Ora il Pd censura pure le statue per non offendere i musulmani
La Camera, con i voti di Pd e M5s, ha ratificato ufficialmente la convenzione di Faro sul patrimonio culturale: sono previste limitazioni per non offendere le altre culture
Alberto Giorgi – Gio, 24/09/2020
Limitare la fruizione del nostro patrimonio artistico e culturale per non offendere altre culture. È questo uno dei provvedimenti previsti dalla discussa convenzione di Faro, approvata ufficialmente ieri dalla Camera dei deputati con i 237 voti favorevoli della maggioranza giallorossa Pd-M5s , 119 contrari e 57 astenuti.
Nel febbraio del 2013 l’Italia firmava la “Convenzione quadro del Consiglio d’Europa sul valore dell’eredità culturale per la società” e oggi la sposa in pieno, rendendosi però responsabile di una resa culturale. Spieghiamo. L’accordo – “oltre alla conservazione dell’eredità culturale e il suo uso sostenibile per favorire lo sviluppo umano e la qualità della vita” (Articolo 2 del testo) – prevede anche uno strano meccanismo per il quale chi vi aderisce deve verificare far sì che il proprio patrimonio artistico non offenda altri popoli e altre culture. Insomma, nascondere un po’ di identità e un po’ di tradizione per non disturbare musulmani, buddhisti, induisti e così via. Ecco perché, allora, si può parlare di resa culturale.
Quello di censurare le statue non è purtroppo un vizio nuovo per il centrosinistra italiano. Come dimenticare, infatti, la pensata di coprire con dei teli alcune statue di nudi dei Musei Capitolini in occasione della visita in Italia – per incontrare l’allora premier Pd Matteo Renzi (era il 2016) – del presidente dell’Iran Hassan Rohani.
Una vera e propria censura dell’arte italiana per non turbare chissà chi. Peraltro, in caso di “turbamento” dovuto a un particolare monumento, la convenzione di Faro prevede l’avvio addirittura di una procedura di conciliazione e mediazione.
L’ultima pensata di Pd e M5s non poteva certo passare inosservata. Subito dopo il voto di Montecitorio, che ha ratificato la controversa convenzione, sia Fratelli d’Italia sia la Lega hanno sbottato, accusando il governo di sottomettersi e svendere la nostra arte dell’Islam. Andrea Delmastro, deputato di FdI, ha parlato di una Caporetto per la nostra civiltà. “Con l’approvazione alla Camera della Convenzione di Faro che introduce il concetto della necessità di porre limitazioni della fruizione del nostro patrimonio artistico e culturale per non offendere altrui culture siamo alla più clamorosa resa culturale della nostra civiltà”.
Il capogruppo meloniano in commissioni Esteri, dunque, ha aggiunto: “La nostra identità culturale e artistica non può essere oggetto di mediazioni. Ancora una volta il governo giallorosso rappresenta la punta più avanzata della cessione identitaria e della sottomissione culturale. Noi difenderemo sempre l’identità italiana e, se qualcuno si sente offeso dai simboli della nostra cultura, ha un solo modo per non sentirsi offeso: scegliere altre Nazioni dove vivere”.
Alle parole dell’esponente di FdI si sono sommate quelle dei leghisti Lucia Borgonzoni e Paolo Formentini, che etichettano la convenzione di Faro come provvedimento “gravissimo e pericoloso”, nonché come “un’ arma geoculturale potentissima in grado, se utilizzata da alcuni, di cancellare la nostra identità e la nostra libertà”. “La Lega non sarà mai complice di chi vuole calpestare la nostra cultura mettendo il velo islamista sulle nostre opere d’arte che tutto il mondo ci invidia. Maggioranza e governo, paladini del buonismo e del ‘politicamente correttò, abbiano ora anche il coraggio di assumersene la responsabilità di fronte agli italiani”, chiosano la responsabile Cultura del Carroccio e il vicepresidente della commissione Affari esteri della Camera.