Prepotenti del nulla
È tutta questione di… vacuità.
Partiamo dalla lettura di questo interessante articolo(La mossa di Conte contro Renzi: lo scacco alla regina Meb Nella partita tra Conte e Renzi ci potrebbe essere un colpo di scena. Maria Elena Boschi tra i contiani? Il sociologo Ivo Germano: “È come rubare la bandiera”. Un senatore grillino: “Una figliastra che accoltella il padre non è nulla di nuovo”
Elena Barlozzari – Dom, 24/01/2021 – https://www.ilgiornale.it/news/politica/mossa-conte-contro-renzi-scacco-regina-meb-1918874.html)
Non è più soltanto politica. Non è la speranza di conquistare voti al centro, lì dove ci sono gli elettori moderati, insoddisfatti, dimenticati, qualche volta delusi e in cerca di una casa che sia qualcosa di più di una miriade di cespugli selvaggi. , per produrre qualche riflessione ulteriore.
La prima considerazione è relativamente amara.
Mi riferisco all’idea che noi elettori abbiamo del ruolo politico-sociale e culturale delle elezioni, tanto a livello nazionale quanto regionale e provinciale. Altra cosa, penso, siano invece le elezioni locali, quelle comunali. Insomma, nel caso di quelle nazionali, tutti noi crediamo di dare il voto ad un programma, ad un insieme di idee progettuali e futuribili nelle quali ci riconosciamo. Pensiamo, almeno coloro che si recano alle urne in buona fede e non sono diventati ancora i clienti della politica, che la nostra scelta abbia un peso sulle decisioni esistenziali che i rappresentanti politici prenderanno nelle sedi opportune, e al posto nostro.
No, in realtà non è quasi mai così, se non nella mera comunicazione elettorale, che è, nella migliore delle ipotesi, una fandonia ad uso e consumo dell’ego del candidato. Quando in passato, io stesso ho creduto alla bontà della politica, del fare politica convintamente e a livello europeo, ho dovuto ricredermi, appunto amaramente. Quasi nulla di buono, ma, forse, tutto il peggio possibile della natura umana: egoismo, personalismo, desiderio sfrenato di potere, menefreghismo, affari personali e clientelari. Ecco, questa è la sintesi della politica, almeno quella che caratterizza gli ultimi decenni di questo nostro mondo. Eh sì… penso che questa realtà, sia mondiale, ancorché noi italiani si sappia, ovviamente, eccellere, per una serie di ragioni storiche. E non ultima, fra queste, quella che ci vede eredi del Sacro Romano Impero.
Un’ultima considerazione, sempre rispetto all’articolo citato e alla situazione politica nella quale ci troviamo, riguarda la credibilità politica, che si rivela, sempre più, come un mero gioco di potere per realizzare la propria individuale sopravvivenza in parlamento. E, in fondo, ognuno di noi, anche nel proprio ambiente di lavoro pensa alla propria sopravvivenza, non calcolando quanto essa dipenda da quella altrui.
Dunque, in sostanza, abbiamo a che fare con un vero e proprio vuoto politico, all’interno del quale gli attuali rappresentanti politici, destra, sinistra e centro, sono espressioni di ulteriore vacuità. Qualsiasi individuo relativamente onesto intellettualmente, e ancora presente in questa nostra nazione, può solo sperare in una apocalisse politica accelerata da queste assenze personali.
Andare ad elezioni oggi, significa mandare in parlamento le peggiori disgrazie umane che affliggono la nostra nazione.
Occupare, oggi, quegli scranni significa essere sfigati in malafede, prepotenti del nulla, senza nessuna credibilità e dignità.
Come sto dicendo spesso: non ci resta che un altro sistema solare.
Alessandro Bertirotti si è diplomato in pianoforte presso il Conservatorio Statale di Musica di Pescara e laureato in Pedagogia presso l’Università degli Studi di Firenze. È docente di Psicologia per il Design all’Università degli Studi di Genova, Scuola Politecnica, Dipartimento di Scienze per l’Architettura ed è attualmente Visiting Professor di Anthropology of Mind presso l’Universidad Externado de Colombia, a Bogotà e presidente dell’International Philomates Association. È membro della Honorable Academia Mundial de Educación di Buenos Aires e membro del Comitato Scientifico di Idea Fondazione (IF) di Torino, che si occupa di Neuroscienze, arte e cognizione per lo sviluppo della persona. Ha fondato l’Antropologia della mente (www.bertirotti.info).