Le buone intenzioni
È tutta questione di… tristezza.
Si comunica per esprimere reciprocamente le proprie conoscenze, capacità e modi di essere nel rapporto con gli altri, per mettere in comune con.
La comunicazione avviene fra, almeno, due parti/soggetti che possiamo definire emettitore e ricevente e che, reciprocamente, scambiano a due o più vie, informazioni. In ogni azione formativa, dunque educativa, è presente quindi una azione comunicativa.
Ne consegue che la qualità della nostra comunicazione determinerà necessariamente il risultato formativo in ogni campo in cui si realizza: dalla famiglia alla scuola, dal contesto professionale a quello politico. In altre parole, la qualità della nostra intera vita è determinata dal tipo e dalla qualità della nostra comunicazione.
Ciascun individuo interagisce con gli altri per tutta la durata della propria vita.
La comunicazione richiede però non solo interazione ma volontà dialogica. La radice latina cum munus significa dono comune.
La donazione è il significato profondo della comunicazione. Doniamo conoscenze, abilità, saperi, sentimenti, emozioni, paure, speranze, sogni e desideri. In questi atti ogni individuo diventa l’esperienza degli altri individui, e il significato di una comunicazione dialogica risiede nel responso, cioè nella comunicazione di ritorno, o retroazione.
Vale a dire, che per il nostro interlocutore ciò che conta è quanto e che cosa ha effettivamente compreso. L’emettitore a sua volta attende l’informazione di ritorno, per comprendere che cosa ha effettivamente trasmesso.
Nella comunicazione le buone intenzioni non contano.
Conta solo il risultato che otteniamo. Conta solo ciò che l’interlocutore capisce e l’emettitore risponde a sua volta.
Quando provochiamo reazioni inappropriate rispetto al contenuto od al motivo della comunicazione, è necessario valutare l’intero sistema di comunicazione.
Ecco, proprio sulla base di queste considerazioni antropologico-mentali e scientificamente acclarate dovrebbe essere relativamente facile affrontare la nostra prossima occasione comunicativa istituzionale di settembre.
Ogni scelta è comunicazione.
Alessandro Bertirotti si è diplomato in pianoforte presso il Conservatorio Statale di Musica di Pescara e laureato in Pedagogia presso l’Università degli Studi di Firenze. È docente di Psicologia per il Design all’Università degli Studi di Genova, Scuola Politecnica, Dipartimento di Scienze per l’Architettura ed è attualmente Visiting Professor di Anthropology of Mind presso l’Universidad Externado de Colombia, a Bogotà e presidente dell’International Philomates Association. È membro della Honorable Academia Mundial de Educación di Buenos Aires e membro del Comitato Scientifico di Idea Fondazione (IF) di Torino, che si occupa di Neuroscienze, arte e cognizione per lo sviluppo della persona. Ha fondato l’Antropologia della mente (www.bertirotti.info).