L’angoscia di Stato per le quattro emergenze

𝐋’𝐚𝐧𝐠𝐨𝐬𝐜𝐢𝐚 𝐝𝐢 𝐒𝐭𝐚𝐭𝐨 𝐩𝐞𝐫 𝐥𝐞 𝐪𝐮𝐚𝐭𝐭𝐫𝐨 𝐞𝐦𝐞𝐫𝐠𝐞𝐧𝐳𝐞
Ma che razza d’estate stiamo vivendo?

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L’angoscia di Stato per le quattro emergenze

Ma che razza d’estate stiamo vivendo? Ci stanno inoculando ogni giorno potenti dosi di angoscia attraverso una tempesta perfetta di emergenze: la risorta pandemia e l’annuncio di nuove campagne vaccinali; la minaccia della guerra e dei suoi effetti sulle nostre società; la disgrazia del clima e dell’ambiente con le tragedie che abbiamo sotto gli occhi; la carestia economica, energetica e l’inflazione galoppante che consegue da tutto questo. Tutti i pianeti sono allineati nell’annunciare un’estate d’ansia e un autunno di gravi sacrifici intorno a queste quattro emergenze. Mancava solo la tragedia della Marmolada per quadrare il cerchio dei funesti annunci che si abbattono quotidianamente sulle nostre già provate spalle di abitanti dell’Italia, dell’Occidente e del Pianeta. Siamo entrati in un’estate avvelenata in cui dovremo vivere con senso di colpa anche le vacanze e il tempo della ricreazione, considerandole come un’imperdonabile distrazione dalla grave situazione in cui viviamo. Il mondo crolla e voi ve ne andate al mare; là c’è la guerra e voi vi sparate gli aperitivi… “I colpevoli siamo noi” era il titolo a tutta prima pagina ieri su La repubblica, riferita alla tragedia del ghiacciaio.

Mai come questa volta ci viene somministrata in massa una specie di angoscia di stato con senso di colpa annesso: la comunicazione del governo, dei suoi organi e delle sue ramificazioni periferiche, la risonanza mediatica che l’accompagna, amplificando e ripetendo all’infinito il richiamo, non fanno che martellare su questa concatenazione di emergenze e sulle nostre responsabilità.

Ma soprattutto il messaggio che ci arriva su cui confluiscono tutte le ambasce dovute all’emergenza è uno, anzi unificato: preparatevi a nuovi sacrifici, nuove restrizioni, altre rinunce, ulteriori controlli. Non è più tempo di dolce vita, ci aspetta il regno amaro delle funeste conseguenze. Il messaggio ha un preciso corollario: non è tempo di mettere in discussione il governo in carica, Draghi for ever finché c’è questa emergenza multipla e aggravata. Ogni ipotesi di sostituirlo sarebbe una sciagura e un salto nel buio. Comunque, se qualcosa non funziona nella risposta alle emergenze è comunque colpa vostra, della vostra incuria nel seguire le prescrizioni sanitarie e governative, del vostro cinismo nel non sostenere la causa ucraina ed euro-occidentale; dei vostri sciagurati comportamenti riguardo all’ambiente e dell’irresponsabile indifferenza ai temi dell’inquinamento e dei vostri sprechi energetici ed economici rispetto alla penuria verso cui stiamo andando. I tg sembrano bollettini compilati dai frati trappisti: fratello ricordati che devi morire, di covid o d’invasione russa, di clima o di disastro ambientale, di crisi economica o di penuria energetica.

Ora, le quattro emergenze che ci vengono sbattute in faccia non sono frutto dei nostri cattivi comportamenti o della nostra indifferenza a quel che sta succedendo nel mondo: il covid non è frutto dei nostri costumi lascivi e smascherati, e i danni o le mancate protezioni dei vaccini non dipendono certo da noi; gli effetti tremendi della guerra sulla nostra economia non dipendono da noi, semmai da chi ha voluto imbarcarci in questa spirale di sanzioni, ritorsioni, mobilitazioni paramilitari, non alleviando o migliorando le sorti del popolo ucraino, appena scalfendo la Russia di Putin, e rovesciando su di noi un contraccolpo di danni e restrizioni energetiche che stanno mettendo in ginocchio la nostra economia. Il lato assurdo di questa vicenda è che per riparare alla situazione che stiamo vivendo dovremmo ancor più affidarci al governo che ci ha condotto dentro queste quattro emergenze. Almeno la metà dei problemi da cui scaturiscono sono infatti causate direttamente dalle scelte del nostro governo e dei governi euro-occidentali; l’altra metà nascono da cause avverse che non dipendono direttamente da volontà umane. Ma una quota attiva di responsabilità risale alle risposte inadeguate che sono state finora predisposte alle avversità atmosferiche, epidemiche e oggettive.

I rimedi finora opposti alle calamità sono stati perlomeno inefficaci, per non dire peggiorativi: sia a livello di profilassi sanitaria in tema di pandemia, sia a livello di pressione internazionale in tema di Ucraina. E non ci è bastato un governo gestito direttamente da un commissario dei poteri internazionali come Mario Draghi per evitare che il nostro Paese cadesse nella morsa dell’inflazione, della crisi economica, nella risalita dello spread e nella dipendenza energetica. E sull’ambiente l’unico effetto reale che producono le campagne sul clima e sui dissesti ecologici è alimentare il movimento ambientalista-progressista e far adottare ai governi la retorica verde.

Insomma, non scaricate sulle spalle della gente la colpa di alcune scelte, di alcuni modelli sociali, di alcune politiche economiche, militari e sanitarie che i popoli hanno subito o che hanno semplicemente seguito, ma di cui non sono responsabili. E non scaricate dalle spalle della governance e dei poteri annessi le loro responsabilità effettive nella situazione che viviamo. Il tradimento delle classi dirigenti non può trasformarsi strada facendo nelle colpe dei cittadini. I colpevoli non siamo noi, per rispondere al titolo de la Repubblica. Ma derivano per metà dalla sorte e per metà delle classi dirigenti. E sono le conseguenze, gli effetti collaterali del modello adottato. Il cittadino inerme ha una quota infima di colpa.

La verità (6 luglio 2022)