Cos’è l’acido butirrico e perchè fa bene

Cos’è l’acido butirrico e perchè fa bene

6 Luglio 2022
Tutti i benefici dell’acido grasso a catena corta che si forma quando i batteri intestinali scompongono la fibra alimentare

Guido De Duccis

È difficile nominare il burro e pensare a benefici per la nostra salute. Molti di noi lo associano per lo più a colesterolo alto e trigliceridi: insomma, a qualcosa di amico del palato ma che col benessere c’entra davvero poco. La cattiva fama del burro è, in parte, giustificata visto che rappresenta una fonte di grassi saturi animali.
Forse, però, non sapete che il burro è una delle migliori fonti alimentari di acido butirrico (ma non l’unica, lo sono anche il latte di capra, quello di pecora, l’olio extravergine e l’aceto ma ne parleremo più avanti).
E proprio di questo acido e delle sue caratteristiche vogliamo oggi argomentare.

Che cosa è, anzitutto?

L’acido butirrico o butirrato è un acido grasso a catena corta che viene creato quando i batteri buoni dell’intestino scompongono la fibra alimentare. Tutti conoscono l’importanza di un buon funzionamento del colon per il nostro sistema immunitario, per il metabolismo e per tante altre cose. La letteratura medica sul punto è vastissima, perciò possiamo tranquillamente sorvolare.
Ascoltiamo solo il professor Philippe Lagarde, oncologo di fama mondiale: “Dopo cinquant’anni di oncologia sul campo, non posso dire che una persona con problemi intestinali sia automaticamente destinata a sviluppare un tumore, ma posso dire con certezza che in questi cinquant’anni di oncologia non mi è mai capitato di curare un malato di tumore che non fosse affetto anche da un problema intestinale” (da Il cibo che cura, il cibo che ammala di Maria Rosa Di Fazio, editore Mind). Tranchant e più chiaro di mille trattati.

Ci linitiamo a ricordare che le cellule batteriche presenti nell’intestino sono 10 volte superiori al restante numero di cellule presenti nello stesso individuo e sono pari a quasi 2 kg del nostro peso corporeo. I batteri “buoni” dell’intestino producono gli acidi grassi a catena corta (ai lettori bravi in chimica farà piacere sapere che trattasi di acidi contenenti fino a 6 atomi di carbonio). Questi acidi hanno, in generale, un forte potere antiinfiammatorio: in particolare l’acido butirrico si è rivelato utile per il trattamento della celiachia e delle più gravi malattie infiammatorie intestinali come la colite ulcerosa e il morbo di Crohn. Già così non sarebbe male ma sembra persino in grado di aiutare le cellule del colon a rimanere sane, a impedire la crescita delle cellule tumorali e a favorirne la distruzione.

Come assurmerlo?

La domanda è d’obbligo: come possiamo ottenere un aumento di questi acidi grassi a catena corta così importanti? Elementare: consumare molti alimenti ricchi di fibra come verdura e frutta. Un recente studio su circa 150 individui ha evidenziato una positiva associazione tra un aumento di questi acidi nelle feci e una maggiore assunzione di alimenti vegetali. Naturalmente quantità e qualità delle fibre ingerite influiscono sulla composizione dei batteri intestinali, che a loro volta influiscono sulla produzione di acidi grassi a corta catena. Per inciso, le fibre convertite in acido butirrico sono quelle solubili, derivati da carboidrati non digeriti nel tenue, come le pectine e l’amido resistente, ad esempio.

Più in dettaglio ecco, senza pretesa di completezza, un utile elenco di sostanze indicate:

  • Inulina: si assume da carciofi, aloe, aglio, porri, cipolle, farro, segale.
  • Fruttoligosaccaridi (Fos): li troviamo nelle banane oltre che in aglio e cipolle.
  • Amidiresistente: come quello da mais.
  • Pectina: fonti di pectina sono: mele, albicocche, arance, carote.
  • Grassi: da burro, come si diceva all’inizio, ghee (burro chiarificato, privato di acqua e di componente proteica), olio extravergine di oliva, formaggio crudo da pascolo.
  • Aceto.
  • Fermentati: i lattofermentati e i cibi fermentati. Possiamo menzionare, la panna acida, la senape, i sottaceti e i crauti.

È importante ricordare che il butirrato raggiunge più facilmente il colon quando viene fermentato con il cibo; ecco perchè si raccomanda di “nutrire” l’intestino con fibre, grassi e aceto che aiutano i batteri a produrre acido butirrico. Possiamo invece fare a meno degli integratori, anche perchè, questi, prima di raggiungere il colon, vengono assorbiti nell’intestino tenue. Di conseguenza quasi tutti i benefici per le cellule intestinali decadono “strada facendo”.
Insomma, e per l’ennesima volta: intestino sano, salute (quasi) assicurata.

https://www.ilgiornale.it/news/salute/cos-lacido-butirrico-e-perch-fa-bene-2046953.html