Arriva il passaporto vaccinale

Arriva il passaporto vaccinale: tre alternative per “salvare l’estate”

Il Garante della privacy lancia l’allarme sulla vulnerabilità dei dati personali dei cittadini e si prepara ad inoltrare una segnalazione al Parlamento
Federico Garau – Mer, 17/03/2021

Per favorire la ripresa del turismo ed incoraggiare gli spostamenti, specie in vista della stagione estiva, l’Unione europea sta vagliando la possibilità di creare una sorta di passaporto digitale che permetta di viaggiare evitando la quarantena.

Un’idea già annunciata da Ursula Von Der Leyen tramite Twitter lo scorso 1 marzo e che ora diventa una vera e propria proposta legislativa inerente i regolamenti comunitari. La Ue si trova già al lavoro per realizzare questo progetto e restituire la possibilità di viaggiare, come anninciato dal commissario europeo della giustizia Didier Reynders, solo a chi dimostri “l’avvenuta vaccinazione, la negatività a un test o la guarigione dal Covid-19” proprio tramite tale passaporto digitale.

Si tratta di una proposta di modifica legislativa, pertanto è necessario attivare l’iter previsto per poter arrivare ad una sua approvazione. Visti i tempi stretti, tuttavia, pare che la Commissione abbia intenzione di bruciare le tappe e dare una spinta al progetto per renderlo concreto (via cartacea o digitale) già a partire dal prossimo giugno. Il documento, vincolante dal punti di vista legislativo per tutti gli Stati membri, sarà ritenuto valido per ogni tipologia di vaccino disponibile legalmente sul mercato, come ci ha tenuto a spiegare ancora il commissario europeo della giustizia.

L’allarme privacy

Nonostante che si tratti di un sistema studiato per far ripartire il turismo a livello comunitario, dopo le numerose chiusure e restrizioni imposte dai governi nazionali, inizia ad emergere un problema di tutela dei dati personali dei cittadini dell’Unione europea. A lanciare l’allarme è il Garante della privacy, che riesce ad andare oltre le parole di rassicurazione “cinguettate” lo scorso 1 marzo da Ursula Von Der Leyen, secondo la quale il passaporto rispetterebbe “la protezione dei dati, la sicurezza e la privacy”.

Il Garante richiama l’attenzione sulla necessità di “rispettare la disciplina in materia di protezione dei dati personali”: anche quelli relativi ad eventuali vaccinazioni sono infatti”dati particolarmente delicati e un loro trattamento non corretto può determinare conseguenze gravissime per la vita e i diritti fondamentali delle persone”. Tali conseguenze possono sfociare in vere e proprie “discriminazioni, violazioni e compressioni illegittime di libertà costituzionali”.

Probabile, quindi, che per realizzare al meglio il passaporto comunitario sia necessaria una base giuridica normativa nazionale: “L’ utilizzo in qualsiasi forma, da parte di soggetti pubblici e di soggetti privati fornitori di servizi destinati al pubblico, di app e pass destinati a distinguere i cittadini vaccinati dai cittadini non vaccinati è da considerarsi illegittimo. E la questione sarà oggetto di una prossima segnalazione al Parlamento”, spiega ancora il Garante della privacy nel comunicato ufficiale.