Ipotesi “zona bianca” dal 15

Covid, verso il nuovo Dpcm: restrizioni anche dopo il 6 gennaio | Ipotesi “zona bianca” dal 15
La proposta di introdurre un quarto livello, avanzata dal ministro Franceschini, sarebbe condivisa da Giuseppe Conte e riguarderà le Regioni meno colpite dal contagio

Dopo la “zona rossa” proclamata per il 5 e il 6 gennaio, l’Italia entrerà in modalità “gialla” nei successivi due giorni e in quella “arancione” il 9 e il 10. Il governo ha poi riferito che tornerà la divisione per fasce dall’11 al 15: ogni Regione seguirà le regole previste dal “colore” corrispondente in base all’indice Rt. E poi? L’ipotesi dell’esecutivo, avanzata dal ministro Franceschini, è quella di introdurre una “zona bianca” a partire dal 15 gennaio.
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Covid, le regole in vigore il 4-5-6 gennaio: cosa si può fare e cosa no

Come riporta il Corriere della Sera, la decisione del governo di varare nuove restrizioni dopo l’Epifania (a mezzanotte del 6 gennaio scadrà infatti il Decreto Natale, ndr) è giunta al termine di una lunga giornata di incontri e riunioni.
Le aree di rischio – Il timore per l’aggravarsi della curva epidemiologica e dell’indice Rt in diverse Regioni ha spinto l’esecutivo a rivalutare i parametri per la definizione delle aree di rischio, da cui dipendono il divieto degli spostamenti e la chiusura di bar, ristoranti e locali pubblici.

La zona bianca – L’introduzione di una “zona bianca” (o “verde”) a partire dal 15 gennaio ha l’obiettivo di consentire in alcune aree d’Italia la ripartenza di ristoranti, bar, cinema, teatri, musei, palestre e piscine. Se la proposta si concretizzerà, verrà formalizzata nel nuovo Dpcm o in un decreto legge a ridosso di quella data. La proposta di Franceschini è stata subito appoggiata anche dal ministro Alfonso Bonafede e sarà valutata dal Cts. Nella zona bianca rientrerebbero dunque le Regioni, le fasce o le zone con gli indicatori migliori. Ferme restando le regole base di contenimento – come mascherina obbligatoria, distanziamento e divieto di assembramento – bar e ristoranti lavorerebbero senza limiti di orario, così come piscine e palestre.

La questione dei parametri e cosa si potrà fare – Secondo La Repubblica, il presupposto fondamentale per entrare in zona bianca sembra essere quello di registrare non più di 50 casi di coronavirus ogni 100mila abitanti. Soddisfatto questo parametro, non dovrebbe essere in vigore il coprifuoco dalle 22 alle 5, non dovrebbero esserci limitazioni all’apertura e al servizio dei locali pubblici e dovrebbero riaprire, con regole e limitazioni simili a quelle introdotte durante il primo lockdown, palestre e piscine attraverso un protocollo da stilare tra gli operatori e il ministero della Salute e dello Sport. Stesso discorso anche musei, mostre, teatri, cinema e sale da concerto.