Lunedì “in Albis”: perché il giorno di Pasquetta si chiama così?
Talvolta, attraverso le tradizioni secolari e la consuetudini, errori e falsi storici si consolidano e diventano parte integrante della nostra cultura. Ne è un esempio la consacrazione del lunedì dell’Angelo, il giorno successivo alla Pasqua cristiana conosciuto anche come Pasquetta o lunedì “in Albis”. Secondo la tradizione si celebra il giorno in cui Maria Maddalena e la Madonna si recarono al sepolcro di Gesù e lo trovarono aperto e vuoto. Un angelo annunciò loro il miracolo della Resurrezione e da qui il nome di “lunedì dell’Angelo”.
Il problema è che i testi sacri riportano che le donne si recarono al sepolcro il giorno dopo la Pasqua. Tuttavia, non dobbiamo considerare la festività cristiana, che cade di domenica, bensì quella ebraica dal momento che, al tempo dei vangeli, esisteva solo quella che commemorava la liberazione del popolo eletto da parte di Mosè.
La Pasqua ebraica, come tutte le loro festività, cadeva e cade tutt’oggi di sabato. Quindi, il giorno dell’incontro con l’Angelo sarebbe la domenica, non il lunedì. In ogni caso, lo Stato italiano ha confermato la versione erronea rendendo la Pasquetta un giorno festivo per allungare le ferie: stesso metodo utilizzato per il 26 dicembre.
Il lunedì di Pasquetta, però, contiene al suo interno un altro errore: il nome “in albis”. Canonicamente esiste un solo giorno con tale titolo ed è la domenica successiva alla Pasqua, “domenica in albis”. Il nome deriva dall’antica tradizione di battezzare i neonati la notte di Pasqua: usanza ancora oggi molto diffusa. Come sanno tutti i cristiani durante la cerimonia i bambini indossano una veste bianca a simboleggiare la ritrovata purezza.
Fino a qualche decennio fa, i battezzati pasquali dovevano indossare tale indumento per sette giorni. Solo la domenica i bambini vestiti di bianco, in latino “in albis”, venivano condotti in Chiesa dove gli abiti erano deposti con cerimonia solenne. I testi religiosi parlano solo di settimana “in albis”, in vestitini bianchi, e di domenica “in albis”, per indicare la funzione, ma nulla viene detto riguardo al lunedì. Tale titolo è stato dato solo dalla tradizione popolare, probabilmente per indicare l’inizio della settimana “in albis” o il fatto che fosse il primo giorno in cui i piccoli indossassero le vesti bianche.
Domenico Ascione
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