La folle mappa del Covid: “Oggi gialli? Domani rossi”
La posizione occupata dalle regioni all’interno delle varie fasce di rischio è soggetta a variazioni. Tutto dipenderà dai dati della pandemia di Covid
Federico Giuliani – Gio, 05/11/2020
Zone gialle, arancioni e rosse: il territorio italiano è stato suddiviso in quattro differenti fasce di rischio in base ai numeri della pandemia riscontrati nelle varie regioni o in parti di esse.
Per ogni colore sono previste misure via via più stringenti, fino a una specie di lockdown totale nelle aree in cui la circolazione del virus è più marcata. Attenzione però, perché “una regione gialla oggi, può diventare rossa domani o dopodomani”, ha spiegato Gianni Rezza, direttore generale della Prevenzione del Ministero della Salute. È questa la folle mappa del Covid disegnata dal governo giallorosso per arginare la diffusione del virus.
Gialli, arancioni, rossi
Andiamo con ordine. Al momento non ci sono zone verdi, mentre Lombardia, Piemonte, Calabria, Valle d’Aosta rientrano nelle zone rosse. Puglia e Sicilia fanno invece parte delle zone arancioni. Veneto, Trentino Alto-Adige, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Toscana, Emilia-Romagna, Umbria, Sardegna, Marche, Molise, Abruzzo, Lazio, Campania, Basilicata sono regioni gialle. Come se non bastasse, all’interno di una singola regione è possibile che alcune province o città metropolitane possano subire strette locali più dure rispetto al resto della regione.
In base a cosa viene deciso il collocamento di una regione all’interno di una specifica zona? Tutto dipenderà da una serie di 21 criteri, tra cui il famigerato indice Rt, il numero di ricoveri, la percentuale dei tamponi positivi, il numero dei focolai e l’occupazione dei posti letto negli ospedali, terapie intensive comprese. Questi saranno aggiornati di settimana in settimana e monitorati ogni sette giorni dal Ministero della Salute e dal Comitato tecnico scientifico.
Il puzzle delle restrizioni
Dal momento che i dati relativi al Covid sono variabili, anche la posizione occupata dalle regioni è soggetta a variazioni. Quindi chi è giallo oggi può diventare rosso in un secondo momento e, in tempi differenti, viceversa. “Se nella prossima cabina di regia ci fossero situazioni diverse, altre regioni potrebbero diventare rosse oltre a quelle appena annunciate”, ha aggiunto Rezza nel corso della conferenza stampa al Ministero della Salute sulla situazione dell’epidemia di Covid-19 in Italia. Ma le sorprese non sono finite qui perché c’è la possibilità, come abbiamo anticipato, “di fare zone rosse anche in una regione che non è rossa”, e viceversa. Cioè è possibile “allentare” le misure in particolari territori.
Non preoccupatevi se non siete riusciti a capire questo complesso meccanismo. In molti nutrono dubbi e riserve. Ad esempio: perché la Campania, che ci si aspettava di trovare in fascia rossa, è gialla? “Ha molti casi, ma ha un Rt molto più basso ad esempio di Lombardia o Calabria. Perché evidentemente la trasmissione è molto aumentata nelle scorse settimane, ma adesso in qualche modo si è stabilizzata. Per cui c’è un Rt non particolarmente alto”, ha sottolineato Rezza, aggiungendo che probabilmente “le ordinanze regionali possono avere avuto un certo effetto sulla trasmissione”.
La parola d’ordine sarà una: flessibilità. Già, perché il sistema consente di fare zone rosse in una regione che rossa non è e viceversa. Allo stesso tempo il ministero, d’intesa con i governatori, può “esentare delle zone”, nel senso di “andare in una regione rossa definire dei territori che non necessitano delle stesse restrizioni”, ha specificato Rezza. In ogni caso le zone rosse “si sono sempre fatte e continueranno ad essere attivate anche in futuro, in genere non vengono mantenute per più di un paio di settimane”, ha concluso l’esperto.