C’è il decreto: ristoranti e spostamenti, l’Italia riapre davvero
20 Aprile 2021 – 19:14
Dal 26 aprile l’Italia potrà iniziare a vedere una nuova normalità con la riapertura di gran parte delle attività; torna la mobilità tra le regioni
Francesca Galici
Ora è ufficiale: dal 26 aprile tornano le zone gialle in Italia. Il Paese torna a respirare una parvenza di normalità con l’allentamento delle misure di contenimento contro il contagio da coronavirus. Tornerà anche la possibilità di spostarsi tra le diverse regioni, anche se con alcuni limiti imposti dal livello di rischio assegnato per la situazione epidemiologica. La bozza del decreto è il primo passo verso una nuova normalizzazione in vista della stagione estiva.
La riapertura delle regioni e il certificato verde
L’Italia si prepara a riaprire i confini ma gli spostamenti tra regioni sarà necessario “comprovare lo stato di avvenuta vaccinazione o la guarigione dall’infezione o l’effettuazione di un test molecolare o antigenico rapido con risultato negativo al virus”. Si chiamerà certificazione verde e avrà una durata di sei mesi. Viene rilasciata su rischiesta dell’interessato “in formato cartaceo o digitale, dalla struttura presso la quale è avvenuto il ricovero del paziente affetto da COVID-19, ovvero, per i pazienti non ricoverati, dai medici di medicina generale e dai pediatri di libera scelta, ed è resa disponibile nel fascicolo sanitario elettronico dell’interessato”.
Se il soggetto contrae il coronavirus nell’arco dei sei mesi di validità del certificato verde questo, come scritto sul decreto, decade. Per quanto riguarda il tampone, invece, “ha una validità di 48 ore dal rilascio ed è prodotta, su richiesta dell’interessato, in formato cartaceo o digitale, dalle strutture sanitarie pubbliche da quelle private autorizzate e accreditate e dalle farmacie che svolgono i test, effettuati dai medici di medicina generale o pediatri di libera scelta”. Previste sanzioni in caso di alterazione.
Le aperture dal 26 aprile
La zona gialla darà il via libera alle riaperture di bar e ristoranti anche a cena ma solo all’aperto, nonostante permanga la misura del coprifuoco dalle 22 alle 5 del mattino. Potranno somministrare cibo e bevande gli hotel con ristorazione interna senza limiti temporali, così com’è stato fino a questo momento. “Dal 26 aprile 2021, nella zona gialla sono consentite le attività dei servizi di ristorazione con consumo al tavolo esclusivamente all’aperto, anche a cena, nel rispetto dei limiti orari agli spostamenti”, si legge nella bozza del decreto.
Via libera anche agli sport all’aperto: “A decorrere dal 26 aprile 2021, in zona gialla, nel rispetto delle linee guida vigenti, è consentito lo svolgimento all’aperto di qualsiasi attività sportiva anche di squadra e di contatto”. Possono tornare, quindi, le partite di calcetto tra gli amici e non solo. L’unico limite imposto è il divieto di utilizzo degli spogliatoi, “se non diversamente stabilito dai provvedimenti di cui all’articolo 2 del decreto-legge n. 19 del 202”.
Ripartono anche la cultura e l’intrattenimento. La bozza del decreto, infatti, stabilisce che “in zona gialla gli spettacoli aperti al pubblico in sale teatrali, sale da concerto, sale cinematografiche, live-club e in altri locali o spazi anche all’aperto sono svolti esclusivamente con posti a sedere preassegnati e a condizione che sia assicurato il rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro sia per gli spettatori che non siano abitualmente conviventi, sia per il personale”. Rigidi i limiti di capienza prevista, che “non può essere superiore al 50 per cento di quella massima autorizzata e il numero massimo di spettatori non può comunque essere superiore a 1.000 per gli spettacoli all’aperto e a 500 per gli spettacoli in luoghi chiusi, per ogni singola sala”.
Le aperture dal 15 maggio
La bozza del decreto prevede una seconda tranche di riaperture a partire dal 15 maggio, quando anche le piscine all’aperto potranno riaprire le loro porte per accogliere gli avventori. “In zona gialla sono consentite le attività di piscine all’aperto in conformità ai protocolli e alle linee guida adottati dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome sulla base dei criteri definiti dal Comitato tecnico-scientifico”, si legge nella bozza.
Nella stessa data anche i centri commerciali potranno riaprire nel weekend, ovviamente solo se la regione è in zona gialla. “Le attività degli esercizi commerciali presenti all’interno dei mercati e dei centri commerciali, gallerie commerciali, parchi commerciali e altre strutture ad essi assimilabili nei giorni festivi e prefestivi possono svolgersi nei limiti e con le modalità previste dai provvedimenti di cui all’articolo 2, comma 1, del decreto-legge n. 19 del 2020 e da protocolli e linee guida definiti con i medesimi provvedimenti”, spiega il decreto.
Le aperture dal 1 giugno
L’attuale bozza prevede che, in conformità con i dati di contagio e sempre e solo in merito alle regioni in zona gialla, il 1 giugno potranno ripartire anche le palestre “in conformità ai protocolli e alle linee guida adottati dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome sulla base dei criteri definiti dal Comitato tecnico-scientifico”.
Inoltre, nello stesso giorno i ristoranti potranno riaprire anche gli spazi al chiuso per i loro clienti, “con consumo al tavolo, dalle ore 5:00 fino alle ore 18:00, o fino a un diverso orario stabilito con deliberazione del Consiglio dei ministri”. Tutto questo fatto salvo il rispetto delle norme di distanziamento previste dai protocolli contro il contagio da coronavirus.
Riapriranno anche gli stadi, per eventi e “competizioni di livello agonistico e riconosciuti di preminente interesse nazionale con provvedimento del Coni e del Comitato italiano paralimpico”. Dovranno essere rispettati i limiti di capienza, che non dovranno essere superiori al “25 per cento di quella massima autorizzata e, comunque, il numero massimo di spettatori non può essere superiore a 1.000 per impianti all’aperto e a 500 per impianti al chiuso”. Tuttavia il decreto prevede che “i numeri degli spettatori potranno essere rivisti in relazione all’andamento della situazione epidemiologica e alle caratteristiche dei siti e degli eventi all’aperto”.
Le aperture dal 1 luglio
Infine a luglio potranno riprendere le fiere, i convegni e i congressi, “nel rispetto dei limiti e delle modalità previsti dalle deliberazioni di cui all’articolo 2, comma 1, del decreto-legge n. 19 del 2020 e da protocolli e linee guida definiti con i medesimi provvedimenti”.
Nello stesso giorno potranno riprendere le attività di lunapark, terme e parchi tematici nel rispetto dei protocolli e delle linee guida previsti per i singoli settori. Ovviamente con la discriminante della zona gialla.