Gb, follia all’Università: il politicamente corretto fa fuori gli autori classici
Nel mirino del politicamente corretto finiscono ora autori fondamentali come Geoffrey Chaucer e lo scrittore Sir Thomas Malory, che raccontò Re Artù
Roberto Vivaldelli – Mer, 03/02/2021
È un dato di fatto piuttosto preoccupante: le università – soprattutto statunitensi e anglosassoni – sono diventate la culla della cancel culture e del politicamente corretto.
Il sapere viene messo da parte per inculcare agli studenti le derive ideologiche del politically correct e dei suoi dogmi con autori “inclusivi”, “antirazzisti” e Lgbt. In poche parole, propaganda progressista spacciata per cultura. A farne le spese, sono spesso gli autori classici, messi da parte perché giudicati non abbastanza contemporanei dai professori di sinistra. Nei giorni scorsi, come riporta il Daily Mail, l’Università di Leicester ha annunciato l’intenzione di accantonare il gigante letterario Geoffrey Chaucer a favore di modelli sostitutivi che rispettino di più razza e genere. L’Università giustifica tale scelta con l’esigenza di modernizzare i piani di studio rendendoli più adeguati alla sensibilità e alle prospettive degli studenti di letteratura inglese.
I piani dell’università sono emersi la scorsa settimana, quando il Telegraph ha pubblicato una mail interna inviata a tutto il personale docente al fine di informare i professori delle modifiche ai corsi orientati al rispetto di “razza, etnia, sessualità e diversità”. Il nuovo programma di letteratura inglese, secondo l’università, deve essere “straordinariamente innovativo”. A farne le spese, autori come Geoffrey Chaucer (1343-1400), universalmente riconosciuto come il padre della letteratura inglese e autore di capolavori del calibro de I racconti di Canterbury o il poema Il libro della duchessa. Esclusi dai nuovi piano studio inclusivi e politicamente corretti dell’Università di Leicester anche il romanzo Sir Gawain e il Cavaliere Verde (Sir Gawain and the Green Knight) e la Storia di re Artù e dei suoi cavalieri di Sir Thomas Malory. A rischio anche lo studio Paradiso perduto, poema epico in versi sciolti di John Milton (pubblicato nel 1667) e le poesie di John Donne (1572-1631). E chissà che fine farà William Shakespeare.
Il celebre accademico Robert Tombs dalle colonne del Daily Mail attacca l’università di Leicester e i suoi programmi “inclusivi”: “Che tragedia se questi autori vengono negati agli studenti e che follia se questa chiusura viene fatta in nome della diversità e della decolonizzazione. Il valore della letteratura è aiutare è immaginare mondi che altrimenti non potremmo raggiungere, non parlarci di ciò che ci è già familiare”. Purtroppo, però, il politicamente corretto non si pone limiti nella sua furia iconoclasta e ha la pretesa di giudicare autori del passato con i canoni della modernità (rigorosamente progressista). Un fondamentalismo ideologico che arriva a scagliarsi contro i classici della letteratura, peraltro senza dare spiegazioni convincenti circa le motivazioni di questa folle scelta.