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Vorrei fare un discorsetto serio a quella razza superiore che giudica dall’alto il mondo, il prossimo e chi non la pensa come loro.
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Ora finitela col vostro ditino
Vorrei fare un discorsetto serio a quella razza superiore che giudica dallāalto il mondo, il prossimo e chi non la pensa come loro. Dico alla sinistra e alle loro insopportabili autocertificazioni di superioritĆ . lo dico partendo alla larga e da lontano, da altri ambiti non politici. Per esempio, io non ce lāho con le attrici, gli attori, i registi e i cineasti di sinistra che sāindignano contro il sessismo e le violenze alle donne e poi non solo tolleravano ma trescavano coi produttori maiali e il loro disgustoso mercato del sesso; molti di loro sapevano, facevano e tacevano. Io non ce lāho poi contro i cantanti di sinistra che portavano i soldi guadagnati in nero in Svizzera o in qualche paradiso fiscale, dopo aver predicato per la giustizia e i piĆ¹ deboli. E ancora. Io non ce lāho con gli intellettuali di sinistra che hanno goduto di privilegi, cattedre e carrozzoni coi soldi pubblici da cui mungere soldi, viaggi e premi, o che pretendono di essere pagati in nero, salvo tuonare contro i privilegi e i ricchi. Io non ce lāho con gli intellettuali e gli scrittori di sinistra sorpresi a plagiare testi altrui. Non ce lāavevo nemmeno con gli intellettuali di sinistra che furono fascisti, ebbero cattedre, giurarono fedeltĆ al regime e alle leggi razziali, ma esercitarono poi un intransigente magistero antifascista e toglievano la parola e la dignitĆ a chi non si professava antifascista. Io non ce lāho con tutti loro, a volte amo le loro canzoni, leggo i loro testi, mi confronto con le loro idee, vedo i loro film e in ogni caso so distinguere il loro lato umano miserabile dalle loro qualitĆ , che riconosco quando non sono palloni gonfiati. No, non ce lāho con loro. Ce lāho col loro ditino. Quel ditino ammonitore che ruota nellāaria quando pretendono dāinsegnare agli altri la morale e la coerenza che non praticano o peggio quando disprezzano, ignorano, escludono chi sta a destra, i populisti o i cattolici, i moderati, comunque non nella loro brigata. Ć quel ditino che decreta solo per appartenenza i lodati e i dannati, le opere e gli autori da recensire e da premiare, e quelli da ignorare e vituperare. Ma ora che sappiamo quanto prendevano, come prendevano, dove portavano, da dove copiavano, come si facevano strada, a prezzo di cosa, quel ditino non lo sopporto piĆ¹. Non voglio vedervi in galera, alla gogna, censurati, ma col ditino abbassato. Non li mettiamo allāindice, ma allāindice voi non mettete piĆ¹ nessuno.
Fatta questāampia premessa sul brutto vizio della sinistra āculturaleā scendiamo sul terreno della sinistra politica o di quel che ne resta. La sentiamo inveire contro i populisti, fingendo di non sapere che tutto quanto essi denunciano come abnorme, patologico, eversivo ā dal neofascismo presunto al nazismo immaginario, dai berlusconiani ai leghisti fino ai grillini ā ĆØ nato in reazione e per rigetto al loro modo di essere, di fare e di governare, alla loro presunzione e alla loro cecitĆ , allāaver ceduto la dignitĆ di un paese, allāaver barattato la morale tradizionale col moralismo ideologico bigotto, allāaver tradito le istanze popolari e sociali senza mai diventare classe dirigente, ma restando sempre ā come diceva Gramsci ā classe dominante. E lo dico riferendomi ad ogni sinistra: infatti lāunica cosa che accomuna Renzi ai suoi nemici di sinistra e alla vecchia casta radical-progressista o ex-pci, compreso lāepiscopato a mezzo stampa e tv, ĆØ la spocchia, lāarroganza, il complesso di superioritĆ . Quella che Giacomo Noventa giĆ nei primi anni 50 definiva āboriaā. O ālāalbagiaā come ama dire di sĆ© e del suo teo-narcisismo il marcescibile Eugenio Scalfari. Vi sorprenderĆ , ma io credo che il segreto del fallimento di Renzi non sia stato quello di essersi discostato dalla sinistra ma, al contrario, di esserne stato figlio e prototipo. Renzi ha perduto per la sua arroganza, per la presunzione di usare gli altri come corrimano o materiale di scarto; per il culto di sĆ©, lāautoincoronazione di Migliore e di Predestinato che puĆ² permettersi tutto. Anche di piazzare mezze calzette al potere. In una parola, si ĆØ reso indisponente per quel vizio antico della sinistra di ritenersi superiori e rivelarsi antipatici ā per dirla con Luca Ricolfi. Renzi e il suo cerchio magico si sono resi insopportabili, cosƬ come fu per i DāAlema e gli altri sinistrati, fino ai radical chic di lotta e di salotto.
Non mettiamo allāindice nessuno, non alziamo il ditino contro nessuno. Ma ora che siete ridotti a quattro ossa elettorali, cenere politica e fumo intellettuale, smettetela di dare lezioni agli altriā¦ Erano insopportabili le lezioni col ghigno dei trionfatori, ma sono insopportabili e grottesche le lezioni con la boria dei nobili decaduti, la vanteria dellāĆ©lite sconfitta dalla vile plebe populista, che lascia le ultime istruzioni alla servitĆ¹ e ai parvenu. Non fate piĆ¹ i maestrini, please.
Siate francescani, e non nel senso di rifugiarvi sotto la tonaca di Papa Francesco. Recuperate del poverello lāumiltĆ e lāascolto. E come Francesco, parlate agli uccelli, perchĆ© la gente non vi vuole piĆ¹ sentire.
MV, Il Tempo (25.9.2018)