Fuoco umano
È tutta questione di… malvagità.
In questa Italia bruciano i boschi e bruciano le persone.
In realtà, si ha l’impressione che stia bruciando l’intero mondo. Il fuoco, lo sappiamo, distrugge tutto, il bene e il male. Non rimangono altro che cenere, ricordi, desideri e fantasie. Il resto, la sostanza della stessa vita, viene completamente eliminato. A volte rimane, se la mente funziona discretamente bene, la memoria di coloro che sopravvivono, e possono permettersi di ricordare com’era il mondo prima di tutto quel fuoco.
Come si apprende in questa notizia,(Crema, si dà fuoco e muore. “Passanti filmano col cellulare” CRONACA Crema, si dà fuoco e muore. Passanti filmano col cellulare Pubblicato il: 01/08/2020 19:06 A Crema, in provincia di Cremona, intorno alle 13 di oggi una donna si è data fuoco in un campo vicino a via Milano ed è morta. Alcune persone che hanno assistito alla scena, stando al racconto di un passante che ha cercato invano di soccorrere la vittima, cercando di spegnere le fiamme, sarebbero rimaste nel parcheggio del vicino ristorante a filmare l’accaduto con il proprio cellulare senza intervenire. Lo scrive su Facebook la sindaca di Crema, Stefania Bonaldi, riportando il racconto del soccorritore. “Comprendo che non tutti possano avere il sangue freddo e la prontezza per intervenire – si legge nel post della sindaca -. Ma se gli spettatori di questa tragedia hanno avuto la freddezza di prendere il telefonino e immortalare la scena, anziché correre in aiuto o chiamare i soccorsi, allora dobbiamo farci delle domande. Cosa siamo diventati? Perché questa indifferenza?”).
il voyeur lascia che tutto accada, che tutto rimanga sotto i suoi occhi, perché non ha il coraggio di partecipare a ciò che vede, sia fermando gli eventi che incoraggiandoli.
È il pavido, l’accidioso, l’inutile servo, come tutti, ma a differenza di tutti, egli non serve a nessuno.
Quando bruciano i boschi brucia la vita intera, e quando brucia una vita brucia l’intera umanità. E bruciamo anche noi, quando leggiamo che esistono individui registi della morte altrui, e che vivono in uno stato costante e continuo di alterazione di coscienza. Come se fossero loro stessi i personaggi di una storia inverosimile, irreale eppure concreta.
Non è la prima volta che leggiamo dell’esistenza di questa tipologia umana, e temo che purtroppo non sarà nemmeno l’ultima, visto il ruolo che hanno i concetti di vita, futuro ed umanità. Ieri sera ho terminato di guardare la miniserie dedicata alla vita di Jeffrey Epstein (Netflix). Nonostante provassi un notevole sentimento di disgusto, per ciò che stavo vedendo ed ascoltando, ho voluto terminare la visione. Era giusto che conoscessi ciò che il potere e il denaro provocano in alcune fragili e patologiche menti. Inoltre, penso che entrambi, il potere il denaro, possano portare chiunque a situazioni mentali patologiche, anche coloro che credono di esserne immuni.
Ma la questione fondamentale, per cui in questo articolo associo le vicende di questo potentissimo signore del mondo, con i boschi che bruciano, le persone che si danno fuoco, quelle che filmano a distanza e lasciano che la morte sopraggiunga, è un’altra.
Per la mente umana, il potere e il danaro sono indissolubilmente associati, e quando non lo sono si presentano come contigui, adiacenti. Rappresentano un problema quando esistono in grande quantità, oppure quando sono assenti in egual misura. Se le nostre azioni sono governate dal desiderio di potere sfrenato, associato all’accumulo quasi illimitato di denaro, non facciamo altro che dimostrare la nostra inettitudine esistenziale. E se pensiamo a questi due elementi della vita materica in questi termini, significa che stiamo alimentando una sperequazione socio-culturale, dunque esistenziale, talmente pesante da creare persone voyeuristiche, che bruciano i boschi, oppure bruciano se stesse dalla disperazione, o peggio guardano e filmano quelli che si auto-incendiano.
Non penso che si tratti di una questione prettamente individuale.
Ciò che non vogliamo comprendere, o quantomeno penso non vogliono assolutamente comprendere i veri potenti del mondo, che governano i politici marionette al loro servizio, è proprio questo: la singolarità dell’individuo esiste in quanto inserita nella pluralità, perché non esiste un’identità personale che non sia anche condivisa culturalmente.
Dico spesso ai miei studenti che siamo tutti “isolati e connessi“, e l’ho scritto anche in questo blog.
Bene, penso che io debba aggiungere che stiamo diventando anche “malati e sconnessi”.
Alessandro Bertirotti si è diplomato in pianoforte presso il Conservatorio Statale di Musica di Pescara e laureato in Pedagogia presso l’Università degli Studi di Firenze. È docente di Psicologia per il Design all’Università degli Studi di Genova, Scuola Politecnica, Dipartimento di Scienze per l’Architettura ed è attualmente Visiting Professor di Anthropology of Mind presso l’Universidad Externado de Colombia, a Bogotà e presidente dell’International Philomates Association. È membro della Honorable Academia Mundial de Educación di Buenos Aires e membro del Comitato Scientifico di Idea Fondazione (IF) di Torino, che si occupa di Neuroscienze, arte e cognizione per lo sviluppo della persona. Ha fondato l’Antropologia della mente (www.bertirotti.info).
Scrivi una mail a Alessandro Bertirotti