Covid, autorizzato il vaccino booster formulato con variante Beta
21 Novembre 2022
Il nuovo vaccino sfrutta la stessa tecnologia già utilizzata nei sieri antinfluenzali stagionali
Maria Girardi
Tabella dei contenuti
- I vaccini anti Covid in Italia
- Il nuovo vaccino anti Covid formulato con variante Beta
- L’efficacia del nuovo vaccino anti Covid
Vaccini sì, vaccini no. Impazza in questi giorni la polemica sulle affermazioni di Marcello Gemmato. Il sottosegretario alla Salute, durante la trasmissione di Rai 2 Restart-L’Italia ricomincia da te, ha infatti espresso la sua perplessità in merito all’efficacia dei vaccini contro il Covid. La stessa è stata poi smentita in una successiva nota nella quale Gemmato non solo si è dichiarato favorevole ai vaccini, ma ha altresì sottolineato l’evidente decontestualizzazione e strumentalizzazione delle sue parole ad opera dell’opposizione. Al dì là della controversia, l’utilità dei vaccini è stata scientificamente provata.
A conferma di ciò uno studio pubblicato su The Lancet Infectious Diseases secondo cui i sieri hanno salvato 14,4 milioni di persone ed hanno ridotto la mortalità per Covid del 79%. Se si considerano le morti non conteggiate ufficialmente il numero sale a 19,8 milioni di individui. Di questi, 15,5 milioni di decessi sono stati evitati grazie all’effetto diretto delle vaccinazioni, il resto invece grazie all’effetto indiretto di queste ultime. A tal proposito basti pensare alla minore pressione sui sistemi sanitari dei Paesi e alla riduzione della trasmissione virale.
I vaccini anti Covid in Italia
Due sono i tipi di vaccino anti Covid somministrati nel nostro Paese fin dal principio: quelli a mRNA (Cominarty Pfizer/BioNTech) e quelli a vettore virale (AstraZeneca e Janssen). Come funzionano? Innanzitutto è bene chiarire il significato di vaccino. Si tratta di un preparato farmacologico che, stimolando il sistema immunitario, lo induce a produrre gli anticorpi necessari all’immunizzazione nei confronti di un determinato patogeno. Per fare questo esso deve contenere qualcosa che appartiene all’agente ( virale o batterico) che in termini medici viene definito antigene.
I vaccini a mRNA presentano nella loro composizione quote di RNA messaggero di SARS-CoV-2 sul quale sono conservate le istruzioni necessarie per codificare la proteina Spike del virus. Questi vaccini, una volta entrati nelle cellule, codificano la proteina virale che, a sua volta, sollecita il sistema immunitario a produrre gli anticorpi fondamentali per l’immunizzazione. Nei vaccini a vettore virale, invece, è un adenovirus reso inoffensivo a inserire nella cellula del ricevente la sequenza di SARS-CoV-2 codificante per la proteina Spike.
Attualmente le dosi booster o di richiamo con vaccini a mRNA sono quattro e vengono somministrate dopo un periodo prestabilito dalla conclusione del ciclo vaccinale o dalla guarigione dalla malattia. Fondamentali per gli anziani e per tutti i soggetti fragili, esse sono finalizzate al mantenimento nel tempo di un adeguato livello di risposta immunitaria.
Il nuovo vaccino anti Covid formulato con variante Beta
Di recente i ricercatori dell’Ospedale generale del Massachusetts hanno identificato bersagli di vaccini a cellule T stabili nel coronavirus. La scoperta di questi bersagli noti come “epitomi altamente collegati in rete” apre la strada alla creazione di un vaccino a cellule T Covid ad ampio spettro. In attesa di future conferme, la scienza prosegue il suo cammino. Infatti, dopo il parere positivo espresso dal Comitato per i Medicinali per Uso Umano (CHMP) dell’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA), la Commissione Europea ha approvato il primo vaccino anti Covid booster di nuova generazione adiuvato a base proteica con variante Beta.
Messo a punto da Sanofi e GSK il vaccino è efficace contro tutte le varianti. Queste ultime si distinguono: varianti di preoccupazione, di interesse e di monitoraggio. Tra le prime figura la variante Omicron e le sue relative sottovarianti che, pur comportando sintomi più lievi, si trasmette con maggiore facilità rispetto alla Delta. Philip Dormitzer, Global Head of Research and Development Vaccines ha affermato: «Questa approvazione della Commissione Europea è un passo importante per fornire ulteriori soluzioni vaccinali all’Europa per l’inverno. Il nostro candidato vaccino adiuvato a base proteica ha il potenziale per dare un importante contributo alla salute pubblica con l’ulteriore evoluzione della pandemia».
L’efficacia del nuovo vaccino anti Covid
Messo a punto per garantire un’ampia protezione contro più varianti, il vaccino booster anti Covid a base proteica fonda la sua funzionalità sull’antigene della variante Beta e include l’adiuvante pandemico di GSK. Esso è indicato come dose di richiamo per l’immunizzazione attiva contro SARS-CoV-2 in adulti con età pari o superiore a 18 anni a cui è stato precedentemente somministrato un vaccino a mRNA o a vettore virale. Nelle indagini condotte quando erano prevalenti i ceppi Omicron, il nuovo vaccino ha indotto una forte risposta immunitaria contro molteplici varianti.
Tra i vari studi per testare la sua validità figura quello condotto dall’Assistance Publique – Hôpitaux de Paris (AP-HP). Gli scienziati hanno analizzato il vaccino booster in seguito alla vaccinazione primaria con due dosi di Pfizer BioNTech. Il nuovo siero ha indotto una risposta immunitaria misurata dai titoli anticorpali neutralizzanti più elevata rispetto al richiamo effettuato con il vaccino a mRNA. Inoltre il vaccino a base proteica è stato in grado di produrre un numero superiore di anticorpi neutralizzanti contro i ceppi Omicron BA.1 e BA.4/BA.5 rispetto al vaccino booster di confronto.
Il vaccino, a base di proteine ricombinanti, è stato sviluppato da Sanofi sul modello della variante Beta e include l’adiuvante pandemico prodotto da GSK. La stessa tecnologia è utilizzata nei vaccini antinfluenzali stagionali di Sanofi già approvati. Il nuovo siero sarà disponibile nei diversi Paesi europei grazie all’accordo di acquisto anticipato (APA) stipulato con la Commissione Europea.
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