Editoria 2000diciassette.
Stamane le note critiche di Rodolfo Vettorello per il nostro poeta Benedetto Ghielmi, editor di alcune raccolte poetiche edite dalla casa editrice. “Cocci di bottiglia” è la sua opera…
Le note critiche di Rodolfo Vettorello
COCCI DI BOTTIGLIA di Benedetto GHIELMI
Il titolo che un autore sceglie per una sua Raccolta Poetica denuncia immediatamente il riferimento letterario più importante per la sua poetica. E il riferimento a Montale è uno di quelli che contano davvero.
Montale nella sua composizione intitolata MERIGGIARE PALLIDO E ASSORTO tratto dalla sua prima Raccolta. OSSI DI SEPPIA scrive:
“è tutta la vita e il suo travaglio/ in questo seguitare una muraglia/ che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia.”
Richiamare queste parole denuncia, non certo l’appartenenza a un modo particolare di fare poesia e men che meno la volontà di collocarsi in una determinata corrente letteraria, quanto piuttosto una visione della vita, accettata con i suoi travagli, con le sue barriere e con gli ostacoli, ipotetici di cocci di bottiglia che servono a scoraggiare intromissioni indebite nella sfera del privato. Significa alla fine accettazione delle difficoltà e volontà di superarle con i mezzi della poesia e del pensiero positivo.
La Raccolta COCCI DI BOTTIGLIA è l’opera prima di un autore che si qualifica pertanto come esordiente ma che denuncia fin dalle prime poesie una caratteristica particolare che appartiene invece ad autori generalmente più collaudati. Parlo dell’estrema “consapevolezza” che si palesa fin dai primi testi e di quello che consegue in termini di accettazione della vita e delle sue “muraglie”.
Lo stile è piacevolmente narrante, privo degli impervi ostacoli di una concisione portata ai limiti dell’ermetismo e questa caratteristica saliente determina un modo poetico spontaneo e una volontà vera di comunicazione e di condivisione con il lettore.
Il poeta esplica al meglio la sua volontà narrativa o narrante attraverso una indagine puntigliosa e capillare nel suo mondo personale e lo fa quasi in una confessione di sapore filosofico sui suoi credo, le sue aspettative, le sue paure, le sue speranze.
I “topoi” della sua scrittura sono molti di quelli di tanta poesia contemporanea di pregio: gli approdi, i porti, i bagliori di luce, la bellezza, la delusione, il dubbio, l’esistenza e, tra gli espedienti letterari, il topos dell’enumerazione con il suo valore iterativo.
I titoli di molti testi poetici costituiscono essi stessi, basta consultare l’indice della raccolta, una specie di poesia a parte e in qualche modo riassuntiva di tutta la raccolta.
Stupefacente in tutto questo è la constatazione che si tratti davvero di un’opera prima perchè, di questo genere di opere, manca una naturale ingenuità, un innocente insistito protagonismo.
Il poeta parla anche di sé molto appassionatamente ma le sue sono valutazioni filosofiche, come abbiamo detto altrove, molto condivisibili e con la caratteristica della universalità.
La Delusione, il Dubbio, la Catarsi, sono passi di ciascuno che voglia scoprire il senso della propria vita. Quando l’autore dice:
“Sono un cercatore, sono un musicista, sosto e riprendo a vivere… amo la preziosità del non fare nulla…” espone un programma di buona condivisibilità.
Tornando per un attimo alla considerazione iniziale sul valore precipuamente narrante della Raccolta, trovo particolarmente interessante che l’autore riconosca il potere determinante della parola. Della parola poetica in primo luogo ma anche della parola in generale come strumento di indagine, e dell’inconscio, e di tutto ciò che è fondante per la nostra natura di uomini di questo tempo e di questo contorno culturale.
Lo stile poetico rivela un naturale equilibrio tra espressività e musicalità, nel senso che i significati non sono mai castigati dalla ricerca di sonorità gradevoli né la musicalità naturale cade mai nella banalità della cantilena.
Varia la tipologia versale con versi brevi che si alternano naturalmente a versi lunghi e anche spesso ipermetrici. Questo senza alcuna riverenza indebita a tipologie usuali del novecentismo e frequentate dai più anche nel secolo corrente.
L’evoluzione naturale e più prevedibile per questo tipo di scrittura poetica è quello di una indagine sempre più approfondita e mirata su tanti aspetti dell’esistere appena toccati a volte in questa raccolta cosi ampia per argomenti e tematiche.
La promessa insita nei versi dell’autore è avvincente e molto impegnativa. Lo aspetteremo con grande curiosità alla prossima prova, con curiosità e affetto per quanto di umanità e di impegno ci è fin qui arrivato da versi così intensi e pregnanti.
Rodolfo Vettorello