Il cacciatore di briganti

Il cacciatore di briganti

Le parole dell’autore.
Il romanzo, ambientato a Isernia nel Molise di fine ‘800, descrive le vicende di personaggi della media borghesia tra le atmosfere umbertine dell’epoca, nei salotti buoni della città tra il fruscio della seta delle imponenti vesti femminili e le marsine dei galantuomini, qualche decennio dopo l’Unità d’Italia, discostandosi parzialmente dal modello rurale del Molise tramandatoci dagli scrittori che narrano di quell’epoca.
“Il cacciatore di briganti” (dove i briganti sono solo un ricordo marginale) è un racconto “noir” che racconta un Molise antico, divertendo il lettore e guidandolo, attraverso le storie dei protagonisti e la descrizione dei luoghi, alla riscoperta di un’epoca romantica ma intrigante, dove la cittadina di provincia “spersa per la campagna” era ancora qualcosa a misura d’uomo.

Il PDF del primo capitolo :  Il cacciatore di briganti-web

cacciatore di brigantiPRESENTAZIONE DEL ROMANZO

Scrivere un romanzo ambientato nell’Isernia di fine ‘800, un periodo che avevo già raccontato nel libro “Cronache d’Isernia di fine secolo XIX”, è stata una tentazione a cui non ho saputo resistere. Durante la raccolta del materiale storico da inserire nelle “Cronache”, ho letto tanti articoli dei giornali d’epoca che riportavano avvenimenti significativi succeduti in città, alcuni memorabili, in contesti facilmente identificabili per merito della buona consevazione del tessuto urbano attraverso il tempo e quindi ancora fruibili al giorno d’oggi. L’immutabilità di questi luoghi mi ha consentito di immaginare quale fosse l’atmosfera cittadina di quel periodo, come fosse viva la popolata realtà dell’Isernia dell’epoca. Nella mia mente, con un po’ di fantasia, ho incontrato i personaggi che animarono, più di 120 anni fa, la vita sociale, economica e culturale della città, persone di cui ho letto ed apprezzato le vicende di vita, di cui ho ammirato la carriera professionale ed a cui mi sono avvicinato come fossero vecchi amici conosciuti “al di là del tempo passato”.
La loro presenza, insieme alla ricostruzione dell’assetto urbano della città del 1890 con i negozi, gli uffici, i locali pubblici come caffè, alberghi e ristoranti, i luoghi dove la gente viveva, socializzava, si incontrava e si frequentava, gestiva i propri affari, intrecciava relazioni sentimentali (luoghi che attualmente hanno perso la memoria dell’antica funzione), nonché la riscoperta di nomi della toponomastica antica riportati nelle carte notarili dell’epoca, hanno contribuito alla ricostruzione dello scenario cittadino di fine ‘800 che permea il romanzo.
Questa realtà recuperata tra le pagine dei giornali del tempo è possibile paragonarla alla quinta di un palcoscenico su cui viene rappresentata una storia dove compaiono gli “amici ritrovati” in vesti di figuranti sullo sfondo di vicende che sarebbero potute accadere ma che sono invece frutto dell’immaginazione.
Per meglio calare il lettore nell’atmosfera dell’epoca, in modo da fargli immaginare l’ambiente dove matura la trama del romanzo, ho allegato qualche mappa riportante graficamente i settori della città con, in evidenza, i luoghi frequentati dai personaggi. A completare il quadro dell’ambientazione storica, sono state allegate alcune cartoline illustrate di quegl’anni.

L’epoca in cui il romanzo è ambientato è l’ultima decade del XIX secolo, un periodo di fermento culturale dovuto anche al cambiamento che l’utilizzo delle nuove tecnologie apportò alla società civile. In Italia spiravano venti di rivalsa sociale, ma la borghesia umbertina sembrava non accorgersi delle novità ispiratrici del “Pensiero Novo” ed emarginava qualsiasi mutamento potesse scalfire il benessere sociale acquisito nel tempo, a volte prevaricando le fasce più deboli della popolazione. In una piccola città come Isernia nel Molise, i venti delle novità spiravano lentamente e tutto era ammantato dall’ambiente contadino che rendeva le cose semplici e genuine e il tempo fermo in una stasi infinita.

laurelli

Palazzo Laurelli e il negozio di merletti e filati di Francesco Amodei
In quest’atmosfera antica si svolgono le vicende accadute intorno a piazza Ciro Marilli nella prima metà del mese di Novembre del 1891. Il dottor Greco si ritrova a seguire, suo malgrado, le indagini per l’inaspettato omicidio di un caro amico che si scoprirà essere custode di un terribile segreto.
Coinvolto dalla famiglia della vittima, il medico intercede presso un Capitano dei Carabinieri a riposo suo amico, per convincerlo a seguire le indagini che sembravano dirigersi verso una facile soluzione che in molti in città reputavano scontata. Il Capitano Viti affiancherà così gli ufficiali della sua ex Arma, senza invaderne il campo investigativo, e la sua esperienza nella lotta al brigantaggio sulle alture dell’Appennino risulterà fondamentale nel riconoscere l’assassino e schivarne le insidie.
Il romanzo introduce il lettore tra le atmosfere umbertine dell’epoca, nei salotti buoni della città tra il fruscio della seta delle imponenti vesti femminili e le marsine dei galantuomini. In questo ambiente affabile e cordiale, tra i vicoli e le strade d’Isernia nonché tra le sale dei palazzi delle antiche famiglie, viene a maturare quest’assurda vicenda dai risvolti imprevedibili che coinvolgerà personaggi della vita economica e sociale cittadina. La trama poliziesca, insieme alla ricostruzione urbana della città dell’epoca, guidano il lettore nell’immaginare quell’ambiente antico dove matura la vicenda e dove alcune antiche “costumanze”, le abitudini di una volta, sono vissute dai protagonisti del romanzo in modo da ricordarle ai lettori.