Zone pandemiche

Covid, Conte: Lombardia, Piemonte, Calabria e Valle d’Aosta in area rossa
La lista delle Regioni sottoposte a misure più restrittive per lʼaumento dei contagi. Nellʼarea gialla, con criticità moderata, rientrano Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Veneto, Liguria
04 novembre 2020 20:54

“Calabria, Lombardia, Piemonte e Valle d’Aosta sono zone rosse”. Lo ha annunciato il premier Conte illustrando le zone pandemiche in cui è stata divisa l’Italia soggette a misure più restrittive da venerdì. “Nell’area gialla, con criticità moderata, rientrano Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia Romagna. Lazio, Veneto, Liguria”. Nell’area arancione, con criticità medio alta, ci sono Puglia e Sicilia.

Anche Toscana, Molise, Marche, Sardegna e Friuli Venezia Giulia rientrano nell’area gialla.

Area rossa In zona rossa ci sono Calabria, Lombardia, Piemonte e Valle d’Aosta. Secondo l’ultimo Dpcm, prevede mobilità interna solo per “comprovate esigenze” (motivi di lavoro, salute e emergenze), apertura solo per asili nido, scuole per l’infanzia, elementari e prime medie, chiusura dei negozi ad eccezione di alimentari, farmacie, parafarmacie, tabaccai, edicole. Restano aperti parrucchieri e barbieri mentre devono chiudere mercati, bar e ristoranti. Si può acquistare cibo d’asporto. E’ sospesa l’attività nei centri sportivi ma è consentita esclusivamente all’aperto e in forma individuale. E’ anche permessa l’attività attività motoria in prossimità della propria abitazione mantenendo le distanze e usando la mascherina.

Area arancione Nelle aree arancione ci sono Puglia e Sicilia, qui verranno chiusi i ristoranti, ma non i negozi.

Area gialla Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia Romagna,Lazio, Veneto, Liguria e le province di Trento e Bolzano rientrano nell’area gialle con le misure restrittive più “morbide” previste nel Dpcm.

Area verde Non ci sono Regioni in verdi, ha spiegato il premier “perché il virus corre”.

“Ministro e governatori non negozieranno misure” “Una volta condiviso l’impianto delle misure restrittive le conseguenze sono automatiche, perché basate su criteri predefiniti e oggettivi che sfuggono da qualsiasi contrattazione. Non si può negoziare o contrattare sulla pelle dei cittadini, non lo farà Speranza né i presidenti delle singole Regioni, il contraddittorio ci sarà, perché le ordinanze vengono fatte sentito il presidente, ma non negoziato
con il presidente”, ha spiegato Conte.