Se avessimo avuto noi una Regina…

𝐒𝐞 𝐚𝐯𝐞𝐬𝐬𝐢𝐦𝐨 𝐚𝐯𝐮𝐭𝐨 𝐧𝐨𝐢 𝐮𝐧𝐚 𝐑𝐞𝐠𝐢𝐧𝐚…
Avessimo avuto noi in Italia una regina per settant’anni al posto dei presidenti della Repubblica…

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Se avessimo avuto noi una Regina…

Avessimo avuto noi in Italia una regina per settant’anni al posto dei presidenti della Repubblica… Lasciate che per una volta mi imbarchi in un paragone “irriverente” e virtuale, del tutto immaginario che nessuno osa pronunciare ed esplicitare. So che le storie, oltre che gli assetti del Regno Unito e dell’Italia sono assai diversi, e sarebbe facile elencare le enormi differenze; ma una figura istituzionale davvero al di sopra delle parti, in grado di incarnare con grande spirito di servizio, impersonalità e carisma lo spirito di una tradizione, di una storia nazionale. Quante volte la nostra repubblica ha tremato, quante volte i presidenti della nostra repubblica sono stati uomini di parte, figli di una maggioranza, di un patto sotterraneo e di un partito; hanno agito e manovrato come giocatori più che arbitri. E quanto debole è stato nel nostro Paese l’amor patrio, mancando simboli e figure che lo rappresentano; quanto sarebbe stato necessario il richiamo ad una unità di fondo per un paese diviso, lacerato, dominato dalla partitocrazia, da guerre civili e troppo debole sul piano internazionale. Anche i migliori tra i nostri Capi dello Stato non avevano il carisma, l’autorevolezza, lo stile di un sovrano come la Regina, che sa subordinare il politicantismo e il piccolo opportunismo d’occasione a una dignità sovraordinata che risponde alla storia anziché ai giochi di poteri. Avremmo avuto bisogno di una figura che fosse un punto fermo in tante fasi di caos, instabilità, disorientamento, manovre che coinvolgevano anche la massima istituzione. Certo, c’è la differenza di fondo tra monarchia e repubblica, c’è la solidità di una dinastia che in Italia invece non c’era, se consideriamo il giudizio controverso sui Savoia, le nostalgie borboniche a sud e asburgiche a nord; e se consideriamo che la nostra monarchia non è durata neanche un secolo, rispetto alle secolari tradizioni britanniche; troppo poco per radicarsi. Ma la Regina ha rappresentato un punto di riferimento, saldo e rassicurante, in un Regno che perdeva i suoi tratti e i domini di un Impero, che è stata trascinata in conflitti internazionali anche laceranti, che si è trovata a dover condurre nel passaggio all’Unione europea e poi con la Brexit, all’uscita dall’orizzonte europeo.

Lasciatemi dire che pur nelle differenze enormi di popoli, di storie, di assetti, a noi è mancata una figura come la Regina Elisabetta, che restò al di sopra delle parti sia con governi laburisti che conservatori. Una stella polare, non solo per la longevità eccezionale del suo regno ma per il valore simbolico che ha rappresentato; asse che non vacilla davanti a non poche turbolenze, eventi tragici, processi alla Monarchia, indecenti gossip e intemperanze anche nella famiglia reale. Considerando peraltro che la Monarchia britannica costa ai suoi sudditi meno, molto meno, di quanto costi il Quirinale repubblicano a noi italiani. Onore alla Regina che lascia il mondo e una discreta, rispettosa, ammirata invidia per la sua figura che a noi è mancata.