Parte la rivoluzione sulle auto Il nuovo sistema obbligatorio
L’obiettivo dichiarato è quello di ridurre il numero degli incidenti mortali e limitare i danni per quanti restino coinvolti in sinistri
Federico Garau – Ven, 04/12/2020
Adas, la sigla che identifica gli “Advanced driver assistance systems”, (ovvero i sistemi di assistenza alla guida) ed ancora poco conosciuta per la maggior parte degli automobilisti, diverrà di certo più nota a partire dal prossimo 2022.
Tali sistemi sono stati fino ad ora montati a discrezione delle case automobilistiche per incrementare i punteggi nei “crash test”. Col tempo, ovviamente, i dispositivi in questione sono divenuti via via più evoluti ed il loro potenziale contributo nella riduzione dei sinistri ha convinto i parlamenti di vari Paesi (in primis quelli europei) a fare un passo in avanti per renderli obbligatori. Ciò che in passato si era già verificato per le cinture di sicurezza e gli airbag (imprescindibili per legge dal 2002) sta dunque per accadere anche con i nuovi Adas, la cui obbligatorietà era già stata richiesta a Bruxelles dal 2017. L’accordo è stato siglato lo scorso anno: a partire dal 2022, quindi, una nuova serie di dispositivi di sicurezza sarà d’obbligo per tutti i modelli di nuova omologazione. Per le auto, invece, omologate prima della data in esame ci sarà il tempo di adeguarsi alle nuove norme entro il 2024. Obiettivo dichiarato quello di ridurre il numero degli incidenti stradali e diminuire la gravità dei sinistri che si verificheranno nonostante i dispositivi di sicurezza.
Per tutte le categorie di veicoli a quattro ruote, a partire dal gennaio 2022 saranno quindi obbligatori i seguenti dispositivi: il sistema di segnalazione anti-distrazione e anti-sonnolenza del guidatore, il sistema di arresto autonomo di emergenza, l’assistenza intelligente alla velocità, il sistema per il monitoraggio della pressione degli pneumatici, la predisposizione per l’installazione del blocco motore con etilometro ed infine una scatola nera con sensori che memorizzeranno alcuni parametri negli istanti che precedono un ipotetico incidente.
Per automobili e furgoni si aggiungono inoltre il sistema di mantenimento della corsia e della carreggiata, dei dispositivi di protezione per gli impatti laterali, con zone più ampie anche su cofano e parabrezza studiate con lo scopo di ridurre le conseguenze di un eventuale impatto con pedoni o ciclisti, ed una videocamera di retromarcia. Per i mezzi più pesanti, come autobus e camion, Bruxelles ha introdotto l’obbligo di dotarsi di sistemi di riduzione dei punti ciechi del veicolo e di rilevazione avanzata di ciclisti e pedoni nelle immediate vicinanze.
Già sviluppati tra gli Adas, ma al momento ancora dei semplici optional il cui costo grava sul prezzo complessivo dell’autovettura, sono i sensori di parcheggio, quelli che mantengono il mezzo all’interno di una carreggiata sfruttando laser e telecamere laterali, ed il cruise control adattivo (ovvero il controllo di velocità di crociera che permette di mantenere una certa distanza di sicurezza da eventuali ostacoli). Rientra nella categoria quindi l’Active safety brake, che in genere lavora in modo simbiotico con il Distance Alert, che avverte il conducente con un segnale acustico e una spia del rischio di collisione imminente. Nel caso in cui quest’ultimo non riesca a reagire con prontezza, il dispositivo entra in funzione azionando automaticamente i freni ed evitando in tal modo lo scontro con l’ostacolo. L’Active city brake è una tipologia di frenata assistita la quale, grazie ad un dispositivo laser, può ridurre i rischi di collisione specie su strade urbane: il sistema è capace di rilevare qualsiasi ostacolo entro i 30 km/h e di fornire una decelerazione automatica di circa 10 m/s.