L’Italia si collegò per la prima volta a Internet

Trentacinque anni fa l’Italia si collegò per la prima volta a Internet
30 aprile 2021 17:29

Il 30 aprile 1986, grazie a un gruppo di pionieri del Cnuce-Cnr di Pisa, venne lanciato il comando “Ping”. Siamo stati tra i primi in Europa. Allora la notizia fu oscurata dal disastro di Chernobyl

Trentacinque anni fa l’Italia si collegò per la prima volta a Internet, tra i primi Paesi in Europa, grazie ad un gruppo di pionieri. Era il 30 aprile del 1986: il segnale partì dal Centro universitario per il calcolo elettronico del Cnr di Pisa e arrivò alla stazione di Roaring Creek, in Pennsylvania. La notizia fu oscurata dal disastro di Chernobyl avvenuto pochi giorni prima, ma fu davvero l’inizio di una storia nuova e molto prima che Internet diventasse dominio di tutti, agli inizi degli anni Novanta.

Il gruppo di entusiasti pionieri che collegò l’Italia a Internet era composto da Stefano Trumpy, al tempo direttore del Centro universitario per il calcolo elettronico del Cnr di Pisa; da Luciano Lenzini, appassionato scienziato e ‘architetto’ del progetto, ma anche da Marco Sommani e Antonio Blasco Bonito, cuore tecnico di quell’avventura, fu proprio quest’ultimo a lanciare il fatidico comando “Ping”. Il progetto fu realizzato in sinergia tra Cnr-Cnuce, Italcable e Telespazio; per il collegamento fu usata la rete satellitare atlantica Satnet.

SCHEDA

Per arrivare alla fatidica data del 30 aprile 1986 c’era stato però un lungo lavoro di preparazione iniziato negli anni Settanta in concomitanza con lo sviluppo di Arpanet (la rete della difesa militare americana), la stretta collaborazione tra gli italiani e alcuni padri di Internet come Robert Khan e Vinton Cerf e la lungimiranza dei nostri ricercatori: avevano intuito che grandi macchine di calcolo avrebbero avuto un’influenza straordinaria nella trasmissione di informazioni e contenuti.

Il primo messaggio Internet fu lanciato grazie a un “Butterfly Gateway”, una sorta di grande router, fornito dal governo americano. “Fu l’inizio di una rivoluzione, che avrebbe stravolto le nostre vite”, scrive il Cnr sul suo sito per ricordare la ricorrenza. Successivamente, nel 1991, Tim Berners Lee lanciò il World Wide Web, il sistema ideato per gestire una grande mole di informazioni e che dà la possibilità di usufruire di gran parte dei contenuti online, consegnando di fatto Internet al mondo intero.
Dopo il 1986 l’Italia non si fermò e l’anno successivo, nel 1987, il Cnr registrò il primo dominio italiano, “cnuce.cnr.it” dando così il via a Registro .it, l’anagrafe dei nomi Internet italiani, tuttora gestita dall’Istituto di informatica e telematica del Cnr di Pisa. Oggi conta oltre 3 milioni e 400mila domini .it e nel 2020, anno della pandemia, ha visto un boom di registrazioni del 13,2% in più rispetto al 2019.

Dopo 35 anni la vita degli italiani, ma di tutto il mondo, è cambiata radicalmente ed è pervasa da Internet, smartphone, app, social media, streaming. Oggi nel nostro Paese gli utenti connessi sono tra l’80 e l’85%, su 60 milioni di abitanti, ma c’è ancora tanta strada da compiere. Infatti, una larga fetta dei fondi del Recovery Plan – 50 miliardi di euro – è destinato al digitale con oltre sei miliardi alla diffusione della banda larga, imprescindibile motore di sviluppo economico e culturale.