Scatta l’allarme sulle pensioni

Scatta l’allarme sulle pensioni Chi ha l’assegno da 1000 euro

Nella relazione presentata oggi da Tridico emergono numeri preoccupanti. Cgil: “Importanti i richiami alla necessità di una flessibilità in uscita”
Michele Di Lollo – Gio, 29/10/2020

Sono numeri che spaventano. Un terzo degli oltre 15 milioni di pensionati Inps percepisce un assegno inferiore a mille euro al mese.

Mentre sono quasi 1,6 milioni quelli che devono sopravvivere con un assegno mensile inferiore ai 500 euro. Per circa 1,27 milioni di pensionati l’assegno è superiore ai 3 mila euro. Dato inoltre il carattere retributivo della maggioranza delle pensioni attualmente corrisposte, l’importo medio è significativamente differenziato territorialmente (1.711 euro al centro-nord e 1.410 euro al sud). Più di un terzo dei pensionati ricade nella fascia d’età tra 70 e 79 anni. Un altro terzo dei pensionati è ultraottantenne, con netta predominanza delle donne.

È quanto emerge dalla Relazione Annuale dell’Inps presentata oggi alla Camera. Di fronte a questi dati, secondo il rapporto, si ravvisa la necessità di implementare maggiore flessibilità in uscita, a beneficio soprattutto di lavoratori usuranti e gravosi, accompagnata da una pensione di garanzia che vada a proteggere soprattutto chi ha carriere discontinue, rediti bassi, soprattutto di giovani. Per il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, se da una parte è comprensibile l’obiezione, prevalentemente sindacale, contro l’applicazione a tutti del sistema di calcolo contributivo, sull’assunto che ciò genererebbe in molti casi pensioni povere e tagli importanti, dall’altro è difficilmente accettabile, sul piano dell’equità intergenerazionale, acconsentire che tale taglio gravi sui giovani che avranno pensioni calcolate con il sistema contributivo puro. “Si potrebbe lavorare, all’interno di un regime contributivo per tutti, alla tutela dei lavoratori impegnati nei lavori usuranti e di quelli che perdono il lavoro dopo i 60 anni e all’implementazione di una pensione di garanzia per i giovani”.

La reazione dei sindacati è netta. “La relazione del presidente dell’Inps Tridico, per quanto riguarda la previdenza, contiene molti elementi meritevoli, a partire dall’idea che per prossimi anni sia necessario pensare ad un nuovo sistema pensionistico”, dichiara il segretario confederale della Cgil Roberto Ghiselli. “Al di là delle singole proposte evidenziate, non tutte condivisibili – sottolinea – sono importanti i richiami alla necessità di una flessibilità in uscita dopo i 62 anni e alla previsione di una pensione di garanzia per i più giovani e per il lavoro discontinuo, all’esigenza di prevedere condizioni pensionistiche più favorevoli per chi ha fatto lavori più pesanti e gravosi, per chi a una certa età rimane disoccupato, così come quelli alla necessità di riconoscere diversamente la maternità e alla modifica dell’automatismo della speranza di vita”.

“È invece poco convincente la parte relativa al ricalcolo contributivo e non chiara la questione sulle pensioni di anzianità. Ma complessivamente sono idee che interloquiscono con i temi posti nella piattaforma sindacale”. Ghiselli ritiene “importante che abbia ribadito che l’incidenza reale della spesa previdenziale sul Pil non è del 16,1%, ma solo del 12,7 %, cioè allineata alla media europea”.