I turchi celebrano un simpatizzante nazista
di Uzay Bulut 26 gennaio 2021
Pezzo in lingua originale inglese: Turkey: Turks Celebrate Nazi Sympathizer
Traduzioni di Angelita La Spada
Purtroppo, Hüseyin Nihal Atsız ha ancora molti sostenitori in Turchia.
“Come il fango non sarà ferro anche se viene messo in un forno, l’ebreo non può essere turco, per quanto ci provi. L’identità turca è un privilegio, non è concessa a tutti, soprattutto a quelli come gli ebrei. (…) Se ci arrabbiamo, non solo stermineremo gli ebrei come fecero i tedeschi, ma andremo oltre…” – Hüseyin Nihal Atsız nella sua rivista Rivoluzione Nazionale (Milli Inkılap), 1934.
Oggi, dietro molte delle costanti politiche aggressive della Turchia, come le sue attività anti-armene, anti-greche, anti-cipriote, anti-ebraiche, anti-curde, anti-occidentali e anti-israeliane fanno capolino le idee razziste di Atsız. Milioni di turchi sono stati avvelenati per decenni dalle visioni naziste di Atsız.
A novembre, la municipalità metropolitana di Istanbul, governata dal Partito Repubblicano del Popolo della Turchia (CHP), ha intitolato un parco nel distretto di Maltepe, a Istanbul, a Hüseyin Nihal Atsız, un razzista antisemita e uno dei più importanti simpatizzanti nazisti della Turchia. La richiesta è stata formulata dai membri di un altro partito di opposizione turco, il Buon Partito (Iyi). Atsız (1905-1975) era famoso per “la misurazione del cranio” allo scopo di determinare “l’entità dell’identità turca” delle persone.
Nel mese di marzo 2020, un membro del Buon Partito ha presentato una mozione alla giunta comunale di Istanbul, chiedendo che un parco del quartiere di Maltepe, a Istanbul, venisse intitolato ad Atsız. La mozione affermava che Atsız trascorse gran parte della sua vita nell’area di Köyiçi, a Maltepe, e l’oggetto della proposta è stato inserito nell’ordine del giorno degli argomenti da discutersi nella riunione della giunta comunale, convocata nel novembre scorso. Dopo l’approvazione della mozione da parte della giunta, il parco del quartiere Yalı ha ricevuto ufficialmente il nome di Atsız.
Secondo il sito web ufficiale della municipalità metropolitana di Istanbul, la mozione è stata approvata all’unanimità. In un video pubblicato sui social media, la sezione di Maltepe del Buon Partito ha ringraziato il sindaco di Istanbul, Ekrem Imamoğlu, membro del CHP, per il sostegno offerto.
Purtroppo, Hüseyin Nihal Atsız ha ancora molti sostenitori in Turchia. L’11 dicembre, ad esempio, Meral Aksener, leader del Buon Partito, ha pubblicato questo post su Twitter:
“Commemoro con piacere e rispetto Hüseyin Nihal Atsız, uno dei preziosi rappresentanti dell’idea del nazionalismo turco e interprete dei nostri sentimenti, nell’anniversario della sua morte”.
Ma quali sono la visione del mondo e l’eredità di Atsız?
Atsız fu il promotore del panturanismo, noto anche come turanismo, turchismo o panturchismo, un’ideologia nazionalista ed espansionista che emerse nella Turchia ottomana durante l’era dei Giovani Turchi (1908-1918). Il turanismo crede nella supremazia dei turchi e mira a unire sotto lo stesso tetto tutto “il popolo turco” dall’Ungheria al Pacifico. Anche il Comitato Ottomano di Unione e Progresso (CUP), che organizzò la prima fase del genocidio cristiano del 1914-1923 nella Turchia ottomana, fu panturchista-turanista. La continua aggressività da parte di Ankara nei confronti dell’Armenia, di Israele, di Cipro, della Grecia e di altre nazioni della regione, oggi è altresì motivata dal turchismo, tra le altre ideologie estremiste.
Nel suo libro, Turkey, the Jews, and the Holocaust, la studiosa Corry Guttstadt descrive Atsız come “un apologeta turco del nazismo tedesco”:
“Nihal Atsiz era un accanito simpatizzante nazista. Si definiva ‘razzista, panturchista e turanista’ ed era un aperto antisemita. Dal 1934 in poi, Atsiz pubblicò la rivista turanista Orhun, in cui invocava un Grande impero turco che si estendeva dal Mar Mediterraneo al Pacifico. Il suo turchismo era basato sui legami di sangue e razza; egli auspicava un ritorno agli ideali turchi pre-islamici”.
Il professor Jacob M. Landau osserva:
“Atsiz era un grande ammiratore delle teorie razziali della Germania nazista, esprimendo ripetutamente alcune di esse nelle sue stesse opere durante gli anni Trenta e Quaranta (con i turchi etichettati come ‘razza padrona’). I suoi articoli continuavano a ribadire che il panturchismo poteva – e doveva – essere perseguito con la guerra. Per anni, il suo taglio dei capelli assomigliò a quello di Hitler ed ebbe un portamento militare”.
Gli scritti di Atsız portarono alla violenza quando le comunità ebraiche della Tracia orientale vennero attaccate durante il pogrom anti-ebraico del 1934. Atsız allora era un insegnante di lettere nella regione. La Guttstadt scrive:
“Immediatamente prima dei fatti del 1934, sulla rivista Orhun, pubblicata da Atsiz, erano apparsi anche degli articoli minacciosi diretti contro gli ebrei”.
Dopo un viaggio nella città di Canakkale, ad esempio, Atsız scrisse:
“L’ebreo qui è come l’ebreo che vediamo ovunque. È subdolo, insolente, malevolo, codardo, ma opportunista; il quartiere ebraico è centro di clamore, di rumori e di sporcizia qui come [nei quartieri ebraici] ovunque. (…) Noi non vogliamo più vedere questa comunità infida e bastarda della storia come cittadini tra noi”.
In un altro articolo dello stesso periodo, Atsız scrisse:
“Nel mondo, la creatura chiamata ebreo non è amata da nessuno tranne dall’ebreo e dagli ignobili. (…) Espressioni tipiche della nostra lingua come ad esempio ‘come un ebreo’, ‘ non comportarsi da ebreo’, ‘bazar ebraico’, ‘assomigliare a una sinagoga’ (…) mostrano il valore dato dalla nostra razza a questa vile comunità. Come il fango non sarà ferro anche se viene messo in un forno, l’ebreo non può essere turco, per quanto ci provi. L’identità turca è un privilegio, non è concessa a tutti, soprattutto a quelli come gli ebrei. (…) Se ci arrabbiamo, non solo stermineremo gli ebrei come fecero i tedeschi, ma andremo oltre…”.
Motivati dagli scritti di Atsız e di altri scrittori antisemiti, i turchi presero di mira gli ebrei della Tracia orientale nei pogrom scoppiati dal 21 giugno al 4 luglio 1934. Queste persecuzioni sanguinose ebbero inizio con un boicottaggio delle attività ebraiche, e vennero seguite da attacchi fisici contro gli edifici di proprietà degli ebrei, che furono dapprima saccheggiati e poi incendiati. Gli uomini ebrei vennero picchiati e alcune donne ebree sarebbero state violentate. Terrorizzati da questa serie di eventi, molti ebrei fuggirono dalla regione. Secondo lo storico Rifat Bali, molti dei seguaci di Atsız parteciparono in prima persona alle sommosse.
Atsız contribuì notevolmente ad avvelenare gli animi turchi di odio per gli ebrei. Secondo quanto si legge nel libro di Fatih Yaşlı, Our Hate is Our Religion: A Study on Turkist Fascism, Atsız scrisse:
“Un figlio della nazione turca che da secoli brandisce la spada e passa la vita sui campi di battaglia può essere uguale a un figlio della nazione ebraica che da secoli vive la propria vita nella disonestà e nell’inganno? Pur facendo frequentare a un bambino turco e ad uno ebreo, nati lo stesso giorno, lo stesso istituto scolastico e insegnando loro solo l’esperanto e offrendogli altresì la stessa istruzione, il bambino turco sarà sempre coraggioso e quello ebreo codardo”.
Atsız faceva spesso dichiarazioni disumane anche su altre minoranze non turche. Ad esempio, riferendosi ai greci e ignorando opportunamente il genocidio turco degli armeni, degli assiri e dei greci, Atsız scrisse:
“I greci possono essere considerati esseri umani? (…) Greco è sinonimo di scorpione. Proprio come lo scorpione ha punto la tartaruga che l’ha aiutato ad attraversare il fiume per fargli un favore e poi ha detto ‘non posso farci niente. [Questo tradimento] è la mia natura’, i greci sono anche plasmati dall’inimicizia nei confronti dei turchi”.
Atsız odiava quasi tutte le popolazioni non turche. Nel suo testamento, rivolgendosi al figlio di un anno e mezzo, Yagmur, Atsız scrisse:
“Gli ebrei sono il peggior nemico di tutte le nazioni. I russi, i cinesi, i persiani, i greci sono i nostri nemici storici.
” I bulgari, i tedeschi, gli italiani, gli inglesi, i francesi, gli arabi, i serbi, i croati, gli spagnoli, i portoghesi, i romeni sono i nostri nuovi nemici.
“I giapponesi, gli afgani e gli americani sono i nostri futuri nemici.
“Gli armeni, i curdi, i circassi, gli abkhazi, i bosniaci, gli albanesi, i pomacchi, i laz, i lezgin, i georgiani, i ceceni sono nostri nemici all’interno [della Turchia].
“Bisogna essere pronti a combattere tanti nemici”.
Tuttavia, suo figlio Yagmur una volta adulto ha criticato le idee di suo padre. In un libro scritto nel 2005, Yagmur racconta come suo padre misurasse il cranio delle persone nel tentativo di determinare “l’indice di identità turca”.
“Nihal Atsız era terribilmente interessato alle calotte craniche. Misurava il cranio di persone sconosciute, oltre a quelli di persone che abitavano negli immediati dintorni e dei vicini. Calcolava meticolosamente il cranio e diceva alle persone sottoposte al vaglio se fossero turche o meno. Ad esempio, diceva loro che erano turchi al 37 per cento, nove volte su dieci, o al 69,4 per cento. Per quelli con un basso indice di identità turca, aveva sempre parole di ‘consolazione’ sulle labbra. Diceva, ad esempio, ‘Ma puoi eliminare la tua innata deficienza con uno straordinario sforzo volontario e una vigile coscienza nazionale.’
“Ovviamente, coloro che avevano un basso indice di identità turca, secondo la misurazione del cranio, lasciavano la nostra casa molto turbati”.
Yagmur Atsız ha aggiunto che lo “strumento” utilizzato dal padre per misurare il cranio era una specie di compasso, lungo circa 45 centimetri, ed era sempre adagiato sulla sua scrivania. Yagmur ha inoltre affermato che suo padre ha proseguito a svolgere per decenni questa attività di misurazione.
Nihal Atsız ha altresì continuato a influenzare la vita politica turca nei decenni successivi. La Guttstadt osserva:
“Antisemiti e fascisti, ispirati dall’esempio tedesco, divennero una costante nel sistema politico turco nel periodo successivo alla Seconda guerra mondiale. Nel 1962, Nihal Atsız, insieme a persone con la stessa mentalità, fondò la Türkçülük Derneği [Associazione Panturchista], antesignana del Partito d’Azione Nazionale fascista (Milliyetçi Hareket Partisi, MHP), responsabile negli anni Settanta di innumerevoli omicidi di studenti di Sinistra, di sindacalisti e di intellettuali. Il leader di questo movimento, Alparslan Türke, era compagno d’armi di Atsız”.
Il MHP annovera anche il movimento razzista e di estrema destra dei Lupi Grigi (Bozkurtlar), che di recente è stato messo al bando in Francia dopo che un monumento dedicato alle vittime del genocidio del popolo armeno (1915-1923) era stato deturpato. Ufficialmente conosciuto come Focolari Idealisti (Ülkü Ocakları), il movimento è stato coinvolto in molti episodi di violenza contro civili e figure politiche e religiose. Tra queste azioni di forza spiccano il massacro degli aleviti perpetrato nel 1978 nella città di Maras, nella parte sudorientale della Turchia, e il tentato omicidio di papa Giovanni Paolo II, nel 1981.
La visione razzista del mondo sostenuta da Atsız ha causato morte e distruzione per così tante persone. Ciononostante, almeno altri tre parchi ad Ankara e Antalya, e una strada della città di Amasya sono stati intitolati a lui.
E allora, cosa c’è nelle idee e nelle attività di Atsız che molti membri dell’opposizione turca – tra cui il sindaco di Istanbul – ritengono che sia opportuno promuovere? Sono forse la sua “misurazione del cranio”, il nazismo, il razzismo, il suprematismo turco e l’odio che anche l’opposizione turca approva?
Oggi, dietro molte delle costanti politiche aggressive della Turchia, come le sue attività anti-armene, anti-greche, anti-cipriote, anti-ebraiche, anti-curde, anti-occidentali e anti-israeliane fanno capolino le idee razziste di Atsız. Milioni di turchi sono stati avvelenati per decenni dalle visioni naziste di Atsız.
A quanto pare, le opinioni di molti membri dell’opposizione turca non sembrano così diverse dalla mentalità violenta e suprematista del presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Fino a quando i leader e i politici dell’opposizione turca non affronteranno con onestà e non criticheranno la storia turca fatta di crimini, di massacri e di razzismo sistematico, la vera democrazia rimarrà solo un sogno.
Uzay Bulut, una giornalista turca, è Distinguished Senior Fellow presso il Gatestone Institute.