicina e dell’umanità, i diritti non si possono fermare: anche gli uomini potranno partorire. L’annuncio trionfale o terribile, è del chirurgo serbo Miroslav Djordjevic. Il medico serbo ha dichiarato che sta mettendo a punto un metodo per far partorire tutti coloro che un tempo erano uomini e hanno deciso di cambiare sesso. Lui è già un esperto in questo campo, ha seimila interventi alle spalle. Arrivano alla sua clinica di Belgrado persone da tutto il mondo, dall’Ungheria all’Italia, dall’Arabia Saudita all’Australia. “La mia sfida più grande” – annuncia il chirurgo dei trans – “è arrivare al punto in cui un paziente uomo diventato donna sarà in grado di concepire e partorire un bambino, dopo l’impianto di utero e ovaie. Vogliamo essere noi i primi al mondo”. E promette un database mondiale, una specie di censimento globale, di tutti coloro che vogliono cambiare sesso. Secondo le statistiche, un uomo o una donna ogni 30 mila rifiuta il proprio corpo e il proprio sesso. Il chirurgo prevede di trapiantare gli organi riproduttivi di donne che vogliono diventare uomini in uomini che vogliono diventare donne e così metterli in condizione di partorire. “Non ho un attimo di tregua fino a fine anno” – ha dichiarato Djordjevic a “La Stampa” – “Nel prossimo mese e mezzo opererò 35 pazienti». «Portiamo a termine tra i 150 e i 200 interventi l’anno”. Djordjevic lavora anche a New York, dove opera in una delle migliori strutture sanitarie al mondo, il Mount Sinai, un nome biblico per una struttura ebraico-americana. Nonostante la legislazione serba non sia molto aperta alle comunità Lgbtq, Djordjevic si reputa un missionario del sesso in transito e ora della miracolosa gravidanza degli ex-maschi. Ha raccontato di avere in cura un trans di nome Fabian, che ora è una donna: dal glande ricaverà il clitoride, dallo scroto trarrà le labbra della vulva. Niente verrà buttato, sarà una riconversione integrale. Sarà un clitoride non solo in apparenza, avrà sensibilità. E annuncia che il trapianto di genitali col tempo diventerà routine, come il trapianto della mano o della gamba. Il chirurgo taumaturgo dà alla sua attività una motivazione etica, civile, quasi religiosa; si propone come testimonial dei diritti umani: “non si possono fermare i diritti”, proclama, “né chiese né governi possono fermare una pulsione naturale”. Naturale? Mah. La natura, da quel che so, precede l’uomo; quel che l’uomo produce è frutto della sua volontà e della sua mente, non è natura.

Mi fermo, lascio lo scienziato, la sua miracolosa sostituzione di pezzi umani, la sua umanità geneticamente modificata e ripenso alle sue parole, ai suoi atti, alle sue promesse (o minacce) dal punto di vista umano e anche ponendomi da “filosofo” della condizione umana. Ripenso alla natura, al destino, ai nostri limiti e all’essere in tutte le sue forme. Vedo un mondo crollare, il mondo delle origini, delle identità e delle differenze naturali, quello in cui da sempre viviamo. Capisco. Sta nascendo un nuovo essere vivente, che non riesco a chiamare umano e nemmeno postumano. Non è nuovo umanesimo, semmai è transumanesimo che tende progressivamente a cancellare tutto quel che l’uomo ha vissuto, pensato, creduto, non da ieri ma da sempre. Qual è la radice di tutto questo? Siamo scontenti di ciò che siamo, e i diritti ormai coincidono con i desideri. Non c’è nessuna identità, siamo ciò che vogliamo essere, possiamo autocrearci e automodificarci, in base ai nostri desideri, con l’aiuto della chirurgia.

Non abbiamo sconfitto la morte, e nemmeno il dolore, la vecchiaia, la malattia, ma ci stiamo attrezzando per aggirare i nostri limiti e rigettare tutto quel che ci è dato in natura, in eredità, col patrimonio genetico. Che genere di vita, di legami, di società, di paternità e di maternità – ma forse è meglio parlare neutralmente di genitorialità – condurremmo sulla base di questa convinzione? Qualcuno potrà obiettare che si tratta ancora di eccezioni, uno su trentamila è una minoranza sparuta, e la statistica riguarda un’infima minoranza dell’umanità. La stragrande maggioranza degli otto miliardi di umani che popolano il mondo non si pone nemmeno questo problema, vive secondo natura; ed è già tanto riuscire a sfamarsi e sfamare i propri vecchi e bambini, rimediare un posto per dormire, coprirsi dal freddo, ripararsi e vestirsi. Figuriamoci se in Africa, o nelle aree povere della Cina o dell’India, c’è questo problema di cambiar sesso e da maschi procurarsi la maternità.

Ci sarà qualcuno che cerca sempre di vedere il mezzo bicchiere pieno, anche se è appena un dito, pronto a dire: meglio così che l’utero in affitto, la vergognosa, indecente, compravendita del sesso, lo sfruttamento dei poveri da parte dei ricchi che vogliono avere un figlio anche se non possono averlo, o sono coppie omosessuali.

Resta però lo sconcerto, appena attenuato dall’esperienza storica del mondo: quante stravaganze, quante mostruosità, annunciate come l’avvenire, sono poi rimaste sulla carta o sono presto finite sopraffatte da mille controindicazioni e da altre priorità ed urgenze. Il tempo, alle volte, è medico più sapiente degli uomini, cancella le follie, i deliri di onnipotenza, le pretese di farsi dei o mutanti. Il problema di fondo è che nella vita ci sono cose che possiamo cambiare, cose che possiamo fare; ma ci sono limiti, limiti naturali e forse soprannaturali che non possiamo valicare o volatilizzare. E’ già tanto, e così difficile, restare umani…

(Panorama, n.49)