Riforma Isee, il Consiglio di Stato boccia il governo sui disabili
“Indennità non è reddito, ma un sostegno”, affermano i giudici amministrativi. Con il nuovo conteggio, entrato in vigore nel 2015, i portatori di handicap perdevano alcuni benefici
Sul nuovo Isee il governo ha torto. Per il Consiglio di Stato “l’indennità dei disabili è un sostegno, non può essere considerata come reddito”. Bocciata quindi la richiesta dell’esecutivo di annullare la sentenza del Tar del Lazio, che aveva accolto i ricorsi dei portatori di handicap, che, con il conteggio – entrato in vigore nel 2015 – che somma indennità a stipendio, perdevano il diritto ad alcuni benefici. Poletti: “Applicheremo la sentenza”.
Riforma Isee, il Consiglio di Stato boccia il governo sui disabili
Il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso dell’esecutivo contro una sentenza del Tar del Lazio dell’11 febbraio 2015, che aveva giudicato illegittima la riforma dell’Isee (indicatore della situazione economica equivalente, che costituisce il riferimento per l’accesso ad aiuti e a prestazioni sociali agevolate) entrata in vigore a inizio 2015, nella parte in cui considera nel reddito disponibile anche le pensioni legate a situazioni di disabilità, le indennità di accompagnamento e gli indennizzi Inail. Il ricorso al Tar era stato a sua volta presentato da familiari di persone disabili.
Secondo il Consiglio di Stato, “l’indennità di accompagnamento e tutte le forme risarcitorie servono non a remunerare alcunché, né certo all’accumulo del patrimonio personale, bensì a compensare un’oggettiva e ontologica situazione d’inabilità che provoca in sé e per sé disagi e diminuzione di capacità reddituale. Tali indennità o il risarcimento sono accordati a chi si trova già così com’è in uno svantaggio, al fine di pervenire in una posizione uguale rispetto a chi non soffre di quest’ultimo ed a ristabilire una parità morale e competitiva. Essi non determinano infatti una ‘migliore’ situazione economica del disabile rispetto al non disabile, al più mirando a colmare tal situazione di svantaggio subita da chi richiede la prestazione assistenziale, prima o anche in assenza di essa”.
Laconica la reazione del ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Giuliano Poletti, che in una nota fa sapere che “come governo non possiamo che prendere atto della sentenza appena depositata dal Consiglio di Stato e provvederemo ad agire in coerenza con questa decisione”.
Per la presidente di Fdi, Giorgia Meloni, “è una vittoria di tutte le famiglie italiane con un disabile o un invalido a casa che più volte hanno tentato di far ragionare l’esecutivo su un tema così delicato”. “Il governo esce da questa vicenda doppiamente sconfitto” affermano i parlamentari del M5S, che rivendicano la paternità della battaglia per “l’eliminazione delle provvidenze assistenziali dal calcolo dell’Isee” e affermano che “ora il governo ha il dovere di obbedire alla giustizia italiana e ci aspettiamo parole di scuse da parte di Renzi, Poletti, Biondelli e da parte di tutti quei parlamentari che hanno difeso l’indifendibile”.