Volete il rimborso Irpef prima delle vacanze? Ecco a cosa fare attenzione
22 Giugno 2021
“È bene che il contribuente effettui dei controlli sulle spese sostenute ricomprese in automatico nella dichiarazione precompilata”, è il consiglio del presidente della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro Rosario De Luca
Federico Garau
Sono ormai prossimi all’arrivo i rimborsi per coloro che hanno presentato la propria dichiarazione dei redditi tramite modello 730 precompilato: dal mese di luglio, infatti, cominceranno ad essere inviati i conguagli relativi alle spese sostenute nell’anno 2020. Discorso a parte per i percettori di pensione, che riceveranno i rimborsi dal mese di agosto o al massimo di settembre.
“Bisogna però prestare molta attenzione. È bene che il contribuente effettui dei controlli sulle spese sostenute ricomprese in automatico nella dichiarazione precompilata”, precisa Rosario De Luca, presidente della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro. “I rimborsi spettanti scaturiscono non a caso dalla presenza di dette voci di spesa; infatti, pur essendo molto elevata la percentuale di incroci, non tutte le banche dati segnalano i movimenti agli archivi del Fisco. Il rischio dunque è non riuscire a detrarre tutte le spese effettivamente sostenute”, aggiunge, come riportato da Il Corriere.
Resta comunque la possibilità di intervenire sulla precompilata ed apportare, se necessario, delle modifiche. Per accedere alla propria dichiarazione occorrono naturalmente delle credenziali, che sono lo Spid (il “Sistema pubblico dell’Identità digitale” per accedere ai servizi della Pubblica Amministrazione), le credenziali Fisconline ed il Pin “dispositivo” rilasciato dall’Inps, con il quale è possibile accedere al modello precompilato direttamente dal portale dell’Ente. Si può entrare nell’area riservata anche tramite la Carta di identità elettronica (Cie) o la Carta nazionale dei servizi (Cns).
Una volta effettuato il login, è necessario prendere visione della propria dichiarazione dei redditi e confrontare i dati inseriti con quelli che il Fisco non ha potuto immettere perché incompleti o discordanti. La possibilità di intervenire sul proprio modello 730 precompilato esiste dallo scorso 19 maggio: l’utente può accettare la dichiarazione dei redditi oppure apportare delle correzioni e/o integrazioni. In caso di dati scorretti o incompleti sarà necessario effettuare delle doverose modifiche.
Prendendo visione della propria precompilata, il contribuente potrà inoltre verificare se sono presenti dei debiti oppure dei crediti. Rimborsi o pagamenti calcolati nel prospetto di liquidazione del modello precompilato funzionano come in quello ordinario. In caso di credito, sarà il datore di lavoro o l’ente pensionistico ad elargire la somma, mentre se si parla di debito, la trattenuta sarà effettuata da parte del datore di lavoro o dell’ente pensionistico. Per coloro che non possiedono un sostituto d’imposta, il rimborso arriverà direttamente dall’Agenzia delle Entrate e sarà versato sul conto corrente oppure erogato tramite titoli di credito a copertura garantita emessi dalle Poste.
In caso di debiti, il contribuente può provvedere al pagamento avvalendosi della medesima applicazione web utilizzata per inviare la precompilata, inserendo l’Iban del conto corrente su cui effettuare l’addebito. È possibile anche scegliere la via ordinaria, stampando l’F24 precompilato messo a disposizione dall’Agenzia delle Entrate.
Per legge, comunque, il Fisco è autorizzato ad effettuare dei controlli preventivi sulla dichiarazione “in via automatizzata o mediante verifica della documentazione giustificativa, entro 4 mesi dal termine previsto per la trasmissione della dichiarazione, ovvero dalla data della trasmissione in via automatizzata o mediante verifica della documentazione giustificativa, entro 4 mesi dal termine previsto per la trasmissione della dichiarazione, ovvero dalla data della trasmissione”, come si legge anche nelle Faq dell’Agenzia delle Entrate.