L’Ablazione della Memoria

L’ABLAZIONE DELLA MEMORIA (VI)

Il boccone rappresentato dal Regno delle Due Sicilie era troppo appetitoso perché il Cavour potesse solo pensare di mandare a monte il programma, per cui sottopose il proprio cervello ad un lavoro estenuante fino a che non ritenne di aver trovato la soluzione. E questa si configurò nell’intraprendere un esperimento che garantisse che il popolo del Sud perdesse completamente la memoria e con essa ogni riferimento alle proprie origini, alla propria cultura millenaria, alla propria storia e si convincesse di essere davvero il popolo che avevano pianificato il conte e i suoi accoliti.

Ma come fare? I regnicoli erano più di nove milioni. Era quindi inconcepibile pensare di aprire nove milioni di teste, asportare da esse quella parte di cervello in cui era allocata la memoria e richiuderle tutte.

L’impresa si presentava di non facile soluzione.

Ebbene, il Cavour ci riuscì senza aprire nemmeno una testa, ma ricorrendo semplicemente allo stesso mezzo che aveva usato nelle prime mosse e che, insieme al “pelo di …”, si era dimostrato come l’arma vincente: il danaro. Con esso riuscì a comprare uomini di scienza che, per un pugno di monete, non si preoccuparono di prostituire la propria intelligenza e la propria dignità, cominciando a versare fiumi e fiumi di inchiostro che poco alla volta andarono a costituire il contenuto dei libri di storia su cui furono costrette a formarsi diverse generazioni. Gli stessi uomini di scienza cominciarono a spacciare per vera la falsa storia scritta da loro su commissione. In questa storia il Regno duosiciliano, prima felice e unanimemente decantato da tutti i personaggi del Gran Tour che erano rimasti affascinati dalle sue bellezze naturali, dal suo clima, dall’architettura della capitale, dall’organizzazione della società, dalla sua cultura millenaria, dalle scuole di pensiero nate dal suo seno, divenne improvvisamente il regno del male assoluto, la negazione di Dio (quando il suo sovrano era un uomo estremamente religioso), la culla dell’arretratezza e dell’inciviltà. La stessa storia si incaricò di tramandare che le persone che si erano ribellate quando venivano private di tutti i loro beni o quando venivano stuprate le proprie donne – come nella vicenda della famiglia di contadini che ha dato inizio a questa narrazione – venissero marchiate indelebilmente con l’appellativo di briganti, epiteto che da quel momento cominciò ad assumere significato più infamante del marchio con cui venivano bollate le prostitute, perché, mentre per queste ultime, l’infamia legata al marchio veniva a cessare con la loro scomparsa, per gli incolpevoli regnicoli esso si perpetuò nel tempo radicandosi a tal punto che il lungo periodo di più di un secolo e mezzo non è riuscito a cancellarlo. Al contrario, coloro che si erano abbandonati ad ogni genere di violenza, massacrando preti, donne, bambini, persone anziane, frantumando le statue della Madonna e dei Santi per portar via tutti gli ex voto, diventarono, da negrieri, ladri, puttanieri, assassini, spergiuri, macellai, tutti eroi e tutti con delle biografie da far impallidire perfino i santi!

Furono cancellati d’un colpo stragi, eccidi, massacri, violenze di ogni genere, gelosamente secretati in un grande armadio denominato armadio delle vergogne, reso inaccessibile a ricercatori e studiosi non allineati dalla connivenza tra classe politica e potere militare, nata proprio dalla putrefazione di quelle, così definite da Garibaldi, cose da cloaca in cui affondano le proprie radici.

Avvenne così che, generazione dopo generazione, batti e ribatti, il popolo del Sud, senza il ricorso ad alcuna craniotomia, perse veramente la memoria del proprio glorioso passato, e le persone che in seguito videro la luce in quelle terre nacquero già con un senso di vergogna e di inferiorità appiccicato addosso, per quelle bugie raccontate sui loro avi e sulle loro terre, sentendosi veramente inferiori alle persone che le avevano depredate di tutto e che, per opera del conte, avevano invaso il loro regno, bruciato i loro paesi con tutti gli abitanti, massacrato i loro nonni e violentato le loro nonne. E ciò specialmente dopo che un grande scienziato, che non poteva avere nome più appropriato: L’Ombroso, aveva preteso di essere addirittura riuscito a trovare le prove scientifiche che il popolo del Sud era geneticamente predisposto all’inferiorità ed alla delinquenza. Sicché l’ eventuale ricorso ad un’operazione di pulizia etnica poteva essere ritenuta addirittura un dovere!

cuore-napolitanoDa “CUORE … NAPOLITANO”

© Castrese Lucio Schiano

Posted by altaterradilavoro on Lug 5, 2021