Il genocidio ignorato dei cristiani in Nigeria
di Raymond Ibrahim 21 agosto 2020
Pezzo in lingua originale inglese: The Ignored Genocide of Christians in Nigeria
Traduzioni di Angelita La Spada
All’inizio di quest’anno (…) [Boko Haram] ha diffuso un video di un bambino musulmano con il volto coperto che impugna una pistola puntandola alle spalle di un ostaggio cristiano inginocchiato e legato, un 22enne studente di biologia che era stato rapito mentre si stava recando all’università. Dopo aver salmodiato qualcosa in arabo ed essersi lanciato in una invettiva anticristiana, il ragazzino musulmano spara più volte alla nuca dello studente cristiano.
A parte, alcuni episodi più raccapriccianti (…) i cosiddetti media mainstream non riportano la maggior parte delle notizie riguardanti la persecuzione in corso. Forse i giornalisti sarebbero preoccupati del fatto che possa emergere uno schema politicamente scorretto, in cui gli attacchi sembrerebbero ideologicamente guidati, a differenza dei semplici “reati”?
Il motivo per cui i semplici pastori fulani di un tempo sono riusciti a uccidere dal 2015 quasi il doppio dei numerosi cristiani rispetto ai “professionisti” terroristi di Boko Haram (…) è dovuto al fatto, parafrasando il vescovo nigeriano Matthew Ishaya Audu, che ” anche il presidente Buhari è di etnia fulani”.
“Visto che il governo e i suoi apologeti affermano che le uccisioni non hanno sfumature religiose, per quale ragione i terroristi e i pastori prendono di mira le comunità prevalentemente cristiane e i leader cristiani?” – The Christian Association of Nigeria International Centre for Investigative Reporting, 21 gennaio 2020.
La carneficina dei cristiani in Nigeria, che alcuni osservatori internazionali hanno classificato come genocidio, sta raggiungendo livelli senza precedenti.
Secondo una notizia pubblicata il 4 agosto scorso, almeno 171 cristiani sono stati massacrati dai pastori musulmani fulani nell’arco di circa tre settimane:
“E questi sono soltanto quelli di cui siamo a conoscenza. In realtà, è probabile che il bilancio sia molto più alto. Molte migliaia di persone sono altresì fuggite dalle loro case a causa della violenza, abbandonando i loro mezzi di sussistenza dopo che il lockdown dovuto al Covid-19 aveva provocato il caos economico. La nostra redazione è stata sommersa per molti mesi da simili storie, eppure, i maggiori media manistream non si occupano in modo preoccupante di questo inesorabile e sanguinoso tributo di vite cristiane”.
In uno dei recenti raid, avuto luogo il 10 luglio, i pastori musulmani hanno massacrato 22 cristiani – “soprattutto donne e bambini” – e incendiato molte abitazioni in una comunità agricola. “I fulani hanno fatto irruzione e hanno aperto il fuoco”, nelle parole di Bilkisu James dal suo letto d’ospedale. “Hanno ucciso due dei miei figli [e mio marito].” Hanno inoltre “fatto a pezzi con i machete altri cinque parenti di Bilkisu, tra cui una madre e la sua bambina e un’altra madre insieme ai suoi due figli”.
Un vicino musulmano avrebbe denunciato la famiglia cristiana ai suoi correligionari invasori: “Prima che mi sparassero”, ha proseguito Bilkisu, “ho visto l’uomo fulani che è il mio vicino, e mi ha perfino riconosciuta. Mi sono inginocchiata, arrendendomi”, invano. Le hanno sparato al petto e alla schiena, e l’hanno lasciata lì pensando che fosse morta, poi lei “li ha “sentiti accendere un fiammifero e dare fuoco alla casa”.
Il giorno successivo, un villaggio vicino è stato saccheggiato: “dieci donne, un bambino e un uomo anziano sono stati bruciati vivi in una casa in cui si erano rifugiati. Altri setti abitanti del villaggio sono rimasti feriti, quattro abitazioni sono state incendiate”. Il 19 luglio, almeno 32 cristiani che partecipavano a una cerimonia nuziale sono stati massacrati negli attacchi dei fulani.
In un altro “orribile attacco notturno perpetrato il 23 luglio durante una pioggia torrenziale, almeno sette cristiani sono morti (…) e i miliziani hanno brutalmente ucciso uomini, donne e bambini a colpi di machete”. L’articolo aggiunge che “questo è stato il secondo attacco al villaggio in pochi giorni, con sette vittime in un attacco avvenuto giorni prima, il 20 luglio”.
Il 29 luglio, i pastori musulmani hanno ammazzato altri 14 cristiani – 13 dei quali appartenevano a una grande famiglia. Solo un membro della famiglia è rimasto vivo: sua moglie, i suoi figli, la zia, lo zio, il fratello e altri parenti sono stati massacrati.
La scorsa settimana, jihadisti armati hanno assaltato la Lion of Judah Church ad Azikoro e hanno aperto il fuoco sui fedeli, uccidendo quattro cristiani.
È futile elencare in un articolo altre atrocità, e ce ne sono state centinaia nel corso degli anni. (Per una visione completa delle sofferenze cristiane in Nigeria e in altri Paesi musulmani, si vedano i report mensile del Gatestone sulla “Persecuzione dei cristiani”.)
Prendiamo in considerazione soltanto lo scorso mese di aprile. Pastori musulmani armati di machete hanno ucciso almeno 13 cristiani tra l’1 e il 2 aprile. “Ci siamo svegliati e abbiamo seppellito sette persone bruciate vive (…) in un attacco notturno”, ha detto una fonte. Le vittime “sono per lo più cristiani anziani che non sono riusciti a fuggire, mentre i membri della comunità si sono lanciati tra i cespugli circostanti durante l’attacco”.
Poi, il 7 aprile, i pastori fulani hanno massacrato un pastore evangelico e tre membri della sua congregazione, tra cui un bambino di 10 anni. Il pastore, Matthew Tagwai, assassinato in casa sua, ha lasciato una moglie incinta e due bambini piccoli.
Il 10 aprile, i pastori musulmani fulani hanno assassinato il pastore evangelico Stephen Akpor, 55 anni. “Due pastori fulani hanno fatto irruzione in una sede della nostra chiesa, la Celestial Church (…) dove gli hanno sparato mentre pregava e assisteva spiritualmente cinque membri della chiesa”, hanno dichiarato i suoi colleghi. “I pastori hanno sparato al religioso più volte e poi lo hanno pugnalato a morte”. Ha lasciato una moglie e cinque figli.
L’11 aprile, pastori musulmani fulani hanno sparato e ucciso un contadino cristiano.
Il 13 aprile, pastori musulmani fulani hanno decapitato due cristiani, in modo tale che venissero “seppelliti senza la testa”.
Il 14 aprile, pastori musulmani fulani hanno massacrato nove cristiani, sei dei quali erano bambini e una era una madre incinta. “Erano armati di machete e di fucili d’assalto AK-47 quando ci hanno attaccato”, ricorda un sopravvissuto: “Hanno attaccato il nostro villaggio intorno alle ore 20, e gridavano ‘Allahu Akbar!’ mentre sparavano nelle nostre case”. Trentatré abitazioni sono state date alle fiamme.
Il 16 aprile, pastori musulmani fulani hanno ucciso Sebastine Stephen, un giovane studente cristiano. “I pastori fulani avevano più di 50 anni, portavano armi sofisticate e sparavano sporadicamente. Dopo aver ucciso il giovane”, ha riferito un sopravvissuto, “hanno fatto irruzione nella casa di Jack Nweke e lo hanno rapito insieme alla moglie, senza prendere i loro tre figli”.
Il 19 aprile, pastori musulmani fulani hanno ucciso quattro cristiani. “Sono state rase al suolo anche 38 case con 86 stanze, in cui abitavano circa 87 famiglie”, ha affermato una fonte.
Il 20 aprile, un contadino cristiano, Titus Nyitar, è stato ucciso a colpi d’arma da fuoco e decapitato”, ha dichiarato un residente della zona. Titus stava “lavorando nella sua fattoria quando è stato trucidato dai pastori”. Successivamente, gli aggressori hanno raggiunto il villaggio per incendiare le case e hanno rapito tre abitanti”.
Il 22 aprile, pastori musulmani fulani hanno ucciso 12 cristiani; in precedenza, si legge nell’articolo, avevano rapito una coppia di sposi mentre stavano celebrando le loro nozze nella chiesa della comunità in cui risiedevano.
Il 23 aprile, i fulani “hanno ucciso due persone, rapendone un’altra e hanno dato alle fiamme una chiesa con annessa l’abitazione del reverendo, in una serie di attacchi contro aree prevalentemente cristiane nella Nigeria centro-settentrionale”.
A parte, alcuni episodi più raccapriccianti – come lo stupro e il massacro di una studentessa cristiana che aveva cercato rifugio nella chiesa – i cosiddetti media mainstream non riportano la maggior parte delle notizie riguardanti la persecuzione in corso. Forse i giornalisti sarebbero preoccupati del fatto che possa emergere uno schema politicamente scorretto, in cui gli attacchi sembrerebbero ideologicamente guidati, a differenza dei semplici “reati”?
“È come se le vite dei cristiani non contassero più”, ha detto un pastore evangelico nigeriano a proposito dell’attacco perpetrato durante una cerimonia di nozze che ha causato 32 morti.
“È preoccupante che questi assalti quotidiani contro i cristiani (…) vadano avanti da tempo senza l’intervento da parte dei governi federali e statali (…) non ci sono visite di solidarietà alle vittime superstiti delle comunità. (…) Non vengono presi provvedimenti per alleviare le sofferenze di questi cristiani fornendo loro materiali di conforto dopo che sono stati sfollati a migliaia”.
“Credo fermamente”, ha dichiarato un sopravvissuto a un recente attacco dei fulani in cui hanno perso la vita sua sorella e altri quattro cristiani, “che alcuni di questi membri del personale di sicurezza che sono musulmani siano conniventi con questi uomini armati per attaccare il nostro popolo (…) la triste realtà è che la nostra gente ha presentato le proprie rimostranze al governo sia a livello statale sia federale e non è stato fatto nulla.”
“Qual è il crimine commesso da queste persone innocenti contro i pastori fulani?” ha chiesto un altro residente locale riguardo a un attacco in cui sono morti un pastore evangelico e un bambino di 10 anni.
“Fino a quando continueremo a subire questo massacro? Fino a quando dovremo continuare a supplicare il governo e le agenzie di sicurezza di venire in aiuto del nostro popolo?”
I loro interrogativi sono particolarmente rilevanti alla luce delle statistiche diffuse di recente: dal 2009, “non meno di 32 mila cristiani sono stati uccisi per mano dei principali jihadisti del Paese, senza che sia stato fatto nulla a riguardo, secondo un report pubblicato a maggio:
“I pastori militanti fulani e Boko Haram (…) hanno intensificato la loro violenza anticristiana (…) uccidendo negli ultimi quattro mesi e nella prima metà del 2020 non meno di 620 cristiani indifesi [470 per mano dei pastori fulani e 150 per mano di Boko Haram] e incendiando immotivatamente o distruggendo i loro centri di culto e di istruzione. Le atrocità perpetrate contro i cristiani sono fuori controllo e hanno raggiunto un allarmante apice, con le forze di sicurezza del Paese e gli attori politici interessati che guardano dall’altra parte o sono collusi con i jihadisti. Le case bruciate o distrutte durante il periodo sono centinaia, così come decine di centri di culto e d’istruzione cristiani”.
Il motivo per cui i semplici pastori fulani di un tempo sono riusciti a uccidere dal 2015 quasi il doppio dei cristiani rispetto ai “professionisti” terroristi di Boko Haram, secondo numerosi leader cristiani della Nigeria, è dovuto al fatto, parafrasando il vescovo nigeriano Matthew Ishaya Audu, che ” anche il presidente Buhari è di etnia fulani”.
In una dichiarazione del gennaio scorso, la Christian Association of Nigeria, l’Associazione cristiana della Nigeria, un gruppo ombrello che rappresenta la maggior parte delle denominazioni, ha ulteriormente accusato “il governo federale sotto il presidente Muhammadu Buhari” di “collusione” con i terroristi islamici “per sterminare i cristiani in Nigeria”. L’Associazione ha chiesto:
“Visto che il governo e i suoi apologeti affermano che le uccisioni non hanno sfumature religiose, per quale ragione i terroristi e i pastori prendono di mira le comunità prevalentemente cristiane e i leader cristiani?”
Alcuni leader nigeriani vanno oltre Buhari e puntano il dito contro “il malvagio Barack Obama” – nelle parole di Femi Fani-Kayode, ex ministro della Cultura e del Turismo della Nigeria. Il 12 febbraio scorso, l’ex funzionario del governo ha scritto quanto segue sulla sua pagina Facebook:
“Quello che Obama, John Kerry e Hillary Clinton hanno fatto alla Nigeria finanziando e appoggiando [l’attuale presidente Muhammadu] Buhari alle elezioni presidenziali del 2015 e aiutando Boko Haram nel 2014-2015 è stata pura malvagità e le loro mani sono sporche del sangue di tutti coloro che sono stati uccisi dall’amministrazione Buhari, dai suoi pastori fulani e da Boko Haram negli ultimi cinque anni.”
Sebbene gli amici del presidente Buhari, i fulani, abbiano rivendicato la maggior parte degli attacchi contro i cristiani dopo che Buhari è entrato in carica nel 2015, Boko Haram – il flagello originario dei cristiani in Nigeria – è ancora attivo. All’inizio di quest’anno, ad esempio, il gruppo ha diffuso un video di un bambino musulmano con il volto coperto che impugna una pistola puntandola alle spalle di un ostaggio cristiano inginocchiato e legato, un 22enne studente di biologia che era stato rapito mentre si stava recando all’università. Dopo aver salmodiato qualcosa in arabo ed essersi lanciato in una invettiva anticristiana, il ragazzino musulmano spara più volte alla nuca dello studente cristiano.
Alcune settimane prima, uomini armati islamici hanno rapito il reverendo Lawan Andimi, un pastore evangelico della Church of the Brethren in Nigeria. Dopo che i terroristi hanno chiesto un riscatto esorbitante per il suo rilascio – due milioni di euro, che la sua chiesa e i suoi familiari non potevano affatto racimolare – i miliziani hanno decapitato quest’uomo che era padre di nove figli. In un video del 5 gennaio, diffuso dai rapitori, il pastore Lawan aveva detto che sperava di riunirsi con la moglie e i suoi bambini; ma, “se non sarà così sia fatta la volontà di Dio. Voglio che tutte le persone vicine e lontane, i miei colleghi, siano pazienti. Non piangete per me, non preoccupatevi, siate sempre grati a Dio per tutto”.
Il governo nigeriano, ha affermato il vescovo Matthew Hassan Kukah riguardo alla decapitazione di altri 10 cristiani all’inizio di quest’anno, “sta usando le leve del potere per garantire la supremazia dell’Islam. L’unica differenza tra il governo e Boko Haram è che Boko Haram ha in mano una bomba”.
Raymond Ibrahim è autore del più recente libro, Sword and Scimitar, Fourteen Centuries of War between Islam and the West, è Distinguished Senior Fellow presso il Gatestone Institute, Shillman Fellow presso il David Horowitz Freedom Center, e Judith Rosen Friedman Fellow presso il Middle East Forum.