Caro Presidente della Repubblica
È tutta questione di… prospettiva.
Devo ammettere che mai nella mia vita ho scritto ad un Presidente della Repubblica Italiana. E, lo faccio per la prima volta dal mio blog, anche se non sono certo che Sergio Mattarella leggerà questo mio scritto.
Penso comunque sia utile alla nostra riflessione comune ciò che leggerete.
Per carità, Gentilissimo Presidente della Repubblica Italiana, non dia l’incarico esplorativo a Giuseppe Conte, faccia (come si conviene…) Lei le consultazioni, e giunga alla conclusione di non mandarci a votare (sarebbe una disgrazia con i politici che ci ritroviamo: inetti ed in malafede…) e/o di nominare un Governo tecnico, con persone di Sua fiducia!
Senza un Podestà, la nostra nazione è espressione del peggio culturale e sociale che questi anni di sfrenato mercato mediatico hanno prodotto. I Cinque Stelle (soprannominati in questo blog Cinque Stalle), secondo le previsioni di qualsiasi analista, dovrebbero sparire del tutto, visto che rappresentano e sono stati una vera e propria iattura culturale, sociale e dunque politica. Ovunque siano presenti a governare, il livello generale argomentativo politico-culturale è sceso oltre le profondità delle antiche cloache romane.
Il Centro-Destra è capitanato, escludendo Silvio Berlusconi (il quale da sempre ha avuto il senso della storia del mondo, in chiave politica), da intestini stracolmi di promesse, completamente inaffidabili e che a livello internazionale non garantiscono nessuna intelligenza futuribile.
Il Centro-Sinistra è praticamente allo sfascio culturale, sociale e popolare, perché ha coltivato nel suo seno inutili individui che pensano di risollevare le sorti di un grande Paese come il nostro con il Netflix della cultura, una baggianata mediatica alla Casalino, mentre non sono stati in grado di elaborare politiche giovanili, universitarie e industriali.
Ecco perché penso che sia Lei, come le Sue conoscenze personali e frutto di stima intellettuale che sicuramente avrà coltivato nelle Sue frequentazioni esistenziali, l’unica possibile soluzione.
Abbiamo bisogno di riacquistare quella credibilità internazionale che da anni abbiamo perso, con qualche ottimo essere umano, specialmente donne, che non abbia a che fare con queste uova strapazzate e indigeste che usiamo chiamare politici. Inoltre, a questo proposito, dovremmo anche chiedere aiuto alla Accademia della Crusca, per trovare qualche termine adatto per la definizione di questi para-politici.
Dunque, ci salvi dalla demenza dilagante.
Grazie.
Alessandro Bertirotti si è diplomato in pianoforte presso il Conservatorio Statale di Musica di Pescara e laureato in Pedagogia presso l’Università degli Studi di Firenze. È docente di Psicologia per il Design all’Università degli Studi di Genova, Scuola Politecnica, Dipartimento di Scienze per l’Architettura ed è attualmente Visiting Professor di Anthropology of Mind presso l’Universidad Externado de Colombia, a Bogotà e presidente dell’International Philomates Association. È membro della Honorable Academia Mundial de Educación di Buenos Aires e membro del Comitato Scientifico di Idea Fondazione (IF) di Torino, che si occupa di Neuroscienze, arte e cognizione per lo sviluppo della persona. Ha fondato l’Antropologia della mente (www.bertirotti.info).