Anniversario delle vittime di Bridgeport

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DSC_0092Anniversario delle vittime di Bridgeport
di Gabriele Pailadino

È appena trascorsa la Pasqua, una Pasqua diversa dal solito, la seconda, che ci ha visti tristemente relegati nell’isolamento delle nostre case costretti dal Covid-19, il virus che da oltre un anno sta tormentando le nostre vite.
In questo mese di aprile, Pontelandolfo si appresta a vivere un altro momento di indimenticabile tristezza.

Era il 23 aprile del 1987 quando, nella città di Bridgeport negli U.S.A., l’edificio Ambiance Plaza, a metà dell’opera, im-provvisamente, in un attimo che non diede scampo, sprofondò al suolo. Nella tragedia furono coinvolti 50 lavoratori. 28 di essi rimasero uccisi. 22 furono i feriti. Sul luogo dell’accaduto, Washington Avenue, è stata eretta una statua realizzata dall’artista Old Lyme Norman Lagassie, di un operaio edile, alta sette metri, dedicata alle vittime dell’incidente, i cui nomi sono elencati su una targa posta alla base del monumento.
Nel 1992, sul luogo della strage venne costruito un condomino di 81 piani. Tutti i lavoratori dell’Ambiance Plaza e gli eroi volontari che parteciparono alle operazioni di salvataggio e recupero, in condizioni proibitive per una tempesta di pioggia che si abbatté su Bridgeport proprio in quelle ore drammatiche, sono stati onorati con un monumento non molto distante da City Hall Park. Anche qui una targa in bronzo elenca gli operai morti, mentre quattro caschi sono sistemati alla base del monumento. Un elemento in granito onora uno dei soccorritori.
La tragedia dell’Ambiance Plaza attirò in quel tempo l’attenzione internazionale. Il complesso edile, al momento della sua caduta, infatti, veniva realizzato con il metodo di costruzione innovativo detto “lift-slab”. Una delle prime applicazioni del sistema “liftslab” fu per l’edificio delle missioni russe a New York di Skidmore, Owings & Merril. I tempi di realizzazione di un piano completo furono di tre giorni per la costruzione a terra, e di un giorno per il posizionamento mediante sollevamento con martinetti idraulici, lungo i due nuclei centrali degli elementi di comunicazione verticale e di servizio, realizzati in c.a. con casseforme cosiddette “marcianti”.
Dopo il crollo dell’Ambiance Plaza la tecnica del “lift-slab” non è stata mai più praticata.

Ebbene, quella triste sciagura, segnò profondamente e per sempre, una Pontelandolfo sgomenta per il coinvolgimento nel disastro di otto compaesani. Erano voci lontane quelle che arrivavano via cavo nelle case dei parenti intorno all’ora di cena, voci flebili, singhiozzanti, voci che piangevano lacrime amare.

Addona Michele, D’Addo-na Francesco, D’Addona William, Mancini Rocco, Paternostro Giuseppe, Perugini A. Antonio, Rinaldi Anthony, Visconti Frank, otto lavoratori pontelandolfesi, emigrati negli Stati Uniti per dare vita alla loro vita, alla vita dei propri figli, la perdono invece la vita, tragicamente, sepolti dalle macerie.
È un mattino come tanti quel giovedì del 23 aprile di 34 anni fa. Gli otto operai si recavano sul cantiere per una normale giornata di lavoro.

Erano circa le 13,30, tutto filava liscio come sempre, ma un improvviso e sinistro scricchiolio di un impalcato fu il segno premonitore della imminente sciagura. Tentarono di mettersi in salvo i poveri malcapitati come potevano, ma tutto stava venendo giù rapidamente. Non ci fu nulla da fare. Finirono sepolti sotto il peso delle macerie. I soccorsi giunsero pure immediati, ma purtroppo si rivelarono vani. Sotto una improvvisa tempesta di vento e pioggia, delusi e sconsolati, i soccorritori, che si erano adoperati con grande animosità, estrassero dalle macerie i corpi esanimi degli otto uomini.
Otto pontelandolfesi partiti un giorno dalle campagne della madre terra in cerca di speranza oltreoceano, trovano la morte a Bridgeport, la città americana della speranza. Fu un giorno di dolore, di lacrime per i pontelandolfesi di tutto il mondo.
Il 26 aprile 1987 Pontelandolfo proclamò il lutto cittadino. Nel 1996, in località San Donato, venne eretto un monumento in onore delle Vittime del Lavoro di Bridgeport alle quali era già stata intitolata l’adiacente strada. Otto colombi in bronzo incastonati al vertice del monumento in pietra bianca rappresentano il ricordo, incancellabile nel tempo, di quegli uomini travolti inesorabilmente dalla improvvisa veemenza del crollo di quel maledetto grattacielo.

Il ricordo delle vittime di Bridgeport è il ricordo di tutti gli emigrati che hanno vissuto il dramma della lontananza, delle sofferenze e delle dolorose frustrazioni.

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