Buste paga: chi ci guadagna (e chi no)

Cambiano le buste paga: chi ci guadagna (e chi no)

Altro che aiuti sostanziali in busta paga: chi riceverà il nuovo bonus derivante dal taglio del cuneo fiscale dovrà accontentarsi delle briciole
Federico Giuliani – Ven, 30/10/2020

Il taglio del cuneo fiscale, previsto dalla manovra 2021, dovrebbe puntare a garantire ai lavoratori dipendenti del settore privato una boccata d’ossigeno e un conseguente incremento delle loro buste paga a partire dal prossimo anno.

Abbiamo usato il condizionale perché le proiezioni fotografano una situazione completamente diversa rispetto allo scenario roseo immaginato dal governo. Altro che aiuti sostanziali: chi riceverà il nuovo bonus derivante dal provvedimento a cui sta ragionando l’esecutivo dovrà accontentarsi soltanto delle briciole (come già accaaduto in passato).
Gli effetti del taglio del cuneo fiscale

Certo, siamo ancora in attesa di leggere il testo definitivo del disegno di legge ma i primi calcoli non lasciano presagire niente di buono. Al momento sappiamo che la misura in questione, come hanno dichiarato i ministri dell’Economia, Roberto Gualtieri, e del Lavoro, Nunzia Catalfo, sarà finanziata in modo strutturale sotto forma di credito di imposta.

Calcolatrice alla mano, con il taglio del cuneo a regime, le buste paga dei lavoratori si gonfieranno (si fa per dire) di una percentuale compresa tra l’1% e il 4,7%. A questo proposito è utile leggere le proiezioni effettuate dal Sole 24 Ore per aver più chiara la situazione. Ricordiamo che i beneficiari del provvedimento sono, tra gli altri, i soggetti che percepiscono redditi di lavoro dipendente o assimilati a quelli di lavoro dipendente e quelli che incassano compensi percepiti da lavoratori soci di cooperative. Sono esclusi i titolari di redditi professionali e i redditi prodotti da titolari di partita Iva in forma autonoma o di impresa.
Attività manifetturiera

Per quanto riguarda l’attività manifatturiera, coloro che rientrano nella categoria dei dirigenti e dei quadri non riceveranno un euro. Un pugno di mosche, invece, spetterà agli apprendisti con una retribuzione lorda di 13.568 euro all’anno (con contributi), i quali potranno contare su un bonus annuale pari a 240 euro. Ovvero: 20 euro in più al mese per un incremento della busta paga pari all’1,9%.

Stesso discorso per gli operai con un reddito annuo di 22.074 euro: 240 euro all’anno per 20 euro al mese. In questo caso l’aumento percentuale sul reddito è addirittura dell’1,4%. Va leggermente meglio agli impiegati (retribuzione annua: 33.830 euro), visto che incasseranno 1.107 euro extra per un totale di 92 euro al mese in più.
Settore edile ed estrazione di minerali

Nelle costruzioni gli stipendi di dirigenti e quadri, proprio come nel manifatturiero, non subiranno variazioni. Per tutti gli altri lavoratori, quindi apprendisti (retribuzione lorda: 11.889 euro), impiegati (24.521) e operai (16.430), scatterà un bonus annuale di 240 euro. Stiamo parlando di 20 euro al mese, per un incremento percentuale delle buste paga rispettivamente pari al 2,1%, 1,3% e 1,7%.

Nel settore dell’estrazione di minerali abbiamo una situazione diversa. Nessuna variazione per dirigenti e quadri; aumento di 20 euro al mese per apprendisti (retribuzione lorda annua: 17.606 euro) e operai (26.498). Va meglio agli impiegati (40.013), che si porteranno a casa 704 euro annui, per un totale di 59 euro in più al mese e un incremento in busta paga del 2,6%.
Fornitura acqua ed energia elettrica

Proseguiamo con le ultime due categorie. Sia nella fornitura di acqua che in quella di energia elettrica non saranno previsti bonus per quadri e dirigenti. Nel primo settore abbiamo 20 euro al mese per apprendisti (reddito annuo: 14.395 euro) e operai (25.321) e 93 euro per gli impiegati (33.419), con questi ultimi che usufruiranno di un +4,8% in busta paga.

Nella fornitura di energia elettrica l’impennata più grande (3,9%) spetterà agli operai (stipendio: 37.411), con 83 euro al mese per un totale di 995 euro all’anno. Gli apprendisti (20.937) incasseranno i soliti 20 euro al mese (aumento reddito pari all’1,4%) mentre gli impiegati 18 euro al mese (216 all’anno) per un incremento dello 0,8%.