Nella morsa della tecnocrazia imperante

“SONO ANZIANO, NON STUPIDO!”

Se una persona anziana ignora chi sia stato Cesare Augusto o chi ha inventato il codice Morse nessuno, fortunatamente, lo discrimina. Ma se non sa far funzionare una App, se non è capace di prenotarsi una visita medica on line, o scaricarsi una ricetta, se l’anziano, se la signora di una certa età, si azzarda a non possedere un cellulare, o a non saperlo usare… “Ma come diavolo si permette questa preistorica digitale? Se ne vada, sparisca, sciò”. La nostra maleducata società le volta le spalle. La sua risposta fetente e incivile è “Questo non è un mio problema”. Una battuta che gli anziani hanno imparato a detestare.

Un mese fa lessi sul Fatto la lettera al direttore di un ottantenne che si sentiva stritolato dalla morsa della tecnocrazia imperante. Alle Poste aveva assistito a questa scena: una signora novantenne entra appoggiata al suo carrello. Era arrivata con l’autobus dalla periferia. Per ottenere il biglietto col numero per la fila deve far scattare il riconoscimento automatico del green pass. Non ci riesce. Nessuno sa o può aiutarla. Fine della corsa. Doveva ritirare la pensione? Un pacco? Spedire una raccomandata? Fatti suoi: fuori! Lui, l’ottantenne, scriveva che era appena stato in banca, gli serviva una carta prepagata. Finiti gli incartamenti, il funzionario lo allerta: “Sta per ricevere un codice dalla centrale romana della banca”. Niente da fare. Il suo telefonino non è abilitato. Addio prepagata. “Il giorno dopo- raccontava sempre l’ottantenne- chiamo la Guardia medica per un’affezione allarmante e chiedo se sia il caso di effettuare un tampone: ne riconoscono l’opportunità e mi chiedono di scaricare la prescrizione. Cosa che non sono in grado di fare”.

Milioni di esseri umani, analfabeti digitali, stanno passando le pene dell’inferno. In Spagna uno di loro, però, si è ribellato. Che gli anziani italiani in ascolto prendano esempio dal signor San Giovanni, si chiama proprio così, Carlos San Juan! Il suo slogan, ormai celebre da Madrid a Saragozza e Barcellona è “Sono anziano, non stupido!”. È diventato il terrore delle banche, il signor San Giovanni, che si presenta alle filiali con la sua cagnolina Kitty, una shitzu vecchiarella come lui, tredici anni e che non può più camminare. E San Juan, ottantenne col Parkinson, se la tira dietro con un carrellino. Ma cos’è che ha fatto scattare la sua protesta? Che gli tremano le mani e non riesce a prelevare i soldi dal bancomat. Bene, che vada direttamente alla cassa! No, proibito: il cassiere riceve solo su appuntamento. Per ottenerlo devi usare una App. Insomma, se non sai maneggiare lo smartphone sei spacciato.
San Giovanni racconta che non si è ribellato solo per lui, ma per tutti gli “anta” non digitali. Contro la maleducazione tossica che subiscono i vecchi, con telefonino o senza. “Ho visto delle persone tristi”, spiega. Come un’anziana entrata nella filiale per versare un assegno. Era una cosa importante, un’operazione che doveva fare per il figlio. La banca chiudeva alle undici. “Non volevano servirla perché erano le undici e un minuto”.

Un’altra signora “in sedia a rotelle, con il suo libretto è uscita piangendo perché le dicevano che non era la sua filiale. Era la terza volta che andava in banca. Ma usi la App, si svegli, si faccia aiutare!”. La signora non ha più marito né nipoti, è sola al mondo, come migliaia di altri anziani. E allora il pensionato spagnolo ribelle cos’ha fatto? ha lanciato una petizione, con una campagna che ormai è diventata famosa in tutta la Spagna: “Lotto contro la frase ‘questo non è un mio problema’”. Poi è andato al ministero dell’economia a Madrid per depositare le firme raccolte. Seicentomila. Ma lui conta di arrivare a due milioni. Le banche e il governo spagnolo sono state costrette a occuparsi della questione.

I ragazzini sanno usare la tecnologia, ma a quanto pare la rivoluzione non è più una cosa per giovani. Tocca ai vecchi fare barricate nelle banche e alle Poste. “Siamo vecchi non stupidi. Ridateci i servizi di una volta, e con un po’ di gentilezza, per favore”.

da un post di Diego Cugia