Cosa porta alla “zona bianca” che riapre cinema e palestre
Le Regioni che rientreranno in quella fascia potranno riaprire tutto, cinema e bar compresi. Servono però un Rt sotto uno, rischio basso e meno di 50 casi ogni 100mila abitanti
Valentina Dardari – Mar, 05/01/2021
Presto, più o meno, potrebbe arrivare la zona bianca. Diciamo che è una possibilità al vaglio del governo. Vorrebbe dire ritornare quasi alla normalità.
Cosa cambierebbe
Certo, dovremmo ancora mantenere il distanziamento e utilizzare la mascherina sia al chiuso che all’aperto, ma ristoranti, bar, palestre, cinema e teatri potrebbero riaprire. Ovviamente però le Regioni dovranno dimostrare di avere certi requisiti per poter essere messe in zona bianca. Intanto un valore dell’Rt almeno sotto l’1, poi un rischio basso e meno di 50 casi di coronavirus ogni 100mila abitanti. Per adesso nessuna regione può aspirare a colorarsi di bianco.
Ma prima o poi potrebbe accadere. Se così fosse potrebbero riaprire i bar, i ristoranti, le palestre, le piscine, i cinema e anche i teatri e i musei.
Per adesso il governo sta lavorando in unione ai dati che arrivano dall’Istituto Superiore di Sanità sul Covid. Anche in rapporto all’indice Rt vi sono differenze tra le varie Regioni. Per oggi è atteso il nuovo monitoraggio dell’Iss e del ministero della Salute, per stabilire in quali Regioni potrebbero rimanere le misure più dure che sono state in vigore in queste vacanze di Natale. A rischiare la zona rossa sono il Veneto, la Liguria e la Calabria. Mentre la Lombardia, la Puglia e la Basilicata potrebbero passare in fascia arancione. Intanto però per il fine settimana del 9 e 10 gennaio l’Italia sarà arancione.
Franceschini e l’idea di una zona bianca
La proposta era arrivata dal ministro della Cultura Dario Franceschini, appoggiato dal Guardasigilli Alfonso Bonafede, che aveva giustificato così: “Poiché la zona gialla ha limiti enormi, a cominciare dal coprifuoco, facciamo una zona bianca, nella quale si accede sotto un certo indice Rt di trasmissione dei contagi”. Subito però il ministro per gli affari Regionali Francesco Boccia aveva tenuto a precisare che la zona bianca “deve essere la prospettiva. La certezza è che per ora le zone non cambiano: resta il giallo, l’arancione e il rosso. Ne parleremo con il prossimo Dpcm del 15 gennaio. Stiamo inasprendo le soglie, costruendo un meccanismo che consenta il passaggio ad arancione e rosso più automatico e veloce. Tutte le valutazioni, compresa quella sulle zone bianche, sono sul tavolo, tutti vorremmo tornare bianchi, ma ne discuteremo al momento opportuno”.
Per il momento quindi niente da fare. Intanto però, come annunciato dal ministro, sono state inasprite le soglie dell’Rt: secondo i nuovi criteri infatti, una regione con l’indice di trasmissibilità pari a 1 entrerebbe in fascia arancione, mentre scatterebbe la zona rossa se il valore Rt è pari a 1,25. La soglia è comunque stata abbassata di 0,25 in entrambi i casi. Boccia ha precisato che questa nuova classificazione“è stata condivisa da tutte le regioni perché tutti siamo d’accordo sulla necessità di far scattare immediatamente le misure più restrittive quando si va oltre l’1”.
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Il Cts stabilirà i requisiti
Comunque, nel nuovo Dpcm probabilmente farà la sua comparsa anche la zona bianca. Le novità riguarderebbero tutti, non solo bar e ristoranti che potrebbero riaprire senza limiti di orario. Anche i teatri e i cinema ne beneficerebbero, così come palestre e piscine. In ogni caso, sarà compito del Comitato tecnico scientifico stabilire i parametri che serviranno alle Regioni per entrare nella zona bianca. Con ogni probabilità il valore dell’Rt dovrà essere inferiore allo 0,5 e dovranno essere presi in considerazione anche altri fattori, come la situazione nelle strutture ospedaliere, e soprattutto i ricoveri in terapia intensiva e nei reparti Covid. Per ora è prevista la stretta fino al 15 gennaio, poi si vedrà.
A inizio anno le Regioni più virtuose che registravano un valore Rt inferiore all’1 erano: Abruzzo con 0,65, Campania 0,78, Lazio 0,84, Molise 0,89, Piemonte 0,7, Provincia autonoma di Bolzano 0,76, Provincia autonoma di Trento 0,71, Toscana 0,79, Sardegna 0,78, Sicilia 0,93, Umbria 0,8 e Valle d’Aosta 0,83. Nessuna di queste però al momento potrebbe pensare di poter entrare nella tanto sospirata zona bianca.