Il mercato delle…
È tutta questione di… crisi.
Come vedete, non ho completato il titolo di questo mio intervento. Ho pensato che fosse onesto, da parte mia, non offendere l’agricoltura, in essa comprendendo coltivazione ed allevamento, sia dal punto di vista filogenetico, come importante invenzione della specie umana, sia da quello nazionale, perché rappresenta per noi un settore imprenditoriale, e di qualità.
Bene, ora abbiamo una nuova maggioranza: un numero totale di euro, previsto in dodicimila al mese (spiccioli più o meno…), per ogni singolo parlamentare. Non dobbiamo mai dimenticare il vero motivo per cui siamo ridotti in questo Stato, per quanto riguarda la parte economica dell’esistenza umana. E, nel caso della politica attuale mondiale stiamo attendendo tutti la vera e prossima debacle totale, proprio in relazione ad una economia che nulla ha a che fare con il reale progresso intellettuale dei cittadini.
Sappiamo tutti, infatti, che non serve a nulla votare, con questa legge elettorale (che peraltro non vogliono cambiare, mentre vogliono farci credere che la diminuzione del numero dei senatori risolva qualche cosa…), e che qualsiasi promessa politica è farsa… che non fa neanche ridere.
La dimostrazione è nei Cinque Stalle (un nome che si rivela essere stato lungimirante a suo tempo, come dimostrano i fatti di questa settimana).
Non so quali alleanze possano ancora fare, perché penso abbiano setacciato tutto l’arco istituzionale dei partiti, partitini, fuoriusciti, Gruppo Misto ed altro. Insomma, abbiamo un Presidente del Consiglio, sempre lo stesso (ma uno diverso non farebbe la differenza… se scelto tra le file di questi politicanti) che governa il nulla parlamentare, assieme ad inetti in malafede.
Ma, resto sicuro che a noi italiani tutto questo non fa alcuna differenza, perché siamo totalmente distaccati dalle vicende dei palazzi della politica. E questo atteggiamento durerà sino a quando i supermercati potranno vendere, i centri commerciali continuare ad esporre merci, e i cittadini, tra un aperitivo sui Navigli e una spiaggia, potranno credere che esiste un futuro.
In realtà, si tratta solo di attendere che continui la discesa, fino a quando ci sfracelleremo contro il muro del fallimento culturale, esistenziale e antropologico.
Vi sembro pessimista?
No, perché credo sempre che qualcosa accadrà per salvare questo mondo. Certo, non dipenderà dall’umanità, ma da un intervento esterno (ultimamente, mi sto dedicando allo studio degli avvistamenti UFO…), organizzato dal destino del Cosmo.
Circa l’Italia, possiamo attendere, per scoprire quale altra mangiatoia troveranno questi miserandi.
Alessandro Bertirotti si è diplomato in pianoforte presso il Conservatorio Statale di Musica di Pescara e laureato in Pedagogia presso l’Università degli Studi di Firenze. È docente di Psicologia per il Design all’Università degli Studi di Genova, Scuola Politecnica, Dipartimento di Scienze per l’Architettura ed è attualmente Visiting Professor di Anthropology of Mind presso l’Universidad Externado de Colombia, a Bogotà e presidente dell’International Philomates Association. È membro della Honorable Academia Mundial de Educación di Buenos Aires e membro del Comitato Scientifico di Idea Fondazione (IF) di Torino, che si occupa di Neuroscienze, arte e cognizione per lo sviluppo della persona. Ha fondato l’Antropologia della mente (www.bertirotti.info).