l’Inps scrive a un morto

Pensione di cittadinanza, l’Inps scrive a un morto: “Non ne ha più diritto perché è deceduto, ma può recarsi nei nostri uffici
25 maggio 2021

L’uomo in questione, titolare del sussidio dall’aprile 2019, è morto il 17 marzo

“Gentile Signore, le comunichiamo che lei è decaduto dal diritto alla pensione di cittadinanza per le seguenti motivazioni: è deceduto”. Tuttavia, “potrà recarsi presso i nostri uffici per ricevere ulteriori chiarimenti e inoltre, entro 30 giorni dal ricevimento della presente, potrà proporre istanza motivata di riesame”. E’ quanto scritto dall’Inps pochi giorni fa a Franco O., un ingegnere che prendeva il sussidio dal 2019. Peccato che l’uomo in questione sia morto a Roma il 17 marzo. Lo riporta Il Tempo.

Franco, che aveva lavorato molti anni all’estero mettendo da parte pochi contributi, aveva chiesto il sussidio nell’aprile 2019 e, nel 2021, come ogni anno, avrebbe dovuto presentare la documentazione fiscale necessaria. Circa due mesi fa, l’Inps, ha saputo della sua morte ma gli ha comunque scritto per dirgli che non avrà più diritto all’assegno.
Nella lettera, inoltre, si precisa che “contro il presente provvedimento può proporre azione giudiziaria nelle forme di rito e nei previsti termini di legge, dandone notifica a questa Sede”.

Infine, l’iInps, nella comunicazione, non dimentica di inviargli “distinti saluti”.